BLITZ CONTRO ‘’CHARLIE HEBDO’’: AL QAEDA E ISIS HANNO AGITO INSIEME? - LA MINACCIA DEL CALIFFO: “IL TERRORE ARRIVERÀ NELLE CASE DEGLI INFEDELI” - I REDUCI DELLE BRIGATE FORMATE DA CITTADINI EUROPEI

A suggerire la convergenza fra le maggiori matrici del jihadismo sunnita c’è anche la scelta dell’obiettivo perché «Charlie Hebdo» era stato nel 2012 oggetto di una fatwa del leader taleban afghano alleato storico di Bin Laden - Quel messaggio del Califfo che chiese alle cellule all’estero di “far esplodere i vulcani della Jihad sotto il terreno dei nemici”…

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Maurizio Molinari per “la Stampa

 

abu bakr al baghdadi abu bakr al baghdadi

Con la strage di giornalisti nella redazione di «Charlie Hebdo» gli integralisti hanno portato la jihad nel cuore della Francia, aprendo quella che punta ad essere una campagna di terrore nel cuore dell’Europa. Gli autori, secondo fonti dell’antiterrorismo europee confermate da «Le Point», sono Chérif Kouachi e Said Kouachi due franco-algerini di 32 e 34 anni tornati quest’estate in patria dalla Siria, entrambi nati a Parigi, che hanno avuto come fiancheggiatore un terzo uomo, Hamid Mourad, un ragazzo di 18 anni che secondo alcuni documenti ritrovati in serata frequenterebbe ancora la scuola e sarebbe cresciuto – come i suoi più esperti compagni – nella banlieue di Parigi.
 

I veterani delle brigate
I killer sono dunque dei veterani delle «Brigate francesi» create dallo Stato Islamico (Isis) per raccogliere ed inquadrare i circa 500 volontari transalpini giunti in Siria ed Iraq negli ultimi due anni.
 

Ayman al Zawahiri Ayman al Zawahiri

Uno di loro fu non a caso al centro di indagini nel 2008 sui volontari jihadisti che partivano dal XIX arrondissement. Le «Brigate», create su base linguistica, sono le stesse a cui appartiene Abu Salman al-Faranci, che lo scorso 19 novembre ha mostrato il volto in un video realizzato da «Al Hayat» - il centro di nuovi media del Califfato - gettando in un falò il passaporto francese per poi rivolgersi ai correligionari in patria invitandoli a «portare il terrore nelle case degli infedeli» al fine di «non farli dormire di notte», suggerendo gesta come l’«avvelenamento dei cibi». 
 

kalashnikov nella camera di bin laden kalashnikov nella camera di bin laden

Il video di sfida seguì di pochi giorni quello precedente sull’esecuzione dell’ostaggio Peter Kassing nel quale per la prima volta jihadisti francesi e britannici mostravano il volto mentre decapitavano dei soldati siriani, dimostrando di non temere conseguenze. Si tratta di un crescendo di esposizione dei jihadisti europei da parte del Califfato che, in meno di due mesi, ha portato al blitz contro «Charlie Hebdo» messo a segno con efficienza militare e nervi saldi. 
 

A suggerire la genesi della campagna europea era stato lo stesso Califfo, nel discorso pronunciato dopo essere sopravvissuto ai raid Usa su Qaim, quando in un messaggio audio chiese alle cellule all’estero di «far esplodere i vulcani della Jihad sotto il terreno dei nemici» ovvero dei Paesi che partecipano alla coalizione anti-Isis guidata dagli Usa. 
 

isis isis

L’Antiterrorismo
Per Richard Barrett, ex capo dell’Unità antiterrorismo dell’Onu, «il Califfo ha deciso di colpire all’estero in risposta agli attacchi della coalizione» aprendo un nuovo fronte della Jihad che ha due obiettivi complementari: far franare la coalizione e reclutare negli ambienti salafiti in Europa per aumentare gli attacchi.
 

said kouachi said kouachi

Al Qaeda e l’Isis
Ma non è tutto perché, secondo testimoni della strage citati da «20Minutes», i killer avrebbero detto «Siamo Al Qaeda in Yemen» indicando l’appartenenza ad uno dei rami ancora solidi della vecchia Al Qaeda, guidata da Ayman al-Zawahiti in Pakistan. Non si può dunque escludere che l’attacco sia frutto della cooperazione fra Al Qaeda e Stato Islamico che, dopo un lungo periodo di rivalità, hanno iniziato a operare assieme in Siria attraverso Al-Nusra per volontà di Al-Zawahiri. 
 

cherif kouachi cherif kouachi

A suggerire la convergenza fra le maggiori matrici del jihadismo sunnita c’è anche la scelta dell’obiettivo perché «Charlie Hebdo» era stato nel 2012 oggetto di una fatwa di Mir Faroq Husseini, leader taleban afghano - gli alleati storici di Bin Laden - accompagnata dalla promessa di 400 mila dollari per chi avesse «fatto giustizia» del settimanale reo di «offese al Profeta Maometto». 
 

Una terminologia ripresa da Abu Hamza Shruri, esponente del Califfato, che poco dopo la strage parigina ha dichiarato ad un sito islamico: «Abbiamo iniziato a vendicarci in nome del Profeta. Ed è solo l’inizio».

 

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