IL BRACCINO CORTO DI MATTEUCCIO – PER IL PD CI AVRA’ ANCHE MESSO LA FACCIA MA DI SICURO NON CI HA MESSO UN CENTESIMO: RENZI È L’UNICO LEADER NEL PARTITO A NON AVER VERSATO NULLA NEL 2013 (IN BARBA AL REGOLAMENTO INTERNO)

Il più generoso di tutti è stato Vannino Chiti che ha girato alle casse del suo partito 71.900 euro, poi Matteo Colaninno ed Ettore Rosato – La vecchia guardia meglio del Lampredotto magico: tra i benefattori del Pd il primo renziano doc è Andrea Marcucci – Dai privati sono arrivati pochi contributi, tra cui i 20 mila euro dell’odiato Scarpellini…

Condividi questo articolo


Franco Bechis per "Libero Quotidiano"

Avrà pure dato energie, prime pagine sui giornali, una risalita nei sondaggi, fatto conquistare le poltrone che contano. C'è una cosa di sicuro che Matteo Renzi non ha fatto per il Pd: svenarsi dal punto di vista economico. Di tutti i dirigenti del Nazareno è stato di fatto l'unico a non avere versato un centesimo del suo stipendio per finanziare l'attività politica del partito democratico.

PIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZIPIERLUIGI BERSANI E MATTEO RENZI

L'assenza di Renzi brilla infatti dai resoconti dei versamenti effettuati nel 2013 al Pd (e depositati alla tesoreria comune delle Camere a palazzo San Macuto. Un elenco lunghissimo, visto che secondo gli stessi regolamenti del partito tutti gli eletti e nominati debbono versare una quota del proprio stipendio pubblico ricevuto. Nel lungo elenco ci sono sindaci, presidenti di provincia, consiglieri regionali, eurodeputati, parlamentari nazionali, membri del governo nazionale e locale.Manca solo Renzi, che nel 2013 è stato sempre sindaco di Firenze e nell'ultimo mese pure segretario del Pd.

Hanno versato tutti i suoi predecessori: Pierluigi Bersani 21.400 euro nell'anno, e Guglielmo Epifani 14.250 euro. Ha versato il suo obolo anche il predecessore a palazzo Chigi, Enrico Letta: 18mila euro. Il più generoso di tutti è stato Vannino Chiti, che nella prima parte dell'anno scorso è stato vicepresidente del Senato, dove poi è stato rieletto presentandosi in Piemonte.

Fra versamenti al partito nazionale e quelli alla federazione piemontese, Chiti si è svenato, girando alle casse del suo partito 71.900 euro. Di fatto è stato il contributore più generoso in assoluto, superando perfino i finanziatori privati. Si capisce che uno che ha donato il sangue manco il Pd fosse l'Avis, oggi si attenderebbe dalla sua classe dirigente un po'più di rispetto quando fa proposte politiche, come è accaduto con la presentazione di un testo alternativo di riforma del Senato.

IL SALUTO TRA RENZI E BERSANIIL SALUTO TRA RENZI E BERSANI

I PIÙ GENEROSI
Al secondo posto nella classifica degli eletti-finanziatori c'è Matteo Colaninno, che era dirigente del partito con la segreteria Bersani, e che nella vita fa l'imprenditore: ha versato 63.800 euro (e poteva permettersi di essere un pizzico più generoso). Terzo posto in classifica per il friulano Ettore Rosato, che è segretario d'aula del gruppo alla Camera dei deputati: 51.340 euro versati in un anno alla tesoreria nazionale o a quelle locali del partito. Poco dietro una che Renzi volentieri rottamerebbe: Anna Finocchiaro, presidente della commissione affari costituzionali del Senato. In loco e a Roma lei ha versato 50mila euro, più o meno l'indennità base mensile da parlamentare. La vecchia guardia è sembrata assai generosa prima di finire nelle grinfie di Renzi. Anche un'altra candidata alla rottamazione come Rosy Bindi si è svenata donando al partito in tutto 38mila euro.

MEGLIO FASSINA
Generoso anche StefanoFassina, che è stato viceministro dell'Economia nel governo Letta: 28.150 euro. E pure Pippo Civati, che ha donato 24.450 euro. Più lui di un altro candidato alla guida del Pd come Gianni Cuperlo, che comunque si è privato di 18 mila euro.Quinto posto in classifica generale della generosità per il primo renziano doc, Andrea Marcucci: ha versato in un anno al partito nazionale e alle federazioni locali 46.100 euro.

Guglielmo EpifaniGuglielmo Epifani

Anche lui però è rampollo di una famiglia di imprenditori, e può essere un pizzico più generoso. In fascia alta di classifica alcuni ministri dell'attuale governo: sesto posto per Roberta Pinotti (45.880 euro), settimo per Andrea Orlando (43.180 euro),dodicesimo per Federica Mogherini (30mila euro), diciannovesimo per Maria Anna Madia (24.750 euro), trentesimo posto per Dario Franceschini (18 mila euro).

Più giù in classifica alcuni renziani del cerchio magico di Matteo: Maria Elena Boschi si è privata per il partito di 14.250 euro, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Luca Lotti. Poco più giù Angelo Rughetti, che ha versato 12.750 euro, identica cifra dell'ex ministro (per poco) Josefa Idem, e ancora più giù il nuovo tesoriere del partito, Francesco Bonifazi (7.830 euro versati, circa un terzo dei 21.922 euro versati al partito dal suo predecessore Antonio Misiani), Matteo Richetti (6.775 euro) e il nuovo candidato sindaco di Firenze, Dario Nardella (6.050euro).

RENZI E LETTARENZI E LETTA

DAI PRIVATI,POCO
Nel lungo elenco, con cifre che variano a seconda della sensibilità di ciascuno, ci sono presidenti di Regione e sindaci. Piero Fassino ha versato 7 mila euro, Ignazio Marino qualcosina in più:10mila euro,cifra quasi identica a quella scelta da Debora Serracchiani, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia. Non ci sono solo eletti e militanti naturalmente nella classifica dei finanziatori del Pd, ma di soldi privati anche in questi primi mesi del 2014 ne sono arrivati assai pochi. Ci sono 90 giorni di tempo per depositare le dichiarazioni congiunte, e quindi è ancora presto per verificare se ci sia stato o meno un effetto-Renzi.

MATTEO COLANINNO E D ALEMAMATTEO COLANINNO E D ALEMA

L'ODIATO PALAZZINARO
Fra i pochi contributi risalta quello - non particolarmente alto - versato al Pd di Roma dalla società Milano '90. Sono 20 mila euro, ed è l'unico versamento a un partito che risulti nel 2013 da parte della società del gruppo dell'immobiliarista Sergio Scarpellini. Però fa specie: la Milano '90 è la proprietaria delle sedi distaccate della Camera dei deputati, e proprio il Pd era stato in prima linea per fare disdettare quei contratti di locazione. Nulla risulta che sia avvenuto, ma nel frattempo quei 20 mila euro sono volati dalle casse dell'odiato palazzinaro a quelle del partito democratico...

Stefano FassinaStefano Fassina

 

ROBERTA PINOTTI FA JOGGINGROBERTA PINOTTI FA JOGGINGSergio Scarpellini saluta il Sindaco MarinoSergio Scarpellini saluta il Sindaco Marino

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO