CAMERON CON SVISTA - AL PREMIER BRITANNICO VANNO TUTTE STORTE: LA SCONFITTA ALLE EUROPEE, LA CONDANNA DELL’EX BRACCIO DESTRO E LA FIGURACCIA SU JUNCKER. ORA GLI MANCA SOLO LA SECESSIONE SCOZZESE

Aggiungi il peggior mondiale per l’Inghilterra dal 1958 e il premier polacco che dice di lui “è uno stupido, in Europa si è fottuto da solo” e ottieni l’anno più brutto per il leader conservatore - Il successo di Farage e l’isolamento europeo rischiano di essere la sua tomba politica…

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Enrico Franceschini per ‘La Repubblica’

 

DAVID E SAMANTHA CAMERON CON I FIGLI DAVID E SAMANTHA CAMERON CON I FIGLI

Non è facile arrivare a Downing street. Protetta da barriere di cemento armato anti-terrorismo, un robusto cancello d’acciaio, sofisticati metal-detector e poliziotti in assetto di guerra con il mitra spianato, la strada sinonimo del governo britannico è un vicolo stretto, angusto e inaccessibile nel cuore di Londra, che i turisti si sorprendono di poter vedere e fotografare soltanto da lontano.

 

Di questi tempi appare ancora più remoto. La sconfitta del tentativo di David Cameron di bloccare la nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione Europea, la settimana scorsa, ha sottolineato l’isolamento della Gran Bretagna: su 28 leader dei paesi membri della Ue, soltanto uno, il controverso premier ungherese Orbàn, ha votato con il capo dei conservatori. «Un brutto giorno per l’Europa », ha definito la decisione Cameron. Ma l’ultimo mese non è stato meno brutto per lui.

 

DAVID CAMERON CON KERMIT LA RANA DAVID CAMERON CON KERMIT LA RANA

La “solitudine di Number Ten”, come l’ha chiamata il Financial Times la mattina dopo, evocando lo storico portone dietro cui vive e lavora il primo ministro, è accompagnata da segni di un declino personale che rischia di avere serie conseguenze per tutta la nazione. E anche per l’intero continente.

 

Prima è venuta la vittoria dei populisti dell’Ukip nelle elezioni europee, facendoli diventare il primo partito del Regno Unito e relegando i Tories al terzo posto: una batosta senza precedenti. Poi è stata la volta della condanna di Andy Coulson, ex direttore del News of the World ma più recentemente portavoce di Cameron, nel processo per il Tabloidgate, lo scandalo delle intercettazioni illecite ordite dal tabloid di Rupert Murdoch: il premier si è pubblicamente scusato per “lo sbaglio” di avere assunto come stratega delle comunicazioni un giornalista che aveva violato la legge, ma l’opposizione laburista lo ha accusato di avere portato «un criminale a Downing street», l’ Economist l’ha bollato come «un danno per la democrazia» e il filo- conservatore Daily Mail ha parlato di “umiliazione” per il primo ministro.

 

DAVID CAMERON A CASA SUA DAVID CAMERON A CASA SUA

Quindi di umiliazioni per il leader conservatore ne è arrivata un’altra, con la fallimentare campagna per sabotare Juncker, bocciata 26-2 dai suoi colleghi della Ue. «Siamo in guerra», ha commentato Cameron, sottinteso con l’Europa, minacciando di lasciare l’Unione nel referendum che vorrebbe fare nel 2017, ma non è servito a spaventare gli altri leader europei, convinti che si tratti di un bluff: la stessa Confindustria britannica, del resto, avverte che la salute dell’economia nazionale dipende dalla permanenza nella Ue. Forse è anche per questo che ieri sera il premier ha fatto buon viso a cattivo gioco, telefonando a Junker per congratularsi con lui.

 

JUNCKER JUNCKER

I guai, in politica come nella vita, spesso non vengono mai da soli, sicché per coincidenza le cose per la Gran Bretagna sono cominciate ad andare male anche in altri settori, in cui il premier oggettivamente non ha colpe. L’Inghilterra è stata eliminata nel girone di qualificazione ai Mondiali di calcio (non succedeva dal 1958), dopo aver perso le prime due partite (non era mai accaduto).

 

Sconfitte analoghe sono arrivate negli stessi giorni in altri due sport di cui gli inglesi si sentono gli inventori, il cricket e il rugby. «Come sembra lontano l’orgoglio nazionale suscitato dal team britannico durante le Olimpiadi di Londra di due anni fa», ha scritto il Times. Qualcuno si augura che in campo sportivo venga una rivincita dal tennis (anche questa un’invenzione inglese) grazie a Andy Murray, che sta difendendo il titolo di campione a Wimbledon: ma se lo rivincesse, quest’anno è possibile che la paternità sarebbe rivendicata dalla sua terra natia, la Scozia, che fra poco più di due mesi voterà in un referendum, negoziato e approvato da Cameron, per diventare una piccola nazione indipendente.

 

brooks cameron 2214683b brooks cameron 2214683b

E se ciò si verificasse il 2014 rappresenterebbe per il premier britannico un annus horribilis quanto quello che funestò la regina Elisabetta con il divorzio tra Carlo e Diana: passerebbe alla storia come colui che ha mandato in pezzi il Regno Unito. Addio “Cool Britannia”, soave etichetta del blairismo, che Cameron sogna di ripristinare convocando un party a Downing street con i vip di cultura e show-business, come fece Blair in ben altra atmosfera nel ‘97. “The death of Great Britain”, morte della Gran Bretagna, è il titolo della poco beneaugurante copertina di Newsweek di questa settimana.

 

ANDY COULSON AL PROCESSO SUL TABLOID GATE ANDY COULSON AL PROCESSO SUL TABLOID GATE

Ma pazienza se ad andare in pezzi fosse soltanto il Regno Unito (e magari non succederà: per il momento i “no” alla secessione della Scozia appaiono in testa). Il peggio è che, a forza di minacciare l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, Cameron rischia di riuscire nell’intento. Le polemiche su Juncker contribuiscono a rafforzare il sempre diffuso euroscetticismo britannico: un sondaggio appena pubblicato dal Daily Mail indica che il 47 per cento voterebbe per lasciare l’Unione (contro il 39 per cento favorevole a restarne parte) nel referendum del 2017; e 150 deputati conservatori su 305 sono dello stesso parere.

 

ANDY MURRAY ANDY MURRAY

Il premier insiste che il suo intento è battersi per far rimanere il Regno Unito in una Ue «riformata e con meno poteri a Bruxelles», pur ammettendo che l’impresa è diventata più difficile dopo la sconfitta su Juncker.

 

Ma Nigel Farage, il leader dell’Ukip, lo ridicolizza: «Non otterrà mai niente dalla Ue, la sua politica europea è un disastro». Parole analoghe, ancora prima del voto su Juncker, le ha pronunciate il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorsky, osservando poco diplomaticamente (non sapeva di essere ascoltato) che Cameron «è uno stupido, in Europa si è fottuto da solo». Epitaffio ancora più bruciante tenuto conto che Sikorsky è un anglofilo, laureato a Oxford come Cameron, di cui era compagno di bisbocce nel Bullingdon Club, l’associazione studentesca più posh della rinomata università britannica.

 

Naturalmente Cameron, uscito da Eton e da Oxford, è tutt’altro che stupido. Non a caso è stato capace di riconquistare il potere, dopo tredici lunghi anni di dominio laburista, riuscendo là dove ben tre leader conservatori di fila avevano fallito prima di lui. Il suo piano, concordano i commentatori a Londra, è chiaro: attaccare la Ue a spada tratta allo scopo di riguadagnare consensi in patria tra gli euroscettici che hanno appoggiato l’Ukip, un’erosione di voti che rischia di fargli perdere le elezioni politiche britanniche in programma fra meno di un anno.

 

radoslaw sikorsky ministro degli esteri polacco radoslaw sikorsky ministro degli esteri polacco

E può anche darsi che in questo modo Cameron riesca a vincerle, visto pure lo scarso carisma del suo avversario laburista Miliband. A quel punto avrebbe tutto il tempo per negoziare qualche concessione da parte della Ue con cui dimostrare al proprio paese che conviene votare “sì” all’Unione Europea nel referendum, come vuole lui: in proposito Angela Merkel gli ha subito inviato qualche segnale di disponibilità. Del resto l’Europa non ha alcun interesse a isolare Londra, ancora meno a spingerla fuori dalla Ue.

 

Per un uomo politico la priorità è farsi rieleggere; i tre anni che mancano al referendum sulla Ue sono un’eternità per il premier, non ha fretta di preoccuparsi del 2017. Ma quella che si prepara per David Cameron è una partita stretta, straordinariamente complicata e sempre più solitaria. In Europa e in patria, ha tutti contro. In questi giorni, dietro il portone del numero 10 di Downing street, deve sentirsi come dentro un bunker.

 

 

DAVID CAMERON ED MILIBAND CELEBRANO LA REGINA ELISABETTA DAVID CAMERON ED MILIBAND CELEBRANO LA REGINA ELISABETTA

 

 

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