CAMERON CON SVISTA - AL PREMIER BRITANNICO VANNO TUTTE STORTE: LA SCONFITTA ALLE EUROPEE, LA CONDANNA DELL’EX BRACCIO DESTRO E LA FIGURACCIA SU JUNCKER. ORA GLI MANCA SOLO LA SECESSIONE SCOZZESE

Enrico Franceschini per ‘La Repubblica’

 

DAVID E SAMANTHA CAMERON CON I FIGLI DAVID E SAMANTHA CAMERON CON I FIGLI

Non è facile arrivare a Downing street. Protetta da barriere di cemento armato anti-terrorismo, un robusto cancello d’acciaio, sofisticati metal-detector e poliziotti in assetto di guerra con il mitra spianato, la strada sinonimo del governo britannico è un vicolo stretto, angusto e inaccessibile nel cuore di Londra, che i turisti si sorprendono di poter vedere e fotografare soltanto da lontano.

 

Di questi tempi appare ancora più remoto. La sconfitta del tentativo di David Cameron di bloccare la nomina di Jean-Claude Juncker a presidente della Commissione Europea, la settimana scorsa, ha sottolineato l’isolamento della Gran Bretagna: su 28 leader dei paesi membri della Ue, soltanto uno, il controverso premier ungherese Orbàn, ha votato con il capo dei conservatori. «Un brutto giorno per l’Europa », ha definito la decisione Cameron. Ma l’ultimo mese non è stato meno brutto per lui.

 

DAVID CAMERON CON KERMIT LA RANA DAVID CAMERON CON KERMIT LA RANA

La “solitudine di Number Ten”, come l’ha chiamata il Financial Times la mattina dopo, evocando lo storico portone dietro cui vive e lavora il primo ministro, è accompagnata da segni di un declino personale che rischia di avere serie conseguenze per tutta la nazione. E anche per l’intero continente.

 

Prima è venuta la vittoria dei populisti dell’Ukip nelle elezioni europee, facendoli diventare il primo partito del Regno Unito e relegando i Tories al terzo posto: una batosta senza precedenti. Poi è stata la volta della condanna di Andy Coulson, ex direttore del News of the World ma più recentemente portavoce di Cameron, nel processo per il Tabloidgate, lo scandalo delle intercettazioni illecite ordite dal tabloid di Rupert Murdoch: il premier si è pubblicamente scusato per “lo sbaglio” di avere assunto come stratega delle comunicazioni un giornalista che aveva violato la legge, ma l’opposizione laburista lo ha accusato di avere portato «un criminale a Downing street», l’ Economist l’ha bollato come «un danno per la democrazia» e il filo- conservatore Daily Mail ha parlato di “umiliazione” per il primo ministro.

 

DAVID CAMERON A CASA SUA DAVID CAMERON A CASA SUA

Quindi di umiliazioni per il leader conservatore ne è arrivata un’altra, con la fallimentare campagna per sabotare Juncker, bocciata 26-2 dai suoi colleghi della Ue. «Siamo in guerra», ha commentato Cameron, sottinteso con l’Europa, minacciando di lasciare l’Unione nel referendum che vorrebbe fare nel 2017, ma non è servito a spaventare gli altri leader europei, convinti che si tratti di un bluff: la stessa Confindustria britannica, del resto, avverte che la salute dell’economia nazionale dipende dalla permanenza nella Ue. Forse è anche per questo che ieri sera il premier ha fatto buon viso a cattivo gioco, telefonando a Junker per congratularsi con lui.

 

JUNCKERJUNCKER

I guai, in politica come nella vita, spesso non vengono mai da soli, sicché per coincidenza le cose per la Gran Bretagna sono cominciate ad andare male anche in altri settori, in cui il premier oggettivamente non ha colpe. L’Inghilterra è stata eliminata nel girone di qualificazione ai Mondiali di calcio (non succedeva dal 1958), dopo aver perso le prime due partite (non era mai accaduto).

 

Sconfitte analoghe sono arrivate negli stessi giorni in altri due sport di cui gli inglesi si sentono gli inventori, il cricket e il rugby. «Come sembra lontano l’orgoglio nazionale suscitato dal team britannico durante le Olimpiadi di Londra di due anni fa», ha scritto il Times. Qualcuno si augura che in campo sportivo venga una rivincita dal tennis (anche questa un’invenzione inglese) grazie a Andy Murray, che sta difendendo il titolo di campione a Wimbledon: ma se lo rivincesse, quest’anno è possibile che la paternità sarebbe rivendicata dalla sua terra natia, la Scozia, che fra poco più di due mesi voterà in un referendum, negoziato e approvato da Cameron, per diventare una piccola nazione indipendente.

 

brooks cameron 2214683bbrooks cameron 2214683b

E se ciò si verificasse il 2014 rappresenterebbe per il premier britannico un annus horribilis quanto quello che funestò la regina Elisabetta con il divorzio tra Carlo e Diana: passerebbe alla storia come colui che ha mandato in pezzi il Regno Unito. Addio “Cool Britannia”, soave etichetta del blairismo, che Cameron sogna di ripristinare convocando un party a Downing street con i vip di cultura e show-business, come fece Blair in ben altra atmosfera nel ‘97. “The death of Great Britain”, morte della Gran Bretagna, è il titolo della poco beneaugurante copertina di Newsweek di questa settimana.

 

ANDY COULSON AL PROCESSO SUL TABLOID GATE ANDY COULSON AL PROCESSO SUL TABLOID GATE

Ma pazienza se ad andare in pezzi fosse soltanto il Regno Unito (e magari non succederà: per il momento i “no” alla secessione della Scozia appaiono in testa). Il peggio è che, a forza di minacciare l’uscita della Gran Bretagna dalla Ue, Cameron rischia di riuscire nell’intento. Le polemiche su Juncker contribuiscono a rafforzare il sempre diffuso euroscetticismo britannico: un sondaggio appena pubblicato dal Daily Mail indica che il 47 per cento voterebbe per lasciare l’Unione (contro il 39 per cento favorevole a restarne parte) nel referendum del 2017; e 150 deputati conservatori su 305 sono dello stesso parere.

 

ANDY MURRAY ANDY MURRAY

Il premier insiste che il suo intento è battersi per far rimanere il Regno Unito in una Ue «riformata e con meno poteri a Bruxelles», pur ammettendo che l’impresa è diventata più difficile dopo la sconfitta su Juncker.

 

Ma Nigel Farage, il leader dell’Ukip, lo ridicolizza: «Non otterrà mai niente dalla Ue, la sua politica europea è un disastro». Parole analoghe, ancora prima del voto su Juncker, le ha pronunciate il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorsky, osservando poco diplomaticamente (non sapeva di essere ascoltato) che Cameron «è uno stupido, in Europa si è fottuto da solo». Epitaffio ancora più bruciante tenuto conto che Sikorsky è un anglofilo, laureato a Oxford come Cameron, di cui era compagno di bisbocce nel Bullingdon Club, l’associazione studentesca più posh della rinomata università britannica.

 

Naturalmente Cameron, uscito da Eton e da Oxford, è tutt’altro che stupido. Non a caso è stato capace di riconquistare il potere, dopo tredici lunghi anni di dominio laburista, riuscendo là dove ben tre leader conservatori di fila avevano fallito prima di lui. Il suo piano, concordano i commentatori a Londra, è chiaro: attaccare la Ue a spada tratta allo scopo di riguadagnare consensi in patria tra gli euroscettici che hanno appoggiato l’Ukip, un’erosione di voti che rischia di fargli perdere le elezioni politiche britanniche in programma fra meno di un anno.

 

radoslaw sikorsky ministro degli esteri polacco radoslaw sikorsky ministro degli esteri polacco

E può anche darsi che in questo modo Cameron riesca a vincerle, visto pure lo scarso carisma del suo avversario laburista Miliband. A quel punto avrebbe tutto il tempo per negoziare qualche concessione da parte della Ue con cui dimostrare al proprio paese che conviene votare “sì” all’Unione Europea nel referendum, come vuole lui: in proposito Angela Merkel gli ha subito inviato qualche segnale di disponibilità. Del resto l’Europa non ha alcun interesse a isolare Londra, ancora meno a spingerla fuori dalla Ue.

 

Per un uomo politico la priorità è farsi rieleggere; i tre anni che mancano al referendum sulla Ue sono un’eternità per il premier, non ha fretta di preoccuparsi del 2017. Ma quella che si prepara per David Cameron è una partita stretta, straordinariamente complicata e sempre più solitaria. In Europa e in patria, ha tutti contro. In questi giorni, dietro il portone del numero 10 di Downing street, deve sentirsi come dentro un bunker.

 

 

DAVID CAMERON ED MILIBAND CELEBRANO LA REGINA ELISABETTA DAVID CAMERON ED MILIBAND CELEBRANO LA REGINA ELISABETTA

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...