renzi duce

COMUNALI CHE STRIZZA – IL DUCETTO DI RIGNANO SULL’ARNO SPOSTA PIÙ AVANTI POSSIBILE LE AMMINISTRATIVE DEL 2016: SI PARLA DEL 12-26 GIUGNO – A RENZI SERVE PIÙ TEMPO PER RISOLVERE I TANTI CASINI DEL PD SUL TERRITORIO, A COMINCIARE DA ROMA

Fabio Martini per “la Stampa

 

RENZI MARINORENZI MARINO

Lungo lo Stivale i punti di crisi si stanno moltiplicando, ogni giorno si aggiunge un fastidio in più per il Pd e per il premier. Il terremoto di Roma non finisce più, il governatore campano De Luca è appeso a una prossima sentenza della Consulta.
In diverse città grandi e medie il Pd non sa ancora con quali candidati affronterà la battaglia.


Uno scenario non compromesso, ma complesso rispetto al quale il presidente del Consiglio sta coltivando una prima suggestione: quella di indire le elezioni amministrative previste nel 2016 nella domenica più avanzata possibile, nella speranza di avere più tempo possibile per riassorbire ferite e traumi e al tempo stesso per poter dispiegare il massimo dell' azione governativa.

 

Ecco perché a Palazzo Chigi coltivano l' idea di fissare il turno delle amministrative previste nel 2016 alle soglie dell' estate, nella seconda domenica di giugno: il 12. Quel giorno si voterebbe per le cinque città politicamente più significative del Paese: Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna, che - a prescindere dal Pil e dal numero di abitanti - nell' immaginario collettivo resta la «capitale» della sinistra tradizionale.

RENZI MARINORENZI MARINO


E il ballottaggio sarebbe fissato il 26 giugno, in estate, in una domenica nella quale gli elettori meno «motivati» non torneranno alle urne. Un tempo a disertare erano gli elettori di destra, più abbienti, in questa stagione politica è complicato fare previsioni su quali saranno gli elettori più «motivati», quelli pro o quelli contro?


Ma comunque prima di arrivare a quell' appuntamento, Renzi e il Pd devono gestire nel modo più efficace due punti di crisi, uno in corso (Roma) e uno possibile (la Regione Campania). A Roma si è di nuovo complicato tutto. Dopo essersi dimesso sull' onda della vicenda delle note spese, ma soprattutto per effetto del pressing personale del presidente del Consiglio, Ignazio Marino si era rinchiuso in un insolito silenzio.


Certo, il tempo di ricostruire i tasselli di tutte le ricevute contestate e dunque la speranza di riconquistare l' onore perduto.


Ma anche il tentativo di un ultimo contropiede. Nella conferenza stampa Marino ha lanciato due messaggi: la questione delle note-spese si va risolvendo e non sono indagato; se così fosse, potrei anche pensare di ritirare le mie dimissioni.

marino renzi  foto mezzelani gmt325marino renzi foto mezzelani gmt325


La decisione con quale Marino si è inaspettatamente riproposto, ha determinato un «vuoto» davvero sorprendente: per due ore i principali protagonisti della scena nazionale sono rimasti in silenzio. Neppure una dichiarazione in tv o sulle agenzie. Un record. Il tempo di consentire a Matteo Renzi di decidere il da farsi. E la decisione è arrivata: pollice verso.

 

La parziale schiarita della vicenda-cene, secondo Palazzo Chigi, non cambia dunque la sostanza: Marino deve andare a casa. A quel punto, con la linea in tasca, il presidente del Pd Matteo Orfini incontra i consiglieri comunali del Pd e per quanto la linea prevalente sia quella di arrivare allo scioglimento del Consiglio comunale, il gruppo non è compatto.

pisapiapisapia

 

Viene fatta diffondere una «velina» secondo la quale il Pd è tutto contro Marino e il sindaco, nel suo studio in Campidoglio, commenta: «Sì, ma a questo punto, dopo il chiarimento sulle note-spese, l' onere della prova spetta al Pd: perché mi devo dimettere?». E i calcoli che si fanno in Campidoglio dicono che, se Marino ritirasse le sue dimissioni, in Consiglio comunale il Pd, per arrivare a quota 27, dovrebbe unire i suoi voti a quelli del Cinque Stelle e della destra ex missina per sfiduciare Marino con un documento «unitario». Un' impresa complicata.

graziano  anna serafini  piero fassinograziano anna serafini piero fassino


Anche perché il più recente sondaggio Emg è impietoso per il Pd: nel voto di lista i Cinque Stelle sarebbero nettamente in testa con il 31,8% di preferenze, Pd staccato al 19,7%. Intorno al 9% Forza Italia e Fratelli d' Italia, la stessa percentuale di un' ipotetica Lista Marino.

Antonio Bassolino e moglie Antonio Bassolino e moglie

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen elly schlein

FLASH! - AVVISATE MELONI: IL VOTO DI FRATELLI D'ITALIA NON DOVREBBE SERVIRE NEL VOTO DI SFIDUCIA PRESENTATA DA 76 EURODEPUTATI DI ESTREMA DESTRA NEI CONFRONTI DELLA COMMISSIONE E DI URSULA VON DER LEYEN - LA TAFAZZIANA MINACCIA DI ASTENSIONE DEL GRUPPO PSE DEI SOCIALISTI EUROPEI (PD COMPRESO) SAREBBE RIENTRATA: IL LORO VOTO A FAVORE DELLA SFIDUCIA A URSULA SAREBBE STATO COPERTO DALLA CAMALEONTE MELONI, IN MANOVRA PER "DEMOCRISTIANIZZARSI" COL PPE, SPOSTANDO COSI' A DESTRA LA MAGGIORANZA DELLA COMMISSIONE... 

giorgia meloni vacanza vacanze

DAGOREPORT - ALLEGRIA! DOPO TRE ANNI DI MELONI, GLI ITALIANI SONO SENZA SOLDI PER ANDARE IN VACANZA! - L'OMBRELLONE DELL’ESTATE 2025 SI È CAPOVOLTO E DEI VOLTEGGI INTERNAZIONALI DELLA “GIORGIA DEI DUE MONDI”, LA “GGENTE” SI INTERESSA QUANTO UN GATTO ALLA MATEMATICA: NIENTE. SI INCAZZA ED INIZIA A PENSARE AL PROSSIMO PARTITO DA VOTARE SOLO QUANDO APRE IL PORTAFOGLIO E LO TROVA VUOTO: DOVE E' FINITO IL “DIRITTO” AL RISTORANTE “ON THE BEACH” E ALL’ALBERGO “ON THE ROCKS”? - A DARE NOTIZIA CHE LE TASCHE DEGLI ITALIANI VERDEGGIANO È “IL TEMPO”, UNO DEI PORTABANDIERA DI CARTA DEL GOVERNO MELONI: ‘’CAUSA CRISI, PREZZI ALLE STELLE, NEANCHE UN ITALIANO SU DUE ANDRÀ IN VACANZA E DI QUESTI, OLTRE IL 50%, OPTERÀ PER UN SOGGIORNO RIDOTTO DI 3-5 GIORNI, CERCANDO MAGARI OSPITALITÀ PRESSO AMICI E PARENTI...” - MA PER L'ARMATA BRANCA-MELONI, IL PEGGIO DEVE ARRIVARE. UN PRIMO SEGNALE È STATO IL PING-PONG SULL’AUMENTO, RIENTRATO, DEI PEDAGGI, MENTRE INTANTO STANNO BUSSANDO ALLA PORTA I DAZI TRUMPIANI. NEL 2026 INFINE FINIRA' LA PACCHIA MILIARDARIA DEL PNRR - UN PRIMO E IMPORTANTISSIMO TEST PER RENDERSI CONTO DELL’UMORE NERO DEGLI ITALIANI SARÀ LA CHIAMATA ALLE URNE PER LE REGIONALI D’AUTUNNO. SE LA MELONI SI BECCA UNA SBERLA SU 4 REGIONI SU 5, TUTTI I CAZZI VERRANNO AL PETTINE...

giorgia meloni merz zelensky starmer ursula von der leyen macron

FLASH – ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE DELL’UCRAINA, PREVISTA A ROMA L’11 LUGLIO, IL PRIMO MINISTRO BRITANNICO, KEIR STARMER, E IL PRESIDENTE FRANCESE, EMMANUEL MACRON, NON CI SARANNO. I DUE HANNO FATTO IN MODO DI FAR COINCIDERE UNA RIUNIONE DEI "VOLENTEROSI" PRO-KIEV LO STESSO GIORNO – ALL’EVENTO PARTECIPERANNO INVECE IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, E URSULA VON DER LEYEN. A CONFERMA DEL RIPOSIZIONAMENTO CENTRISTA DI GIORGIA MELONI CON GRADUALE AVVICINAMENTO DI GIORGIA MELONI AL PPE...

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?