CONDANNATO A RESTARE – BERLUSCONI TENTA DI GASARE I SUOI DEPUTATI: “RITORNEREMO IL PRIMO PARTITO IN DUE ANNI E CHI RESTA CON ME VERRÀ RICANDIDATO” – E ALLA FESTA DI VILLA GERMETTO CONFESSA IL RAMMARICO PER IL FATTO DI NON AVER TROVATO UN EREDE
1.BERLUSCONI: “RESTO IN CAMPO CHI STA CON ME SARÀ RICANDIDATO”
C.L. per “la Repubblica”
«Io so riconoscere la lealtà e state sicuri che non vi abbandonerò per strada, mi ricorderò di voi uno per uno». Silvio Berlusconi arriva a tarda sera alla Terrazza Caffarelli con vista sul cuore di Roma, lo attendono i senatori e i deputati per festeggiare il suo settantanovesimo compleanno ma soprattutto per essere rassicurati sul futuro assai incerto.
«Abbiate fiducia in me» dice, nonostante la campagna lanciata da Verdini a sinistra e l’assalto di Salvini a destra. «Io resto il leader di Forza Italia — continua con le garanzie ai suoi — torno in campo, sento la responsabilità del Paese e ritorneremo primo partito in due anni». Lunedì sera, alla cena di Villa Gernetto con gli imprenditori brianzoli, era stato ancora più schietto: «Io ci ho provato a farmi da parte, ma non ci riesco, devo rimanere in campo ».
Alla cena in Terrazza si presenta con Francesca Pascale al fianco e smentisce l’ennesima indiscrezione su una separazione imminente, supportata stavolta dalla notizia dell’acquisto per lei di Villa Giambelli a Rogoredo, in Brianza. «Nessuna crisi. Ho comprato una casa per noi a otto minuti da Arcore per farne la residenza mia e di Francesca, perché Arcore è diventato un quartier generale, un porto di mare con nessuna intimità» spiega Berlusconi a chi gli chiede. E pazienza se la villa risulta intestata solo a lui, non a entrambi. La stessa operazione del resto la coppia la starebbe portando a termine a Roma. «Ma poi vi pare che se la volesse allontanare, la terrebbe a otto minuti da casa sua?» spiegava ieri Mariarosaria Rossi ai colleghi in Senato.
SILVIO BERLUSCONI E LICIA RONZULLI ALLA FESTA DI COMPLEANNO
L’incontro con Salvini ventilato nei giorni scorsi per oggi, slitta ancora. «Lui non mi vuole premier? Ho sempre detto che alla mia età voglio fare il regista, non certo il premier » risponde il Cavaliere a margine della cena. Ai parlamentari il leader dirà la sua anche sui “traditori”: «Siamo contenti degli addii di questi professionisti della politica, siamo più coesi e uniti» e pazienza se altri esodi sono forse imminenti.
Berlusconi arriva in serata a Roma dopo aver trattato ancora con Mr Bee ad Arcore sull’affare Milan ancora in alto mare ed è reduce della lussuosa cena che martedì la compagna gli ha organizzato a sorpresa a Villa Gernetto. Candele, abiti da sera, Bocelli che canta, presenti i figli, Confalonieri, Doris, Letta, l’allenatore Mihajlovic e i direttori dei tg Mediaset. Torta gigante fatta preparare dalla fidanzata. Ma solo con le iniziali, niente numero.
2. LA FESTA SEGRETA DEL COMPLEANNO DI SILVIO
Salvatore Dama per “Libero Quotidiano”
Chiedo scusa: ma mi dovrete sopportare ancora per un bel po'». Silvio Berlusconi spegne la candelina (una) e scherza sulla sua anagrafe. Entrando nell' ottantesimo anno di età, il Cavaliere fa sapere che non pensa minimamente alla quiescenza: «Resto in campo». In politica, nelle aziende, nello sport. E in famiglia, perché Silvio smentisce di voler rimanere da solo. La convivenza con Francesca Pascale prosegue, fanno sapere dall' inner circle, e l' acquisto di Villa Giambelli, a Casatenovo, non deve dare adito a interpretazioni. Mille e 140 metri quadrati, con tre bagni e più di cinque locali.
Box doppio e 15 ettari di giardino. La magione, situata in provincia di Lecco, è costata 2,5 milioni di euro. Ma non è la cifra che avrebbe sborsato il Cav per liquidare la fidanzata, come sostengono i maligni. Che evocano il "modello Veronica". La signora Lario, per diversi anni, ha abitato, da separata-dirimpettaia, nella villa di Macherio, a sei chilometri da Arcore. Appena un po' più vicina di Villa Giambelli, che Google maps segnala a 8 chilometri dal quartier generale berlusconiano.
Malelingue. Secondo alcuni, Berlusconi, per cementare il rapporto con Francesca, avrebbe addirittura cointestato la nuova proprietà. Però non è così. Al catasto figura come unico proprietario. Il rogito è stato firmato il 22 settembre e trascritto il 25. Domanda: ma a che gli serve un' altra casa? Risposta: Villa San Martino, negli anni, è diventata la sede operativa dell' ex premier. Dove - si è lamentato - «non sono più libero di girare in pigiama».
silvio berlusconi con francesca pascale
Troppo avventori: parlamentari, manager, dirigenti sportivi, broker. Di qui l' esigenza (riferita dal Corriere e dal Giornale di Merate) di un avere una casa che sia tale, lasciando ad Arcore il lavoro. Un discorso analogo potrebbe essere affrontato anche a Roma, dove Silvio è in predicato di lasciare Palazzo Grazioli, per trovarsi una residenza, magari non troppo vicina al Parlamento, dove non si accalchino file di attendenti.
Villa Gernetto, invece, è ufficialmente diventata il luogo degli eventi. E delle feste. Berlusconi vi ha celebrato due volte il compleanno. Lunedì sera, con degli imprenditori brianzoli e una torta con i colori del Milan. E poi di nuovo martedì, con i suoi cari. C' era tutta la famiglia al completo, figli e nipoti compresi. Berlusconi senior ha spento la candelina, unica su una torta con le iniziali S e B, insieme a Silvio junior, il figlio di Marina.
C' erano il fratello Paolo e le figlie Luna e Alessia. E ancora: Gianni Letta, Niccolò Ghedini, Licia Ronzulli, Maria Rosaria Rossi.
I manager delle aziende, a partire da Fedele Confalonieri e Adriano Galliani, l' allenatore del Milan Siniša Mihajlovic, i direttori dei telegiornali e dei giornali del gruppo. A sorpresa, si è esibito Andrea Bocelli interpretando la Turandot di Giacomo Puccini. Il tenore è di casa. In Brianza e in Sardegna, dove ha cantato anche per Vladimir Putin.
Berlusconi? È stato disponibile e socievole come suo solito, ma ad alcuni invitati ha confessato la preoccupazione che lo tormenta. Si considera ancora «insostituibile» come leader del centrodestra, ma i tempi della giustizia di Strasburgo si allungano.
Gli era stata prospettata una tempistica diversa relativamente al giudizio sul suo ricorso contro lo Stato italiano e l' applicazione retroattiva della legge Severino. Ma la Corte dei diritti umani non esaminerà il caso Berlusconi nei prossimi mesi. La sentenza sembra destinata a slittare al 2017, se non peggio.
L' impossibilità di candidarsi, ma anche la consapevolezza di non riuscire a trovare un erede, sono il cruccio berlusconiano. Che, alla vigilia degli ottant' anni, non si vuole far rottamare.