giuseppe vegas

LA CONSOB INCONSOLABILE - SONO PASSATI 18 MESI E RENZI ANCORA NON HA NOMINATO I MEMBRI DELL'AUTHORITY - TRA VEGAS INDAGATO, IL RUOLO NELLA FUSIONE UNIPOL-FONSAI, E LE ATTUALI MANOVRE INTORNO AD ANSALDO, SAIPEM, TELECOM E CDP, SERVIREBBE UNA COMMISSIONE FUNZIONANTE. INVECE È ZOPPA, E AL GOVERNO FA COMODO COSÌ

Gianni Barbacetto per il “Fatto Quotidiano

 

Premio Guido Carli Roberto Rocchi Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Roberto Rocchi Giuseppe Vegas

Sono passati 18 mesi, un anno e mezzo, e la promessa di completare la composizione della Consob non è ancora stata mantenuta. La Commissione che vigila sulla Borse e i mercati finanziari è stata riformata da Renzi nel giugno 2014: dopo essere stata ridotta a tre membri dal governo Monti, è tornata per legge a essere formata da cinque commissari. Ma poi il presidente del Consiglio ne ha nominato uno solo, Anna Genovese, che si è affiancata a Paolo Troiano e al presidente Giuseppe Vegas. Quando arriveranno i due commissari mancanti? Perché Renzi non si decide a sceglierli?

Premio Guido Carli Giuseppe Vegas Premio Guido Carli Giuseppe Vegas

 

Per fare le due nuove nomine, Palazzo Chigi aveva avviato una procedura via web, raccogliendo circa 160 manifestazioni d’interesse, con relativi curricula. Da questi, aveva poi selezionato una rosa di dodici nomi da cui sembrava che nel maggio 2015 stessero per arrivare i due prescelti. Erano circolati i nomi di Emilio Barucci e Marina Tavassi, poi quello di Carlotta De Franceschi.

 

Non senza critiche: per i possibili conflitti d’interesse, per le accuse di scarsa autonomia e competenza. Comunque, alla fine, anche la procedura via web è rimasta senza risultato. Renzi però aveva fatto intendere che entro il settembre 2015 avrebbe deciso: è arrivato dicembre e la Consob rimane un’istituzione zoppa. Per la sua composizione incompleta, certo.

 

Ma anche perché Vegas resta indagato dalla procura di Roma nell’inchiesta che riguarda le nomine interne (quelle di Francesca Amaturo a direttore della segreteria del presidente, di Gaetano Caputi a segretario generale, di Gabriele Aulicino a condirettore, di Guido Stazi a funzionario generale) e gli spostamenti internazionali (quello del funzionario Luca Giordano inviato a Madrid).

giuseppe vegas giu tremontigiuseppe vegas giu tremonti

 

In più, la procura di Torino sta mettendo il naso anche nel ruolo giocato dalla Consob nella fusione Fonsai-Unipol, che benedetti da Mediobanca sono convolati a nozze facendo nascere Unipolsai. E allora, perché Renzi non coglie l’occasione per completare l’Autorità, o magari addirittura rinnovarla, scegliendo un nuovo presidente? Vegas, che negli ultimi anni ha guidato la Consob come un monarca, ha perso i suoi punti di riferimento politici (Giulio Tremonti prima, il Nuovo centrodestra poi) ed è diventato malleabile e molto attento ai desideri del governo Renzi.

 

IL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGASIL PRESIDENTE DELLA CONSOB GIUSEPPE VEGAS

In Consob, poi, la commissaria Genovese è stata soprannominata “Mercurio”: perché è considerata il messaggero, non degli dei, ma della ministra Maria Elena Boschi. Insomma, a guardarla con disincanto, viene il dubbio che una Autorità zoppa sia meglio di una Commissione nel pieno della sua autonomia, o per lo meno che così com’è sia più gradita alla politica, viste le delicate partite che sono in corso, da Telecom- Vivendi a Saipem-Cdp, da AnsaldoBreda a Montepaschi, per non dire del riassetto delle Popolari. Tutte faccende in cui il governo ha interessi precisi da far valere.

 

anna genoveseanna genovese

Le Popolari, per esempio: Consob ha avviato un’indagine conoscitiva sulle eventuali manovre di insider trading sui titoli che sarebbero avvenute dopo la decisione del governo –presa ma non ancora pubblica –di fare la riforma delle Popolari. Ancor più clamoroso il caso Ansaldo. Finmeccanica, controllata dallo Stato, agli inizi di novembre ha venduto alla giapponese Hitachi la AnsaldoBreda (produzione di treni) e il 40 per cento di Ansaldo Sts (sistemi di segnalamento del traffico). Il prezzo, 791 milioni, è la somma della cifra per la prima (30 milioni) e la seconda (761 milioni).

 

paolo troiano paolo troiano

Ma AnsaldoBreda, che negli ultimi anni ha accumulato perdite per oltre 1 miliardo di euro, ha di fatto valore negativo, mentre la Sts è un gioiellino che vale più della cifra dichiarata. Il totale potrebbe dunque nascondere una compensazione: alzo il prezzo dell’una e abbasso quello dell’altra. Con il risultato di diminuire il valore dichiarato della Ansaldo Sts, in modo che Hitachi possa lanciare ora l’opa sul restante 60 per cento della società a un prezzo molto conveniente, quello dichiarato da Finmeccanica: 9,5 euro per azione, invece dei 12 euro o più che sarebbe il valore reale.

 

carlo cimbricarlo cimbri

La Consob dovrà dire qualcosa sulla vicenda, dopo che le sono arrivate le istanze di alcuni fondi azionisti della società. La Commissione ha dato il via libera anche alla vendita di una partecipazione di Saipem da Eni al Fondo Strategico Italiano (Fsi), controllato dalla Cassa Depositi e Prestiti di Claudio Costamagna. Senza obbligo di opa, ha decretato. Così il 12,5 per cento di Saipem è passato a Fsi ed Eni ha incassato 463 milioni di euro, pagati da un fondo pubblico: un bell’aiutino alla società petrolifera, che ha chiuso il terzo trimestre con una perdita netta di 950 milioni, l’utile operativo crollato del 79 per cento (-290 milioni) e l’indebitamento attestato, a fine settembre, a quota 18,4 miliardi.

 

SAIPEM SAIPEM

Cassa Depositi e Prestiti, finanziata con i risparmi postali degli italiani, per statuto non può investire in aziende che non abbiano i bilanci sani. Eppure l’ingresso in Saipem assomiglia molto a un salvataggio, con annessa promessa di una ricapitalizzazione da 3,5 miliardi, che dovrà essere decisa dall’assemblea convocata proprio per oggi.

 

Insomma: Consob ha dossier scottanti sul tavolo. E allora: forse è meglio che a gestirli sia un presidente dimezzato e una Commissione debole, con Anna “Mercurio” Genovese a far la spola con Palazzo Chigi?

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...