DATE ROMA AI GRILLINI! - BUTTAFUOCO: “METTIAMOLI ALLA PROVA. A PARMA PIZZAROTTI AMMINISTRA. A RAGUSA I GRILLINI FANNO BENISSIMO. È GIUNTO IL MOMENTO DI PROVARLO, IL VAFFA, FINO ALLA RADICE DEL BUDELLO. SE VA BENE, BENE. SE VA MALE, ANCORA MEGLIO. NON SE NE PARLERÀ PIÙ”

Pietrangelo Buttafuoco per il “Fatto quotidiano”

 

buttafuoco pietrangelo buttafuoco pietrangelo

A proposito di grillini. E' significativo che si parli di Roma e niente di Milano. In Lombardia - a parte la ributtante scena delle arance da consegnare a un uomo arrestato - il M5s non è in arrivo. Alle porte di Roma, invece, sì. Ed è all' ordine delle cose. Vinceranno, dicono tutti.

 

E dare Roma ai grillini, specialmente adesso, con le delicatissime cose prossime ad accadere - il Giubileo tra tutte - non potrà che essere una ghiotta occasione: quella di metterli alla prova. E vedere l' effetto che fa. Vinceranno, ringhiano i tassinari. Vinceranno, ripetono i ristoratori.

ignazio marino su chi  4ignazio marino su chi 4

 

E che vincano, al punto di prendersi il Campidoglio, se lo augurano in tanti così da risolvere quello che nella conta della politica, oltre la destra e la sinistra, è il punto N del nulla. Si parla di Roma e non di Milano perché ancor più di quest' ultima - pur sempre speciale, emancipata dalle pochezze italiote - è la Capitale ad assomigliare in tutto all' Italia intera. La teoria traffica con la realtà molto più di quanto non s' immagini. Pizzarotti, anche a dispetto dello stesso M5s, a Parma amministra.

 

A Ragusa, giusto un altro esempio, il M5s - al netto delle ovvie difficoltà della disperazione di Sicilia - amministra non bene, benissimo. Ragusa, certo, non è Roma ma è la città dove la sezione che fu di Forza Italia - il partito del 61 a zero, epicentro del terremoto trasformista - è diventata sede del Pd nel giro di un mattino. E stare al municipio mentre il Partito della Nazione resta fuori un senso tutto da svelare lo reclama.

beppe grillo casaleggio  marcia perugia assisi beppe grillo casaleggio marcia perugia assisi

 

Chi corre a votare il M5s non vuole neppure conoscerli, poi, i suoi beniamini. Cosa sono o cosa possano diventare i grillini - a Roma, soprattutto a Roma - è, propriamente, un fatto secondario. Sono il vaffa, i grillini e dopo aver verificato il risultato della società civile messa alla prova - Marino è l' esempio che fa scuola - è giunto il momento di provarlo, il vaffa, fino alla radice del budello.

 

Se si parla di Roma e non di Milano per le amministrative è segno di un allerta tutto dentro alla corruzione della cosiddetta nazione infetta. La vera terra di mezzo non è la palude degli impicci ma il sottobosco del rancore.

 

beppe grillo gianroberto casaleggiobeppe grillo gianroberto casaleggio

Quando si dice parlare alla testa è un conto, parlare alla pancia un altro, arrivare infine al culetto, e aprire lì un forum di discussione diventa un altro paio di maniche. E sono maniche su cui, oggi, più che l' antipolitico, si sbraccia il "non politico". Andare "contro la politica", infatti, è stato il banco di prova di Marino.

 

Quella del chirurgo e dei suoi scontrini, però, è stata solo una stravagante mascherata del realismo politico: l' alchimia di un Bettini, pur nume e tutore di una continuità che par te da due protagonisti quali Rutelli e Veltroni, andata poi ad affumarsi in un disastro che - Deo gratias - ha messo fine al mito della purezza razziale dei "civili" prestati alla res publica. Il nulla di politica, dunque, attende adesso la sua prova. Vinceranno, dicono. Lasciateli vincere, infine. Soprattutto a Roma. Se va bene, bene. Se va male, ancora meglio.

 

campidogliocampidoglio

Non se ne parlerà più. La politica sarà costretta alla responsabilità che le compete e perciò la sinistra saprà trovare il modo di passare dalle braccia amiche di Verdini alle braccia non amiche di Grillo mentre la destra, invece evitando di sacrificare cavalli da corsa in una trista gara municipale potrà dedicarsi alla leadership nazionale.

 

Il punto X nell' incombere di cotanta N - se vale un consiglio non richiesto - non è di mettersi con Berlusconi ma di prendergli il posto perché fintanto che il Cav. cincischia, la realtà farà strame della più splendida tra le teorie.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…