verdini renzi

DENIS LA MINACCIA - VERDINI CONDENSATO IN UNA FRASE: ''IO SONO IL TAXI. SE VUOI RIMANERE AL POTERE SOLO IO TI CONDUCO DA BERLUSCONI A MATTEO''. CHE SECONDO LUI GOVERNERÀ PER I PROSSIMI 10 ANNI, E NON VUOLE PERDERSI IL BALLO

Tommaso Ciriaco per ''la Repubblica''

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

«Tutti mi chiedono cosa ci guadagnano a venire con me. Gli rispondo che sono il taxi. Vuoi rimanere al potere? Solo io ti conduco in dieci minuti da Berlusconi a Matteo». A pancia piena, in una saletta riservata di un noto ristorante del centro romano, davanti ai commensali più fedeli, Denis Verdini si sbottona. Spiega, chiarisce e disegna su un foglietto la sua tela. La "tela del ragno".

 

Dove c' è un transfuga, là c' è l' ex macellaio toscano. Un tempo li portava in dote ad Arcore, oggi li serve su un piatto d' argento a Renzi. Sono già dodici senatori e undici deputati. E cresceranno. Siccome adora Pirandello, lo cita a memoria mentre seleziona prede: «Preferisco i personaggi in cerca d' autore». Promette l' eldorado, li seduce con l' ultima lettera inviata a Berlusconi.

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

Che recitava: «Caro Silvio, la politica moderna è leadership. Prima c' eri tu, ora Renzi. Hai quasi ottant' anni e non puoi competere. Se non fai il padre nobile andrai a sbattere. Sarà lui a governare l' Italia per i prossimi dieci anni». E Verdini vuole partecipare al ballo: «Ho giurato a Matteo che costruiremo assieme il partito della nazione».

 

VERDINI E RENZI due VERDINI E RENZI due

Affrettatevi - avverte quando incontra le sue vittime - restano solo posti in piedi. Ma cosa promette Verdini per convincerne così tante? «Posti di governo o presidenze di commissione no - ragiona Maurizio Gasparri, mentre Forza Italia si dissangua goccia dopo goccia - sarebbe troppo plateale. Piuttosto, una poltrona in qualche cda minore, ente o regione, o una nomina a commissario liquidatore. Nessuno se ne accorge. Niente di illegale, eh, solo miserie». Però è un metodo. Un sistema che in questa fase raggiunge tutti gli obiettivi.

 

Via Poli 29, Roma centro. Da qualche giorno l' ascensore del palazzo fa su e giù a un ritmo insolito. Ferma sempre al quarto piano, dove lavora Verdini. Due rampe più in basso, da una dépendance della Regione Campania, si affaccia Bruno Cesario. Napoletano, nel gruppo dei Responsabili nel 2010 e oggi al fianco di Vincenzo De Luca.

 

VERDINI BERLUSCONIVERDINI BERLUSCONI

«Ah, Denis... Se passa con lui la metà dei parlamentari che vedo entrare da quel portone, di FI resterà ben poco ». Il piano è inclinato: «E chi ci ferma? - assicura Verdini - Al Senato diventeremo presto quindici ». Il prossimo è Giuseppe Ruvolo (Gal). Alla Camera l' obiettivo è quota venti. I conti li tiene direttamente con Luca Lotti: si intendono a meraviglia. C' è una linea diretta tra i due. Stessa musica con Renzi, chiamato affettuosamente "Matteuccio". Quando è bloccato a Firenze - l' ultima volta venerdì - invia Lucio Barani da Lotti a Palazzo Chigi.

 

BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS

La strategia del ragno ispira l' ex factotum repubblicano. Tesse la tela usando un database ereditato dai gloriosi tempi alla corte del Cavaliere. Nomi, numeri, dettagli della galassia berlusconiana. Con uno schema che funziona alla grandissima. Trilla il cellulare del peone: «Sono Denis, posso offrirti un caffè?». L' appuntamento è ai tavolini del caffè Ciampini, a due passi da Montecitorio. E tutti accettano. «Lo sa perché? - racconta sempre Gasparri - Perché a tutti dice: "Icchè tu voi? Che problema c' hai? Dì a me..."».

 

maria rosaria rossi e la testa di verdinimaria rosaria rossi e la testa di verdini

A furia di dire a lui, l' Alleanza liberpopolare ha dovuto contattare il questore del Senato: «Non abbiamo spazio, ci servono altre due stanze». Detto, fatto: due nuovi uffici a Palazzo Giustiniani. Nel suo mirino c' è in primo luogo Berlusconi: vuole sfilargli le truppe, non ha digerito il dominio delle "ragazzine" del cerchio magico. «Ormai - picchia Vincenzo D' Anna - comandava la servitù». Se gli azzurri attaccano, i verdiniani rispondono. E i toni sono quelli che sono: «Gli amici di FI usino cautela parlando di Denis. È galantuomo, conosce la loro biografia e mantiene riserbo », sibila l' ex ministro siciliano Saverio Romano.

 

Il parquet del quartier generale scricchiola quando passa. Si è messo a dieta e ha sostituito le cravatte troppo colorate, ma resta ingombrante. E lo sa: «Non posso stare in prima fila». Troppo berlusconiano per succedere a Silvio. L' ha ripetuto anche a Fitto: «Sii onesto con te stesso, nessun ministro di Berlusconi potrà guidare i moderati». E infatti sogna di lanciare con una convention un contenitore di centro, affidandolo a un leader non compromesso col ventennio di Arcore.

 

«Quando ci penso - confida - mi vengono in mente Casini o Rutelli con vent' anni di meno».

PASCALE ROSSI OGGIPASCALE ROSSI OGGI

 

Verdini odia la luce dei riflettori. Le trame preferiscono l' ombra. Telefona a Renzi, a Lotti, a Fedele Confalonieri con il quale condivide l' afflato governativo.

Al cellulare gioca il suo risiko. Da sempre: «La sera prima della caduta di Berlusconi, nel 2011 - ricorda Antonio Buonfiglio, che non cedette al pressing - mi squilla il telefonino. Era Verdini.

 

Stacco. Sa, sono cattolico e peccatore, preferisco non mettermi alla prova...». Questa volta è diverso. Non deve neanche insistere troppo. «Renzi è un ragazzo in gamba - ammette il senatore Domenico Auricchio - e noi siamo la sua "Ala destra"». I centurioni del leader, se vale la battuta del verdiniano Luca D' Alessandro che quando avvista Lorenzo Guerini alla Camera, si fa scappare una battuta: «Ecco il nostro vicesegretario... ».

cena fund raising di forza italia   berlusconi   maria rosaria rossi   francesca pascale cena fund raising di forza italia berlusconi maria rosaria rossi francesca pascale

La regola è lavorare nel retrobottega, ma l' eccezione è di queste ore. Interverrà in Aula prima del voto finale sulle riforme, poi inizierà ad accettare gli inviti nei talk show. Vuole riverniciare il vecchio mondo del berlusconismo, per poi legarlo strutturalmente a un Pd senza comunisti.

 

Partito della Nazione e un' alleanza stabile. Serve però un premio di coalizione, e Verdini promette: «L' Italicum cambierà, ma solo nel 2017». Chissà se Renzi vorrà davvero caricarsi di questo fardello. Oggi intanto volerà a Salerno per la festa di Scelta civica, con cui flirta. Sarà al fianco di Guerini e Boschi. Un piede nel salotto buono del renzismo, insomma. Una metamorfosi. Che un altro fedelissimo acquisito come D' Anna smentisce. «Suo papà racconta- lo rinchiudeva in biblioteca. Ama Max Weber, Guicciardini e Dante. Non è un macellaio.

FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI FRANCESCA PASCALE E MARIA ROSARIA ROSSI

 

Tiene solo un profilo basso». Quello del ragno. «Del resto - chiude la cena Verdini - io sono amico di chi conta. E sfrutto questa fortuna »

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...