merkel profughi siriani

DOPO PARIGI, MERKEL NELLA BUFERA - DA UNA PARTE LA CANCELLIERA NON FA PASSI INDIETRO SULL’ACCOGLIENZA, DALL’ALTRA HA IMPOSTO MAGGIORI CONTROLLI AI CONFINI E NUOVE REGOLE ANCHE PER I SIRIANI - MA NEL SUO GOVERNO IL CAOS È TOTALE

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”

 

protesta contro merkel degli anti musulmani di pegidaprotesta contro merkel degli anti musulmani di pegida

Vocabolario volutamente limitato, frasi semplici, pochi fronzoli. Contrariamente al raffinato Helmut Schmidt o al tagliente Gerhard Schroeder, la retorica non è il punto forte di Angela Merkel. Non le interessa mai sorprendere o far sfoggio di cultura. Ma a poche ore dagli attentati di Parigi è stata lei a pronunciare una delle frasi più belle: «La nostra vita libera è più forte del terrore».

 

MARTEDÌ ALLO STADIO

E ieri la cancelliera ci ha tenuto a far sapere che sarà martedì sera allo stadio di Hannover, per seguire la partita Germania-Olanda. Un gesto che esprime anzitutto la vicinanza della cancelliera alla nazionale che venerdì sera stava disputando un'amichevole con la Francia in uno dei principali teatri della tragedia.

seehofer merkelseehofer merkel

 

Ma segnala anche la sua volontà di respingere ogni tentativo di intimidazione. Nella sua testa, anche una sconfessione della linea generosa mantenuta sinora sui profughi significherebbe cedere al terrore jihadista: «Sono i fondamentalisti che vogliono far passare l' idea che tra i rifugiati si nascondano dei terroristi», ragiona una fonte diplomatica.

 

Dunque, al vertice di Antalya dei Grandi, Merkel è andata fermamente intenzionata a far valere le sue ragioni; a giudicare dalle anticipazioni del comunicato finale potrebbe avere incassato qualche risultato.

 

MERKEL CSU PROFUGHI 5MERKEL CSU PROFUGHI 5

A margine del summit turco del G20, la leader tedesca ha sottolineato ieri che «siamo più forti del terrore», ma anche che «le frontiere esterne sono cruciali, per noi». E nella determinazione a non voler arretrare di un millimetro dalla sua politica delle «porte aperte», avrebbe ottenuto, secondo l' agenzia di stampa Dpa, un impegno comune ad ampliare gli aiuti e aumentare gli sforzi per i profughi.

 

In parte, l' aperturismo merkeliano è un' illusione ottica: il governo tedesco ha già inserito i Balcani occidentali tra i Paesi «sicuri» e punta a farlo anche con l' Afghanistan, i controlli alle frontiere sono più severi, Dublino è stata ripristinata anche per i siriani e l' inverno sta rallentando di molto i flussi. Ma la cancelliera mantiene il punto politico: niente limiti ai profughi, nominalmente. I nodi vanno affrontati alle frontiere esterne e nei Paesi di origine dei rifugiati.

 

Sul piano militare, anche dopo Parigi, il governo tedesco può continuare a tenere la posizione defilata che ha tradizionalmente mantenuto. Anche perché sugli interventi in Siria, contrariamente a quelli in Iraq, non c' è ancora la risoluzione Onu che garantirebbe agli attacchi una legittimità internazionale (la Germania si limita per ora ad armare i peshmerga che lottano contro Isis).

merkel orban migranti profughimerkel orban migranti profughi

 

Ma il dramma, per Merkel, è interno: il caos nel suo governo è totale.

 

FUOCO INTERNO

Dopo Parigi, i bavaresi della Csu hanno ricominciato ad alzare il tiro e i nemici di Merkel nella Cdu si sentono confermati nelle loro ragioni. Un' altra fetta dei cristiano-democratici e la Spd difendono invece la cancelliera.

 

MERKEL SCHAEUBLEMERKEL SCHAEUBLE

Per il ministro delle Finanze della Baviera Markus Soeder, il 13 novembre «cambia tutto» ed «è l' inizio di una nuova era: il tempo dell' immigrazione incontrollata e illegale deve finire», ha detto ieri alla Welt. Nei giorni scorsi, il suo leader di partito Seehofer aveva chiesto una stretta alle frontiere. E quando Merkel è apparsa venerdì sera in tv, poco prima del massacro di Parigi, per difendere la sua linea e ribadire per la milionesima volta che «ce la facciamo», è sembrata sulla difensiva.

 

Soprattutto, dopo che il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble aveva definito l' ondata di profughi addirittura una «slavina», alimentando le voci su un cambio di guardia alla cancelleria prima del 2017, con il navigato politico Cdu al posto di Merkel.

 

MERKEL E SCHAEUBLEMERKEL E SCHAEUBLE

Ma all' indomani dei fatti di Parigi, un altro arcinemico della cancelliera, il ministro dell' Interno De Maizière, ha mostrato invece senso delle istituzioni. Sabato scorso, quando è emerso il caso del passaporto siriano trovato vicino a un luogo degli attentati e molti ne hanno dedotto che dovesse appartenere a un attentatore, De Maizière ha rivolto a tutti l' invito «a non collegare il caso con il dibattito sui profughi». Chapeau.

 

 

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)