achille lauro craxi reagan sigonella

DOPO SIGONELLA, QUANDO CRAXI SFIDÒ GLI STATI UNITI SULLA CATTURA DI ABU ABBAS, FU CHIARO CHE L’ITALIA PER WASHINGTON FACEVA IL DOPPIO GIOCO CON I PALESTINESI DI ARAFAT - GLI USA REGOLARONO I CONTI CON “L’AMICO BETTINO” E ANDREOTTI STRONCANDOGLI LE CARRIERE

Filippo Ceccarelli per “La Repubblica”

 

Forse trent' anni bastano a capire un po' meglio, per cui non è retorica dire che dopo Sigonella la politica italiana non fu più la stessa. Per una volta senza le tradizionali ambiguità, vennero al pettine i nodi delle relazioni in Medio oriente e apparve chiaro che una coraggiosa linea di indipendenza nazionale non solo era possibile, ma anche opportuna, seppure non priva di rischi.

CRAXI REAGAN 1CRAXI REAGAN 1

 

Su quella complicatissima vicenda il ministro della Difesa Spadolini aprì la crisi di governo; però si rimescolarono anche gli equilibri fra i partiti lasciando intravedere una specie di unità nazionale che sia pure per poco sembrò allentare i vincoli della guerra fredda.

 

Su entrambi i fronti, interno e internazionale, Bettino Craxi stravinse la partita: mortificò quindi l'atlantismo dei repubblicani, mise la Dc dinanzi a un bivio, si prese gli applausi del Pci, ma soprattutto dimostrò che essere alleati non significava essere servi, ma regolarsi in politica estera con un'aggiunta di dignità.

CRAXI REAGANCRAXI REAGAN

 

E tuttavia, a distanza ormai di un trentennio, per dirla brutale: gliela giurarono gli americani a lui e al ministro degli Esteri Giulio Andreotti? Questo è ancora difficile a dirsi. E per quanto una potenza imperiale abbia di solito reazioni più complesse di quelle che manifestano gli individui, il fatto che tutti e due gli statisti ebbero poi nello stesso periodo la loro carriera stroncata raddoppia in qualche modo i sospetti.

 

Ora, sia a Washington che a Roma, Bettino era infatti l'uomo degli euromissili, «più americano degli americani» si disse; ma era vero fino a un certo punto - e non solo perché aveva enormi ambizioni e un carattere per niente arrendevole. Per cui attaccava spesso e volentieri l'Urss, ma non condivideva la formula reaganiana dell'«impero del male».

 

ACHILLE LAURO CRAXI REAGAN SIGONELLAACHILLE LAURO CRAXI REAGAN SIGONELLA

Soprattutto - come del resto Andreotti, un altro a lungo considerato un super-campione atlantico - riteneva che l'Italia avesse il sacrosanto diritto di considerare il ruolo dei palestinesi, dell'Olp e del suo amico Yasser Arafat, che spesso andava a trovare a Tunisi e che proprio nell'agosto di quel 1985 ospitò a cena nella sua casa di Hammamet insieme con quell'Abu Abbas che nemmeno due mesi dopo il colonnello North cercò di catturare, e 25 guerriglieri di scorta armati fino ai denti che si appostarono in giardino (scolandosi tutte le Coca cole della dispensa).

 

CRAXI LA NOTTE DI SIGONELLACRAXI LA NOTTE DI SIGONELLA

Questo genere di rapporti senz'altro aiutarono Craxi a risolvere con rapidità e determinazione la crisi dell'Achille Lauro. Così come trattare con Reagan da pari a pari, anzi a brutto muso, gli assegnò a una statura che per un paese trattato sempre un po' come una repubblica delle banane non aveva molti precedenti. Ma da quel momento si ritrovò anche in casa qualche orecchio indiscreto.

 

Con gli americani «dear Bettino» chiuse allora l' incidente pronunciando una battuta - «Amici come prima » - che tuttavia l' anno seguente non gli impedì di salvare la vita a Gheddafi avvisandolo di nascosto dell' imminente bombardamento della flotta Usa sul suo quartier generale a Tripoli.

 

Anche tale mossa non dovette aiutare le relazioni con Washington. In politica estera, ha scritto Sergio Romano, si possono dare i calci, ma si rischia di rimanere con la gamba alzata per un tempo più lungo di quel che si crede. Così, dopo tanti anni, Ugo Intini scrisse che i socialisti non compresero «la pericolosità dei fili toccati». I presidenti infatti cambiano, mentre gli apparati restano, con le loro necessità, con le loro diffidenze.

leon klinghoffer 2leon klinghoffer 2SIGONELLA CRISI ACHILLE LAUROSIGONELLA CRISI ACHILLE LAURO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...