ECCO PERCHE’ GLI USA SONO INCAZZATI CON RENZI - PUTIN HA SOSTITUITO BERLUSCONI CON MATTEUCCIO E PUNTA SUL RAPPORTO SPECIALE CON ROMA PER SCIOGLIERE IL CAPPIO DELLE SANZIONI E ABBATTERE IL MURO CREATO DALLA NUOVA GUERRA FREDDA - JUNCKER: "LE SANZIONI CONTRO MOSCA RESTANO"
Nicola Lombardozzi per “la Repubblica”
L' ospite d' onore è arrivato solo a tarda sera ma è come se fosse stato qui sin dal mattino condizionando attese e speranze. Che farà, e soprattutto che dirà, oggi nel suo incontro con Putin, Matteo Renzi accolto al Forum economico di San Pietroburgo come il protagonista di un vertice che mai come adesso rischia di rappresentare una svolta? Forse ripeterà le frasi dette ieri al Tg2 prima di partire: «L' Italia lavora per costruire ponti e non per tirare su muri». O si sbilancerà con qualcosa di più come si spera da queste parti?
Nel giro del presidente russo, insolitamente accomodante nei confronti dell' Occidente, l' Italia viene sempre più identificata come la testa d' ariete per abbattere il muro creato dalla cosiddetta nuova guerra fredda, sciogliere il cappio delle sanzioni americane ed europee che stanno mettendo in gravi difficoltà l' economia russa. Non sarà cosa facile e nemmeno rapida. Il rinnovo per altri sei mesi delle sanzioni al prossimo vertice europeo appare scontato. Se ne riparlerà a fine anno, magari dopo le elezioni americane.
Una kermesse quella di San Pietroburgo all' insegna dell' ottimismo popolata da banchieri, imprenditori, economisti. Occasione di incontri e di affari per 600 aziende russe e ben 500 società di 60 paesi diversi. Mai così tante.
C' è anche il "nemico", che si potrebbe identificare negli americani della Exxon Mobil giunti fin qui a parlare di affari futuri e non solo in campo energetico. E c' è soprattutto l' Italia con i vertici di Pirelli, Eni, Leonardo, Banca Intesa e più di un centinaio di aziende piccole e grandi di un po' tutti i settori. Tutti orbitanti attorno al padiglione Italia in Russia, realizzato dalla Associazione Conoscere Eurasia, l' unico stand nazionale mai messo in piedi al Forum.
E tra i commenti dei visitatori russi e degli ospiti italiani ti accorgi che,in fondo, quello delle sanzioni è un problema relativo. La crisi, come dicono molti uomini d' affari si è trasformata in una grande occasione. Finalmente consapevole di non poter fondare tutto sugli idrocarburi e i metalli preziosi, la Russia sta aprendo sempre più le porte agli investimenti stranieri, ha accorciato iter burocratici, concesso sgravi fiscali e agevolazioni un tempo impensabili. Cerca macchinari, know how e capacità organizzative. Di questo parlerà Renzi oltre ad affrontare altri temi delicati come la lotta al terrorismo e la questione libica.
Per questo, ieri mattina, Putin non sembrava scosso dalle parole chiare del presidente della Commissione europea Juncker, arrivato insieme al segretario generale dell' Onu Ban Ki-moon per l' inaugurazione. «Le sanzioni non saranno tolte - ha detto Juncker - finché non saranno rispettati gli accordi di Minsk sulla questione ucraina».
Ma tutti sanno che gli accordi di Minsk vanno rispettati anche da Kiev che finora li ha ignorati. Putin chiede che analoghe pressioni vengano fatte sul governo ucraino. L' Italia su questo sembra d' accordo. Altri Paesi europei cominciano, più timidamente, a pensarla così. E Putin adesso sorride di più. Il vento per lui, forse, sta cambiando.
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