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FACCIA DI MARMO - GAIA TORTORA NON ACCETTA LE SCUSE DEL PM CHE ARRESTÒ INGIUSTAMENTE IL PADRE: “TROPPO TARDI, SONO PASSATI 30 ANNI. FORSE LO FA ORA PERCHÉ TRABALLA LA SUA ENNESIMA POLTRONCINA” - ALDO GRASSO: “POTEVA STARE ZITTO”

1. IL PM SI SCUSA, 30 ANNI DOPO (POTEVA SOFFRIRE IN SILENZIO)

Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

 

uliano con la nuova giunta   il primo a sinistra e?? diego marmo pm del caso tortorauliano con la nuova giunta il primo a sinistra e?? diego marmo pm del caso tortora

Poteva starsene zitto. Poteva portare ancora il peso del suo silenzio. Poteva vedersela con la sua coscienza, che non fa mai dichiarazioni pubbliche. Giorni fa, Diego Marmo ha chiesto scusa alla famiglia di Enzo Tortora (scuse respinte) per le vicende giudiziarie che annientarono la carriera televisiva e la vita del famoso presentatore:

 

«Ho richiesto la condanna di un uomo dichiarato innocente con sentenza passata in giudicato. E adesso, dopo trent’anni, è arrivato il momento. Mi sono portato dietro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia di Tortora per quello che ho fatto. Agii in perfetta buona fede».

 

L'ARRESTO DI ENZO TORTORAL'ARRESTO DI ENZO TORTORA

Tormento? Marmo è tornato all’attenzione della cronaca le scorse settimane, quando è stato nominato assessore alla legalità del Comune di Pompei. A molti, la nomina è sembrata un insulto alla memoria di Tortora e così sono scoppiate le polemiche. Trent’anni fa Diego Marmo era il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Tortora, poi assolto con formula piena perché il presentatore di Portobello non faceva parte della camorra. Ma di quelle accuse Tortora morì e nessun magistrato di quel processo aveva finora pubblicamente manifestato rincrescimento.

 

Una pagina nera per la giustizia italiana e non solo: il Tg2 d’allora si distinse subito per l’accanimento con cui seguì la vicenda dell’«insospettabile di lusso», la stampa preferì sposare, almeno all’inizio, la tesi colpevolista (con la sola eccezione di Enzo Biagi), molti mascherarono il suo arresto con una sorta di risibile rigenerazione da una tv che non piaceva.

enzo tortora tvenzo tortora tv

 

Marmo, che durante la requisitoria, nel 1985, descrisse il giornalista come «un cinico mercante di morte», non era solo. I magistrati inquirenti erano Lucio Di Pietro (promosso poi procuratore generale a Salerno e alla Procura nazionale antimafia) e Felice Di Persia (giunto poi al Csm). Tortora fu rinviato a giudizio da Giorgio Fontana, allora giudice istruttore, e messo alla gogna «nel nome del popolo italiano».

 

Le nostre ingiustizie si vendicano sempre. Non ci rendiamo conto, spesso, che nel porre rimedio alle cose finiamo col cercare un sollievo che le aggrava ancora di più.

 

 

2. LA FIGLIA DI TORTORA RIFIUTA LE SCUSE DEL PM "ORA È TROPPO TARDI"

Maria Volpe per il "Corriere della Sera"

 ENZO TORTORA ENZO TORTORA

 

«È tardi. È troppo tardi. Ci sono stati 30 anni in mezzo». Parole chiarissime, inevitabili. A scriverle è Gaia Tortora la figlia più piccola di Enzo. Oggi ha 45 anni, è capo redattore politico al Tg de La7. Quando suo padre venne arrestato lei aveva 14 anni. Una adolescenza e una giovinezza rovinate per sempre dal calvario di quell’uomo per bene. La sorella maggiore, Silvia, anche lei giornalista e pure scrittrice, in questi anni non ha mai nascosto la sacrosanta rabbia.

 

Due giorni fa si sono trovate di fronte alle parole di Diego Marmo, il pubblico ministero che formulò pesantissime accuse contro Enzo Tortora. Accuse false. Ma lui non pagò mai per quell’errore. Non chiese mai scusa. Lo ha fatto l’altro ieri in un’intervista a «Il Garantista», il nuovo quotidiano di Piero Sansonetti: «Adesso dopo trent’anni è arrivato il momento. Mi sono portato dentro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia Tortora per quello che ho fatto».

 

Myrta Merlino e Gaia Tortora Myrta Merlino e Gaia Tortora

Reazioni? Silvia tace. Gaia affida a Facebook la risposta. «Scrivo qui queste poche righe perché stanca di parlare. Stanca di spiegare. Stanca di pensare che anche questa volta le mie parole potrebbero essere ridotte o interpretate. Lo faccio qui ad uso e “consumo” di tutti. Di quelli che mi vogliono bene e anche dei colleghi che puntualmente mi cercano. Quelli di cui riconosco il pudore nell’avvicinarmi e quelli che ancora oggi non smettono di stupirmi per la sciatteria e l’insensibilità».

 

Poi Gaia Tortora entra nel merito di quelle scuse scandalosamente tardive di un uomo che non solo non ha pagato, ma è stato pure premiato negli anni. L’ex procuratore capo di Torre Annunziata, già procuratore aggiunto a Napoli, oggi in pensione, da qualche giorno è stato nominato assessore alla legalità del comune di Pompei.

 

Gaia Tortora Enrico Mentana Gaia Tortora Enrico Mentana

Prosegue dunque la figlia del conduttore di «Portobello»: «È troppo tardi. Ci sono stati 30 anni in mezzo. Ma se avesse ammesso di aver sbagliato prima non avrebbe ottenuto le sue promozioni. E ora forse la sua ennesima poltroncina traballa sotto il peso delle polemiche. Provo compassione e pena per chi ha giocato con la vita di un uomo innocente». Infine una richiesta «Chiedo ai politici di destra e sinistra di smetterla di dire cosa sarebbe bene per Tortora.

 

Senza mai porsi il problema di cosa provocano le loro esternazioni in noi. Chiedo al governo di fare una riforma della giustizia che abbia un senso e dia una dignità alla parola giustizia. Dignità. Una parola di cui quegli ominicchi, come ci ha insegnato il grande Sciascia, non conoscono probabilmente neanche il significato». Parole che in molti hanno condiviso sui social.

 

Perché nessuno ha dimenticato quella requisitoria: Marmo descrisse il giornalista Rai come «un cinico mercante di morte», riferendosi alla presunta (e inesistente) attività di trafficante di cocaina. Non solo. Rivolgendosi al legale di Tortora ebbe a dire: «Il suo cliente è diventato deputato con i voti della camorra!». (Tortora gli rispose gridando: «È un’indecenza»).

 

Gaia Tortora al tg La7Gaia Tortora al tg La7

Un’indecenza che cominciò il 17 giugno 1983 quando Tortora venne arrestato. Sette mesi di carcere, poi gli arresti domiciliari per motivi di salute. Nel giugno dell’84 viene eletto deputato al Parlamento europeo con i Radicali. Il 17 settembre 1985 è condannato a 10 anni di carcere principalmente per le accuse di pentiti. Il 31 dicembre si dimette da europarlamentare rinunciando all’immunità parlamentare.

 

Resta agli arresti domiciliari e il 15 settembre 1986 viene assolto con formula piena dalla Corte d’Appello di Napoli. Pochi mesi dopo, il 20 febbraio 1987 torna in tv e quello stesso anno, il 13 giugno, viene assolto definitivamente dalla Corte di Cassazione. Una gioia breve perché Enzo morirà il 18 maggio 1988.

 

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