Amedeo La Mattina per “la Stampa”
Alla fine la direttrice dell' Agenzia delle entrate, Rossella Orlandi, sembra più forte di prima. Lo è davvero? Quando si saranno calmate le acque il governo prenderà una decisione. Respinto dunque l' attacco del sottosegretario di Scelta civica Enrico Zanetti che continua a chiedere le dimissioni di Orlandi.
Avrebbe mostrato scarso entusiasmo sulle recenti scelte del governo in materia fiscale (il contante portato a tremila euro). Ma soprattutto per le dichiarazioni politicamente «scorrette»: l' Agenzia delle entrate «rischia di morire», non sarebbe messa in grado di funzionare dopo che 800 dirigenti sono stati infatti degradati da una sentenza della Consulta.
Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze
La fuga di personale e la retrocessione di mansioni senza che il governo sia mai intervenuto, secondo Orlandi non consentirebbe di proseguire una giusta e severa lotta all' evasione.
Ecco, Zanetti ritiene che non può rimanere in un governo che viene esposto a questa illazione: «Non è dignitoso che si lasci dire una cosa del genere, non già da un oppositore politico, cosa fisiologica, ma proprio dalla persona preposta a far funzionare l' Agenzia delle entrate».
Orlandi però è stata difesa dal ministro dell' Economia Padoan («stima immutata») e ieri sono scesi in suo soccorso il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato e il responsabile economico Dem Filippo Taddei.
Hanno derubricato la posizione di Zanetti a «opinione personale». «Orlandi - dice Taddei - ha fatto un lavoro importante e serio. Subisce le ricadute legate all' eredità delle passate gestioni e si trova a guidare un' agenzia con meno dirigenti». Rosato: «Orlandi deve restare al suo posto».
Enrico Zanetti sottosegretario al Ministero dell'Economia e delle Finanze
Insomma la linea di Palazzo Chigi è chiara e la direttrice dell' avamposto che contrasta l' evasione fiscale è ora blindata.
Spiegano fonti del Pd : negli ultimi tempi si era molto attenuato il vecchio feeling con il premier, che aveva portato la Orlandi al vertice dell' Agenzia; ma la richiesta di dimissioni da parte di Zanetti, che «si muove come un elefante in una cristalleria», impedisce una sostituzione. Il sottosegretario insiste però per un chiarimento politico con Padoan e Renzi quando il premier tornerà dal Sud America. Un' esigenza di visibilità da parte di Zanetti (è anche il segretario di Scelta civica), che provoca il sarcasmo di Gasparri.
«Minaccia di far uscire il suo partito dal governo? Sembra più una battuta degna di un film di Mel Brooks che un' intenzione reale». Ma per mettere in difficoltà Palazzo Chigi i capigruppo Fi hanno chiesto ai presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso di convocare urgentemente in Parlamento Padoan e Orlandi.
In sostanza Romani e Brunetta vogliono capire cosa stia succedendo, perché non è ammissibile questo «caos», proprio mentre al Senato si sta affrontando la legge di stabilità. Non ci sono «certezze sull' efficienza dell' organismo che ha un ruolo fondamentale strategico e che deve assicurare buona parte delle entrate dello Stato».
Per Brunetta si tratta di un caso gravissimo e anche il presidente della commissione Bilancio del Pd, Francesco Boccia, riconosce che siamo di fronte «a uno spettacolo che potevamo risparmiarci». Il pasticcio di cui parla Boccia è soprattutto quello di avere dato per dieci anni incarichi a dirigenti senza concorso.
La responsabilità non è né di Renzi né della Orlandi, ma il ministro dell' Economia deve dare una risposta: l' Agenzia delle entrate non può rimanere bloccata. Boccia propone di fare al più presto concorsi trasparenti e rigorosi ad hoc ma per chi ha svolto quelle funzioni dirigenziali va comunque trovata una soluzione immediata, utilizzandoli anche in altre amministrazioni pubbliche.