1. E’ FRANATO IL MURO DI OMERTA’ CHE AVEVA COPERTO IL “PASTICCIACCIO BRUTTO” DELLA NORMA SALVA-BANANA CON AGGIUNTA DI BANCHIERI, IMPRENDITORI E RICCHI EVASORI 2. DOPO L’AVVOCATO FRANCO COPPI, CHIAMATO IN CAUSA DA DAGOSPIA, ANCHE IL CAPO DELLO STATO SAREBBE STATO AL CORRENTE DELL’ITER SEGRETO DELL’ART.19 BIS INTRODOTTO NELLA LEGGE FISCALE ALL’INSAPUTA DEI DUE MINISTRI COMPETENTI (PADOAN E ORLANDI) 3. RE GIORGIO E’ A DIR POCO “IRRITATO” PER L’ULTIMO SCEMPIO POSTO IN ATTO DAL TOSCO-DITTATORIELLO CHE HA RIDOTTO PADOAN E ORLANDO AL RUOLO DI MINISTRI-PASSACARTE 4. E IL SENATORE PIDDINO MUCCHETTI CHIEDE CHE RENZIE VADA IN SENATO A SPIEGARE CHE È SUCCESSO DAVVERO SUL CODICILLO SALVA-BANANA: “DOVREMMO ESSERE INFORMATI SU QUALE SIA STATO IL TESTO VOTATO E CON CHE PROCEDURE SI SIA DECISO DI RITIRARLO”

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1. DAGOANALISI

 

MATTEO RENZI MATTEO RENZI

A noi di Dagospia “la verità sollecita il naso” come al protagonista dell’”Armata a cavallo” (1926) dello scrittore russo Isaac Babel che si basa sulla sua esperienza di corrispondente di guerra per l’agenzia telegrafica “Rosta”. Certo, aggiungeva l’autore nel suo libro-diario, il punto è come “tirarla fuori dal mucchio” questa maledetta verità.

 

Lunedì pomeriggio 5 gennaio mentre il dittatorello di Palazzo Chigi, Matteo Renzi, dichiarava - motu proprio e in spregio all’art. 95 della Costituzione -, chiuso con la revoca del provvedimento lo scandalo del decreto legge di Natale “taroccato” all’insaputa dei ministri competenti, questo sito avanzava il dubbio-sospetto che il codicillo-salvacondotto per Berlusconi e i banchieri-imprenditori (Art.19 bis) sarebbe stato partorito al ministero dell’Economia con la consulenza del penalista dell’ex Cavaliere, Franco Coppi.

 

Massimo Mucchetti Massimo Mucchetti

La fonte dell’indiscrezione raccolta da Dagospia venuta a conoscenza anche di qualche direttore di giornale, tuttavia, per autorevolezza e onestà intellettuale non merita il disprezzo espresso “a caldo” dal professor Coppi.

 

Il principe del foro ha categoricamente smentito di aver partecipato a una riunione in via XX Settembre, sede dell’ex dicastero del Tesoro, per definire l’art.19 rimasto fino a oggi di padre ignoto.Per poi aggiungere a “il Fatto” che indubbiamente il provvedimento era “legato alle trattative per la successione” di Napolitano al Quirinale.

 

Ieri quasi tutti gli organi di stampa scrivono, senza riprendendere la notizia-rumor da noi lanciata lunedì e senza essere minacciati di querele, che anche i legali di Berlusconi (Coppi e Ghedini) “erano a conoscenza” della norma avvelenata cucinata a palazzo Chigi e trovata subito indigesta tra i responsabili del ministero dell’Economia. E fonti vicine allo staff dell’ex Cavaliere fanno sapere che lo stesso capo dello Stato era stato informato sull’iter tortuoso (e oscuro) della norma-salvacondotto.

 

A quanto risulta invece a Dagospia, Re Giorgio è a dir poco irritato per l’ultima devastante scorribanda politico-istituzionale del ribaldo statista di Rignano sull’Arno.

 

Dunque, per stare alla “verità politica” che, per dirla con l’autorevolezza di Hanna Arendt, non si può negare se non attraverso ripugnanti operazioni simulatorie, quello di Dagospia è stato soltanto il tentativo di estrarre una pagliuzza di veridicità dal covone di omertà che stava coprendo una nefandezza politico-istituzionale con fino allora con la complicità del giornaloni dei Poteri marciti.

 

MAURIZIO SACCONI OCCHIO BENDATO MAURIZIO SACCONI OCCHIO BENDATO

Costretti poi a una clamorosa retromarcia dopo aver scambiato per una innocua “buccia di banana” sul cammino dei Nazareni Renzi&Berlusconi (Stefano Folli, “la Repubblica”) l’ultimo sfregio renziano alle istituzioni forse scambiate per qualche loggia massonica coperta.

 

“Devo dire con sincerità che una cosa del genere (delega fiscale, approvata in consiglio dei ministri e ritirata, ndr) non l’avevo mai vista”, ha dichiarato al “Corriere della Sera” l’ex ministro tecnico della Giustizia, Giovanni Maria Flick. “Quando partecipavo alle riunioni di governo – ha aggiunto – se qualcosa non quadrava veniva rispedito ai tecnici (…) Ora chi ha responsabilità politiche non può essere assolto per non aver compreso il fatto…”.

 

Del resto, come annota Claudio Tito sul quotidiano diretto da Ezio Mauro, il problema ora “non sono i dubbi o i sospetti. La vera questione sono gli interrogativi senza risposta che alimentano quei dubbi e quei sospetti”.

 

GIOVANNI ENDRIZZI GIOVANNI ENDRIZZI

Sulla stessa “la Repubblica”, a firma dei bravi Goffredo De Marchis e Liana Milella, ieri si leggeva una ricostruzione agghiacciante dell’ultimo consiglio dei ministri. Con il sottosegretario alla presidenza, cioè il braccio destro di Renzi, Graziano Delrio, che alla 15 e trenta “con una mossa a sorpresa e abbastanza anomala, fa un giro di tavoli e ritira le cartelline dei singoli ministri, distribuiti a lavori già iniziati, con i provvedimenti in discussione”.

 

Ecco cosa regala agli italiani la Befana 2015: un governo composto di ministri-passacarte. O, per dirla tutta, di membri del governo ai quali le carte sono sfilate da sotto il naso senza che essi battano ciglio o corrano al Quirinale, soltanto per difendere la propria dignità, a dimettersi.

 

Alla luce del pranzo natalizio (con verme incorporato) svoltosi a palazzo Chigi si comprende allora meglio perché uno dei suoi ministri-comparsa poteva aspirare a salire con quel ruolo subalterno sul Colle più alto.

 

 

2. IL PIDDINO MUCCHETTI CHIEDE CHE RENZIE RIFERISCA IN SENATO SUL “SALVA-SILVIO”

Intervento questa mattina, a Palazzo Madama

 

silvio berlusconi borsalino 2 silvio berlusconi borsalino 2

“Signor Presidente, credo che la discussione che stiamo portando avanti sulla legge elettorale, la quale segue la discussione che abbiamo svolto sulla riforma costituzionale, richieda un supplemento di informazioni circa il funzionamento complessivo delle istituzioni della politica e della democrazia italiane, con particolare riferimento al funzionamento della istituzione Governo, sia al proprio interno, sia nel suo rapporto con il Parlamento.

 

Mi riferisco alle polemiche, basate per lo più su un'informazione incompleta, relative al decreto fiscale, che ha formato oggetto di approvazione da parte del Consiglio dei ministri nella seduta della vigilia di Natale.

 

silvio berlusconi borsalino silvio berlusconi borsalino

Per iniziativa della stampa sono stati portati all'attenzione del Parlamento alcuni aspetti che non erano nelle indicazioni della legge delega, la quale era una legge a maglie larghe, e che non è chiaro come, perché e da chi siano stati inseriti in quel testo che per un periodo di tempo è risultato pubblicato e che poi, alla fine, è stato ritirato dal sito del Governo, ma non per questo è stato cancellato dalla memoria politica della Nazione, la quale in questo caso ha il conforto di Google, la cui memoria è, nel bene e nel male, inattaccabile.

 

Credo sia utile che la Presidenza del Senato, in tempi ragionevolmente brevi ed utili - mi permetterete il bisticcio di parole - trovi il modo di far venire in Aula la Presidenza del Consiglio a dare alcune informazioni che mi permetto sinteticamente di riassumere.

 

Credo che questa Assemblea sia interessata a capire quale sia stato effettivamente il testo del decreto fiscale licenziato dal Ministero dell'economia, quale testo sia arrivato in Consiglio dei ministri, se sia lo stesso o se abbia subito modificazioni di contenuto (ovviamente a noi non interessano le modificazioni di drafting e la correzione degli errori) e, qualora tali modificazioni di contenuto siano state apportate, chi le abbia apportate e come.

 

Ci interessa sapere, nei limiti del ragionevole e del possibile, se su questa materia ci sia stato dibattito in Consiglio dei ministri oppure no e chi sia intervenuto dicendo che cosa.

pier carlo padoan pier carlo padoan

Infine, dovremmo essere informati su quale sia stato il testo votato e come, in base a quali procedure, si sia deciso di ritirarlo.

 

Voi mi direte che di questo abbiamo letto molto sui giornali.

Ecco credo che, quando si sta rimodellando l'assetto istituzionale del Paese, l'informazione non possa essere delegata soltanto all'azione di indagine della stampa e delle televisioni, ma che essa vada resa in forma ufficiale anche ai destinatari primi dell'informazione sull'azione del Governo ai fini del necessario controllo democratico, vale a dire alle Camere. È possibile che non emerga niente di speciale da queste informazioni, ma è possibile anche - ed è questa la preoccupazione che mi muove - che emerga un funzionamento non perfetto della formazione delle decisioni politiche.

 

Vedete, più volte la Presidenza della Repubblica ha richiamato l'attenzione della politica italiana sull'abuso dei decreti-legge, sulla sostanziale ambiguità e non piena correttezza politica dei disegni di legge omnibus, sull'abuso dei voti di fiducia e anche, aggiungo, sulla formazione talvolta di leggi delega a maglie molto larghe.

 

r RENZI PADOAN huge r RENZI PADOAN huge

Se tutto questo riconduce alla centralizzazione delle decisioni in capo al Consiglio dei ministri e poi - perché questo è quello che sta emergendo - all'interno dello stesso Consiglio dei ministri le decisioni collegiali vengono modificate nel merito da decisioni assunte in via monocratica da altri soggetti, credo che ci sia un problema di governance democratica che va affrontato e dispiegato.

 

Chiudo ricordando che nelle società per azioni a capitale diffuso che, voglio dire, sono qualche cosa di meno dell'azienda Italia, si usa far ricorso alle buone regole della corporate governance per garantire la fiducia degli azionisti e degli stakeholder. Credo che l'azienda Italia meriti un livello di governance - non corporate governance, ma political governance - migliore di quello di una società per azioni e che quindi, sotto questo profilo, serva un'adeguata trasparenza anche - aggiungo, presidente Calderoli - per la dignità delle Camere.

Stefano candiani Stefano candiani

 

Quindi, senza porre date, ma affidandomi alla sensibilità della Presidenza di quest'Aula, chiedo che il Presidente del Consiglio venga a raccontarci per filo e per segno come sono andate le cose. Non ci basta l'assunzione della responsabilità politica perché il punto che sto proponendo non è un punto strettamente di merito; quello che a noi interessa è il processo decisionale che è forma e per la democrazia la forma è molto spesso sostanza. Grazie”.

 

2. “FISCO: MUCCHETTI, RENZI RACCONTI IN AULA PER FILO E PER SEGNO”

da “Ansa.it

 

Il premier Renzi deve venire nelle Aula delle Camere "per raccontarci per filo e per segno" sulla vicenda della norma cosiddetta salva-Berlusconi inserita nel decreto legislativo fiscale. Lo ha chiesto il senatore del Pd, Massimo Mucchetti all'inizio della seduta del Senato. Mucchetti è stato autorizzato dal gruppo a fare tale richiesta che è stata reiterata anche da Stefano Candiani (Lega), Stefano Airola (M5s), Loredana De Petris (Sel). Mucchetti ha affermato che occorre "un supplemento di informazione sugli istituti della politica e in particolare sulle decisioni del governo e il rapporto con il Parlamento". Secondo Mucchetti la norma che ha dato vita alla polemica non era presente nella legge di delega, quindi "non è chiaro come, perché e da chi è stata inserita" nel decreto legislativo.

 

loredana de petris loredana de petris

I chiarimenti che dovrebbe dare in Aula il presidente del consiglio dovrebbero riguardare tutto l'iter del decreto: "quale testo è stato licenziato dal Ministero; quale testo è arrivato in Consiglio dei ministri e, se ci sono state modifiche, chi le ha apportate; se in Consiglio dei ministri c'è stato dibattito, e chi è intervenuto nel dibattito; quale testo, infine è stato varato e come, in base a quali procedure, è stato poi ritirato". "E' possibile che non sia accaduto niente di grave - ha proseguito il senatore della minoranza del Pd tra il crescente rumoreggiamento dei suoi colleghi di partito - ma è possibile ci sia stato un funzionamento non perfetto delle decisioni politiche".

 

Il dubbio è che ci si trovi davanti "a una centralizzazione delle decisioni politiche in capo al Consiglio dei ministri, ma che poi le decisioni collegiali siano state modificate in modo monocratico, il che pone un problema di governance democratico". Di qui la richiesta di Mucchetti che Renzi venga in Aula "a raccontarci per filo e per segno" tutti i passaggi perché "non ci basta l'assunzione di responsabilità politica" da parte sua".

 

calderoli con il serpente calderoli con il serpente

Gli interventi di inizio seduta sono riservati ai capigruppo, e il presidente di turno Roberto Calderoli ha spiegato che l'intervento di Mucchetti era stato autorizzato dal gruppo. Dopo gli interventi dei capigruppo di M5s, Lega, Sel a favore della richiesta, Maurizio Sacconi (Ap) ha espresso "stupore" per la richeista di Mucchetti. Ha quindi preso la parola Giorgio Tonini, vice-capogruppo del Pd: "Il gruppo del Pd - ha spiegato - ha accolto la richiesta del senatore Mucchetti, di intervenire su questa vicenda, anche confidando nel senso di responsabilità e di equilibrio del collega. Ma i contenuti del suo intervento impegnano Mucchetti e non il gruppo del Pd".

 

3. “LEGGE ELETTORALE: M5S, ITER CONDIZIONATO DA MERCANTEGGIAMENTO”

da “Ansa.it

 

Andrea Orlando Andrea Orlando

"Il PD, tramite il senatore Mucchetti, riconosce che qualcosa di torbido è avvenuto nel CdM della vigilia di Natale, in merito alla depenalizzazione dei reati di evasione e frode fiscale finalizzati a salvare Berlusconi e chiede che il Presidente del Consiglio riferisca in Aula.

 

Contemporaneamente, Sacconi (Ncd) chiede che il Governo riferisca sulla successiva frenata del decreto e pretende che chiarisca la volontà politica e assuma un impegno prima della votazione del Presidente della Repubblica. Siamo di fronte, dunque, ad un vero e proprio voto di scambio". Lo afferma il senatore del Movimento 5 Stelle Giovanni Endrizzi.

 

matteo renzi andrea orlando matteo renzi andrea orlando

"Questo mercanteggiamento - continua - è divenuto pervasivo. La legge elettorale, pensata per gli interessi di parte, accelera e frena in base agli umori e fermenti interni al Partito Unico dell'inciucio. Stiamo discutendo il testo della legge elettorale uscito dalla Camera che è stato già superato dagli accordi politici sotterranei riportati dalla stampa, come hanno affermato anche i costituzionalisti in fase di audizione".

 

"Il lavoro in Commissione - conclude Endrizzi - è stato impedito dalla legiferatio precox del Presidente del Consiglio. Non abbiamo nemmeno un testo Commissione. Assistiamo in Aula ad una discussione fantasma il cui unico scopo è dare tempo ai soci di soddisfare il ricatto di Berlusconi che, in cambio del voto ad un Presidente designato dal PD renziano, esige un salvacondotto che gli consenta di candidarsi alle prossime elezioni nonostante la condanna".

 

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