corvi ferrara balda chaouqui

FRANCESCA CHAOUQUI LO SCRIVE NERO SU BIANCO: ''FU MONSIGNOR VALLEJO BALDA A DARE L'ARCHIVIO DELLA COMMISSIONE AI GIORNALISTI, COME SI FA CON UN FIGLIO AL PATIBOLO'' - ''COME IL MAGGIORDOMO, BALDA AVEVA VISTO IN NUZZI L'ULTIMA SPIAGGIA PER SMUOVERE LE COSCIENZE - ''NOI, IL PROCESSO E I MESSAGGINI DA TAVERNA SAREMO SOLO UN RICORDO FRA UN MESE'' - FERRARA:'NUZZI E FITTIPALDI RACCOLGONO CACCA MA IL GARANTISMO VALE PURE PER LORO' - LE FOTO INEDITE DI VALLEJO, IL CAZZEGGIO DI UN MONSIGNORE TRAVOLTO DALLA CURIA

1. CHAOUQUI: ''FU BALDA A DARE I DOCUMENTI DELLA COSEA AI GIORNALISTI. A LA COMMISSIONE VATICANA ERA PIENA DI CORDATE, MA NON PER ME E LUI. TRA UN MESE SAREMO SOLO UN RICORDO''

Post di Francesca Chaouqui su Facebook

 

 

monsignor vallejo balda  9monsignor vallejo balda 9

Ho appena letto lo splendido articolo apparso oggi sul Tempo a firma di Roberto Roberto Arditti in cui egli esprime un parere chiaro sulla commissione di cui ho fatto parte e suggerisce al Pontefice di chiedere la pubblicazione dei bilanci on-line.

Cercherò di chiarire un paio di punti.

 

monsignor vallejo balda  8monsignor vallejo balda 8

La commissione di Bergoglio nacque in sostanza già morta a prescindere dalla sua utilità e modalità di lavoro: essa era un corpo estraneo da annientare in quanto era stata nominata dal Pontefice senza il filtro o il controllo della Segreteria di Stato sui suoi membri. Macchia non sanabile.

 

La commissione di fatto in una prima fase si limitò a conferire incarichi a ditte esterne per una ricognizione dello stato delle finanze. Poi fu necessario che la commissione facesse, sulla base di quanto raccolto, delle proposte operative su come cambiare: The clean State si chiamava il progetto. Un esercizio di strategia governativa per realizzare la trasparenza.

monsignor vallejo balda  7monsignor vallejo balda 7

Questo progetto decretó di fatto la distruzione della commissione.

 

Immaginate se in Italia 8 cittadini potessero ridisegnare La banca d'Italia, le regole bancarie, la CONSOB, il ministero dell'economia, tutte le partecipate.

I membri si divisero in cordate di potere e per tutti il concetto di fedeltà al Papa sembrava a mio avviso essere diventato un lontano ricordo: era iniziata la corsa all'oro.

Per tutti tranne che per tre membri: chi scrive, Jean Videlaine, Balda.

In un mese la commissione venne chiusa, i dissidenti esclusi dalle nuove strutture, il Papa inondato di chirografi pronti da firmare da una parte, dall'altra io e Balda a cercare di impedire che il bene finisse in male e il male in peggio.

 

FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDAFRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA

Da un punto di vista giornalistico i due libri sono pubblicazioni importanti ma, per fortuna sono solo una percentuale piccola di quella che fu la storia purtroppo. Non É per mancanza di trasparenza che quelle carte non avrebbero dovuto finire nelle mani del mondo ma per evitare che le debolezze di una parte di Vaticano, distruggessero l'immagine della Chiesa intera.

nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo balda nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo balda

Fra i progetti più belli del Clean State, ce n'era uno mio: la pubblicazione e la presentazione in un paese Africano del consolidato di tutti gli enti economici dal 2016.

Progetto approvato dalla commissione e mai poi realizzato ( non finora almeno).

 

La commissione non fu un errore, lo furono gli animi fragili di chi la componeva. Il mio in Primis. Ricorderó sempre il dolore di quei mesi, e il furore che mi faceva credere che a 30 anni avrei pulito da sola 2 secoli di follie. La debolezza di Balda che aveva creato un movimento reale di cambiamento e ha dovuto vedersi escluso dalla sua stessa creatura. Tutto era cambiato affinché tutto rimasse identico ma con in sella nuovi volti e nuove cordate. Altro che consolidato.

VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO VALLEJO BALDA CON PAPA FRANCESCO BERGOGLIO

Tutto qui. Balda consegnó l'archivio di COSEA ai giornalisti come si fa con un figlio al patibolo, avendo lui come il maggiordomo visto in Gianluigi "l'ultima spiaggia per smuovere le coscienze". Tutto sbagliato.

 

Ma i due libri ad una cosa porteranno: sarà il mondo a chiedere a Francesco di cambiare aria con più forza ancora. Sarà il mondo a legittimarlo quando la curia cercherà di fermarlo. Noi saremo solo un ricordo fra 1 mese, con il nostro processo e i messaggini da taverna falsificati. Ma la Chiesa di Francesco sarà più bella e più forte di prima.

E alla fine è questo che conta.

 

 

2. NUZZI E FITTIPALDI RACCOLGONO CACCA MA IL GARANTISMO VALE ANCHE PER LORO

Giuliano Ferrara per ''il Foglio''

 

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Non conosco o non credo di conoscere Nuzzi e Fittipaldi, i due giornalisti sotto processo in Vaticano per un reato che, malgrado l’endorsement del Papa in persona, mi pare non esista, quanto meno rivolto contro di loro in funzione professionale di captatori di carte riservate messe a disposizione da cordatari di serie B non si sa come finiti nelle segrete stanze.

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E’ ovvio che ha ragione Antonio Socci quando scrive che il reverente e molto ossequioso encomio tributato al Pontefice “progressista” ha indotto il Giornalista Collettivo a trascurare la loro sorte giudiziaria anomala, laddove se a processarli fosse stato il paterno, severo e giusto pontificato di un Ratzinger le cose sarebbero andate altrimenti, e l’opinione sarebbe stata messa a fuoco dagli stessi che ora fanno i pompieri.

 

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Credo si debba offrire in pegno una protesta garantista, che va oltre la circostanza di fatto, e cioè la assoluta improbabilità di un esito davvero castigatorio di quel processo ai due liberi giornalisti. Però malvolentieri.

 

E cerco adesso di spiegare il perché dello scetticismo. C’è infatti un modo in tutte le cose. Il modo dei vari leaks vaticani è sempre lo stesso. Un piccolo staterello ciarliero e pettegolo, attraversato da tempestose rivalità e da lobby più o meno curiali, produce monnezza: la si raccoglie e la si pubblica in libri-scoop. Legittimo, ma non proprio affascinante. D’altra parte viviamo in un mondo in cui la Croce è diventata la testata di una pubblicazione di vita breve, è vero, promossa da un fenomenale giocatore di poker in nome di Dio, Patria e Famiglia con l’appoggio della famiglia Chaouqui, nientemeno. Un mondo in cui una delle più antiche istituzioni di potere e di azione temporale e spirituale, la curia, è stata definita “lebbra del papato” dal Papa in persona, nel corso di una intervista.

monsignor vallejo balda  2monsignor vallejo balda 2

 

Ma del mondo sottosopra fa parte anche la debolezza dell’assunto merdarolo. La sceneggiatura del “Padrino parte III”, il più stupido della bella serie tratta dal libro di Puzo, alligna d’ogni parte. Il Vaticano è interessante per tante ragioni, è utile sforzarsi di capire il gioco di potere spirituale e clericale o ecclesiastico dietro le quinte, sebbene sia molto più importante capire le cose che si vedono, che si scrivono, che si pensano nell’ultima cattedra di umanità, di spiritualità e di storia a disposizione del mondo moderno, dopo che tutte le altre sono state debitamente decostruite cioè distrutte.

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Ma da sempre, dai tempi del buon Marcinkus e anche prima, il giochetto della vaticanistica un tanto al chilo è fatto apposta per ridurre a poltiglia scandalistica storie relativamente minori, e qualche volta palesemente irrilevanti, che riguardano le zone grigie dell’obolo di San Pietro, quando non gli appalti di Mafia Vaticana, per usare la formula in voga.

 

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E’ un giochino a somma zero, che diseduca la professione dell’informare, la riduce a passacartismo, la mette a disposizione di quelle stesse cordate e funicolari che si dice di voler denunciare e svellere con una certa compunzione. Insomma: bene che Nuzzi e Fittipaldi si guadagnino la mesata facendo anche in Vaticano quel che si fa nella Repubblica, raccogliendo buste piene di cacca, il cui contenuto di conoscenza è sviante e balordo, ma il giornalismo, anche inteso senza la gualdrappa della qualità, che c’entra? Ecco, garanzie per tutti, anche per due valorosi reporter, ma senza illusioni e mistificazioni ed eccessi di zelo. Surtout, pas de zèle.

 

 

3. TRASPARENZA SUI CONTI VATICANI? BASTEREBBE PUBBLICARE I BILANCI IN RETE

Roberto Arditti per ''Il Tempo''

 

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Diciamo la verità, senza voler apparire irriguardosi (non sia mai). Papa Francesco nella vicenda della trasparenza sui conti vaticani ha sbagliato tutto fin dall' inizio. Forse per inesperienza o più probabilmente per scarsa lucidità dei suoi consiglieri: resta il fatto che peggio di così non si poteva fare.

Ma andiamo con ordine.

 

Il punto di partenza è sacrosanto: rendere trasparente ciò che è opaco, capire per migliorare e ripulire, guardare al futuro con metodi nuovi. Però si è sbagliato da subito, facendo un primo passo illogico e dannoso: chiedere trasparenza attraverso una commissione che poi teneva tutto segreto.

monsignor vallejo balda  10monsignor vallejo balda 10

 

Quindi si è sostituito un segreto (magari buono) a un altro segreto (certamente cattivo). Ma le cose sono peggiorate con il tempo, perché si è preteso di lavorare dietro le quinte, provando a smussare spigoli e convincere persone a cambiare atteggiamento: il tutto mentre le carte si accumulavano, succose più che mai.

 

Già fin qui si capisce che è tutto sbagliato (e tutto da rifare, direbbe Bartali). Ma di là dal Tevere sono riusciti a fare di peggio, armando un processo che non sta né in cielo né in terra, costruito su basi giuridiche che ci riportano ad anni bui del passato, di un passato che non deve tornare.

 

gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldi    gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldi

Parliamoci chiaro: Nuzzi e Fittipaldi hanno fatto il loro mestiere. E lo hanno fatto bene, punto e basta. Chi ha dei dubbi si legga i libri, che sono due signori libri. Metterli alla gogna, con i loro presunti complici, riporta indietro l' orologio e non fa onore alla Chiesa del XXI secolo, quella Chiesa che giustamente Francesco vuole povera e trasparente.

emiliano fittipaldi e gianluigi nuzzi    emiliano fittipaldi e gianluigi nuzzi

Qualcuno però potrebbe dire: bravi a criticare, voi che scrivete sui giornali, mai una proposta però. Invece stavolta la proposta c' è, nota peraltro in tutto il mondo e applicata con successo.

 

La trasparenza dei conti, degli affidamenti, di costi e ricavi è facile da organizzare in forma visibile a tutti grazie alla rete. Questo avrebbe dovuto fare Papa Francesco, nella sua versione di Capo di Stato. Emettere una legge di poche righe più o meno scritta così: «a partire dal primo gennaio 2016 (serve un minimo di tempo per organizzarsi, per carità) tutte le spese dei dicasteri, i ricavi da attività commerciali o immobiliari, le spese delle missioni ed i loro finanziamenti, i costi e i ricavi delle diocesi di tutto il mondo e degli ordini religiosi, i bilanci delle società finanziarie, gli elenchi dei fornitori retribuiti debbono essere pubblicati in formato OpenData, secondo le ben note regole internazionali».

NUZZI FITTIPALDINUZZI FITTIPALDI

 

Con una legge di poche righe Papa Francesco avrebbe portato la Chiesa nel futuro, sbaragliando i nemici della trasparenza e della correttezza, a cominciare da quelli (tanti) dentro la Chiesa stessa.

 

Facile, molto più di quanto si possa pensare. Ed efficace, in modo devastante, poiché impone a tutti di cambiare mentalità e comportamenti.

Roberto Arditti Roberto Arditti

Ci pensi, Santità. Non è troppo tardi.

 

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