GAME OVER? – PER IL PG DELLA CASSAZIONE IL PM ROBLEDO VA SUBITO TRASFERITO: AVREBBE FAVORITO LA LEGA IN UN’INCHIESTA E SI SAREBBE COMPORTATO IN MODO “GRAVEMENTE SCORRETTO” NEI CONFRONTI DI BRUTI E DEI SUOI COLLEGHI

A mettere nei guai la toga che ha contestato il suo capo i rapporti con Domenico Aiello, legale di Ciccio Belsito e dei Bossi. Agli atti ci sarebbe anche un’intercettazione in cui Robledo contesta i suoi colleghi per non aver accolto un’istanza che Aiello aveva presentato su suo suggerimento…

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Liana Milella per “la Repubblica”

 

CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO CAMERA ARDENTE DI GERARDO DAMBROSIO ALFREDO ROBLEDO

Azione disciplinare. Ma non solo: Robledo via dalla procura di Milano, e via subito dal lavoro di pm. «Per aver divulgato atti riservati». «Per aver leso i diritti di persone non indagate». «Per aver arrecato un indebito vantaggio all’avvocato Domenico Aiello e ai suoi assistiti Belsito, Umberto e Renzo Bossi». «Per aver tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti dei suoi colleghi e di Bruti».

 

E poi: «Per aver rivelato, sin dal 18 dicembre 2012, gli esiti di riunioni riservate tra i magistrati della procura, gli elementi indiziari nei confronti degli indagati, la circostanza che già il 19 dicembre altri sette o otto consiglieri regionali sarebbero stati sottoposti a indagini».

 

BELSITO ROSI MAURO c b c d afc c e ea BELSITO ROSI MAURO c b c d afc c e ea

E ancora: per aver rivelato «gli sviluppi futuri di indagini preliminari, nello specifico che a gennaio la procura avrebbe proceduto anche contro consiglieri regionali del Pd, dell’Idv, del Partito dei pensionati». Rapporti scorretti, come quello con Aiello contro l’ex sindaco Albertini, un suo indagato che si è rivolto a Bruxelles per ottenere l’immunità, e di cui vuole conoscere le mosse tramite Aiello per poi utilizzarle nell’inchiesta.

FRANCESCO BELSITO FRANCESCO BELSITO

 

La tegola preannunciata su Robledo è giunta. Più pesante del previsto. Destinata a segnare una svolta definita nella “guerra” tra il procuratore aggiunto di Milano e il suo capo Edmondo Bruti Liberati. Il nuovo capitolo registra la mossa del pg della Cassazione Gianfranco Ciani che ieri, di buon’ora, ha inviato al vice presidente del Csm Giovanni Legnini una doppia richiesta su Robledo.

 

ALFREDO ROBLEDO jpeg ALFREDO ROBLEDO jpeg

Un’azione disciplinare, ancorata su quattro casi che ruotano intorno al rapporto e ai contatti telefonici e via sms tra l’alta toga, ex responsabile per i reati contro la Pubblica amministrazione, e Aiello, il legale della Lega, che di Robledo parla così: «È una persona che ha un rapporto con me stretto e di fiducia e mi ha detto “Domenico te lo garantisco, su questo ci puoi spendere la tua credibilità” ».

 

Alla richiesta di processo disciplinare se ne accompagna un’altra non frequente. Ciani propone al Csm di allontanare subito Robledo dalla procura di Milano e stabilisce che non possa più fare il pm. Nella graduatoria delle possibili “punizioni”, che vede al primo posto la sospensione totale, quella scelta si colloca al secondo. Legnini ha fissato la camera di consiglio della disciplinare il 5 febbraio. Sarà lì che si deciderà se accogliere o meno la richiesta di Ciani. Legnini aveva già acquisito la disponibilità di Robledo a lasciare Milano, ma ora la prospettiva cambia completamente.

 

È di sole quattro pagine l’atto d’accusa di Ciani. Ma pesantissime. In particolare l’ultima, inedita, rispetto all’indagine che, dal 2013, ha visto Robledo indagato a Brescia, poi archiviato dal gip per via delle intercettazioni inutilizzabili, ma con una motivazione pesante. Scrive Ciani: Robledo «ha tenuto un comportamento gravemente scorretto nei confronti di altri magistrati dell’ufficio e in particolare di Bruti».

a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati a sinistra il procuratore aggiunto di milano alfredo robledo, a destra il procuratore capo edmondo bruti liberati

 

Cita un’intercettazione segreta fino alla scorsa settimana in cui Robledo contesta i colleghi per non aver accettato l’istanza presentata da Aiello, su suo suggerimento, nel processo contro Bossi, su cui l’ Espresso stava per pubblicare rivelazioni. Dice Robledo ad Aiello il 21 febbraio 2013: «Eh, allora, non ci riesco a farla, perché ho parlato, gli ho detto che la mia opinione era quella di darla... loro non erano d’accordo e ho detto “vabbè allora andiamo dal procuratore”, ma neanche lui è stato d’accordo per cui non si riesce a fare, io sono stato l’unico a propugnare la tesi di farla».

 

 

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