I PARLAMENTARI 5 STELLE SFANCULANO GRILLO - NIENTE GITA FUORI PORTA CON LUI E CASALEGGIO

Paola Zanca per "il Fatto Quotidiano"


Volevano convincerli a "sporcarsi le mani", entrare nel palazzo e magari restarci un paio di giorni, il minimo per capire come ci si muove là dentro. Invece, la rivolta contro la gita fuori porta, ha prodotto un solo risultato: niente incontro, per la gioia di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, che di confrontarsi con i "loro" eletti non hanno avuto mai granché voglia. Tutta colpa dei deputati, che hanno voluto alzare il tiro e hanno osato discutere delle modalità con cui era stato convocato il vertice: martedì pomeriggio, con una mail, si precettavano gli eletti per venerdì, intera giornata, destinazione segreta.

Un agriturismo fuori Roma, come l'ultima volta, dove trovare la serenità necessaria per rimettere in ordine le regole base del Movimento, dopo che due senatori si erano permessi di presentare un emendamento per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, subito scomunicati via blog. Martedì sera, in assemblea, i deputati si sono messi a discutere della mail. Infastiditi per essere stati avvertiti con meno di 72 ore di anticipo.

C'è chi ha già preso appuntamenti sul territorio e non vorrebbe disdire, c'è chi è in partenza per gli Stati Uniti, chi ricorda che il prossimo weekend si vota in Trentino Alto Adige e bisogna battere palmo a palmo tutta la Regione. E poi c'è un diffuso malcontento per la scelta della scampagnata. Sanno che lì finirà tutto a tarallucci e vino, che non è il posto adatto per spiegare le dinamiche di aula e commissioni, qualcuno è perfino perplesso: "Perché dobbiamo tirar fuori dei soldi quando qui è pieno di sale gratis?" (la gita di Tragliata costò 20 euro a testa, ndr). E ancora la località segreta, il viaggio in pullman come deportati, l'inseguimento dei giornalisti.

No, così no. Una proposta sul tavolo è quella di vedersi in settimana, di sera. Altri pensano a un albergo in città. Ma tutti sono concordi: il confronto deve essere lungo, bisogna avere tempo per discutere e dobbiamo essere tutti presenti. Alla fine si decide di aprire un doodle, un calendario on line per capire chi è libero venerdì, chi è d'accordo con la gita, chi vuole muoversi con un mezzo proprio. Vince la linea di chi vuole rimanere a Roma e di chi chiede a Grillo e Casaleggio di rimandare l'appuntamento a data da destinarsi. L'Huffington Post pubblica i risultati del sondaggio: 46 per il rinvio, 44 no.

E solo in 26 accettano la scampagnata e il viaggio "bendato" in autobus. Tempo un paio d'ore e su WhatsApp arriva il messaggio definitivo: "A causa delle enormi difficoltà organizzative, l'incontro è annullato". Raccontano che a Milano e a Genova i malumori siano stati presi con un certo fastidio: "Sono loro che volevano incontrarci, se hanno da fare, pazienza". Ma tutto sommato, al di là dell'irritazione per la rivolta contro la gita, pare che Grillo fosse addirittura sollevato per essersi evitato la sfacchinata.

La notizia esplode e manda in tilt le stanze dei Cinque Stelle a Montecitorio e a Palazzo Madama. Alessio Villarosa, capogruppo M5S alla Camera, sbotta davanti alle agenzie: "C'è una legge di Stabilità tremenda - dice - e i giornali scriveranno di noi per il mancato incontro. Sai che ti dico? Mi viene voglia di gettare la scrivania dalla finestra". I senatori, che da tempo chiedono un confronto con i due leader, continuano a sperare che l'appuntamento venga rifissato a breve.

Dice Maurizio Buccarella, protagonista della querelle sulla clandestinità: "Sono stato sempre favorevole a un incontro con Beppe Grillo. È un bene che venga informato di quello che facciamo in Parlamento". Andrea Cioffi, cofirmatario dell'emendamento incriminato scuote la testa: "Vinceremo". Ma ormai sono quasi tutti convinti: chissà quando li rivedremo.

 

casaleggio E GRILLO BEPPE GRILLO E CASALEGGIO AL QUIRINALE GRILLO ASSEMBLEA A MONTECITORIO GRILLO A MONTECITORIO INCONTRA I PARLAMENTARI CINQUE STELLE

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…