I “LUPI SOLITARI” DIVENTANO UN BRANCO - PRIMA I KOUACHI, POI COULIBALY, ORA IL BELGIO: LA TEORIA DEL GRUPPO ISOLATO NON REGGE PIÙ - ERANO DI ORIGINE CECENA I MEMBRI DELLA “CELLULA” NEUTRALIZZATA A VARVIERS

1 - BELGIO: MEDIA, MEMBRI CELLULA JIHAD DI ORIGINE CECENA

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 15belgio operazione antiterrorismo a verviers 15

(ANSA) - Erano di origine cecena i membri della cellula di presunti jihadisti neutralizzata ieri sera dalle forze speciali belghe a Verviers. Lo riporta l'emittente belga Rtl.

 

2 - «STUDIAVANO UN ATTACCO IN GRANDE STILE» SCONTRO POLIZIA-JIHADISTI, PAURA IN BELGIO

Luigi Offeddu per il “Corriere della Sera”

 

«Operazione vendetta», così si doveva chiamare: un attacco massiccio e coordinato del terrorismo islamico contro 7 Paesi europei più lo Yemen, appunto la «vendetta» contro la strage di Parigi. Un nuovo 11 settembre, riservato a metà dell’Unione Europea. Attentati «gravi, imminenti», teme la magistratura belga.

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 13belgio operazione antiterrorismo a verviers 13

 

Ma è stato prevenuto, o meglio fermato a metà dalla polizia federale: due terroristi appena tornati dalla Siria sono stati uccisi, uno arrestato, una decina di altre persone ferite, e il Belgio intrappolato in una sera e in una notte di caos e di paura. Fra le vittime, nessun civile e nessun agente della polizia o delle forze speciali antiterrorismo.

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 12belgio operazione antiterrorismo a verviers 12

 

Sparatorie ed esplosioni isolate, posti di blocco, inseguimenti in diversi sobborghi a maggioranza musulmana di Bruxelles e di altre città vicine, perfino non lontano dall’aeroporto intercontinentale di Zaventem.

 

Una serie di intercettazioni negli ultimi giorni ha consentito che il piano venisse sventato ma l’operazione sarebbe ancora in corso. Tanto è vero che a tarda notte giunge la notizia di altre sparatorie in corso in due cittadine vicine a Liegi: ufficialmente non si tratterebbe di episodi collegati a quelli precedenti, ma l’allarme resta alto.

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 3belgio operazione antiterrorismo a verviers 3

 

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 11belgio operazione antiterrorismo a verviers 11

I fatti. A Verviers, cittadina francofona non lontano da Liegi, fin da lunedì una casa è sotto controllo. Dentro vi sono tre uomini appena tornati dalla Siria, forse coloro che hanno fornito a Coulibaly, il killer di Francia, le armi per la strage alla sede di Charlie. Ieri pomeriggio, i tre uomini vengono stanati. Dieci minuti di sparatoria furiosa con i kalashnikov: «Sparavano anche da terra, feriti, con il Kalashnikov sotto la pancia», dirà un testimone. Due esplosioni, le strade che si svuotano, la Stazione Centrale pure sotto assedio. Alla fine, i due tornati dalla Siria sono solo dei corpi inanimati.

 

Alla stessa ora, tensione alle stelle anche nei quartieri musulmani di Bruxelles: a Moleenbek, Schaerbek, Anderlecht (dove sarà trovata una carica esplosiva dentro una pala meccanica). Controlli e perquisizioni ovunque, anche nella periferia fiamminga di Vilvoord si sente sparare.

belgio   operazione antiterrorismo a verviers 10belgio operazione antiterrorismo a verviers 10belgio   operazione antiterrorismo a verviers 14belgio operazione antiterrorismo a verviers 14

 

Tensione altissima a Bruxelles, nel rione ad alta densità di musulmani, a pochi passi dalla Commissione europea: le istituzioni Ue non sono il bersaglio dell’attacco, ma qui abitano pure molti arabi impauriti dalle raffiche di perquisizioni improvvise. E non si può escludere comunque la presenza di un’altra cellula nascosta.

 

Ed è allarme pieno anche ad Anversa, principale porto del Belgio e sede di un’antica e folta comunità ebraica. Ma anche nelle città francesi di Lille e Strasburgo, intorno al Parlamento europeo, alla grande moschea, alla sinagoga.

 

La polizia esclude per ora uno stretto collegamento operativo fra i fatti di Parigi e quelli del Belgio. Ma certo non un collegamento ideologico, religioso, comunque ispirato dal fanatismo. Il passato attentato al museo ebraico di Bruxelles, compiuto da un sicario venuto dalla Francia, autorizza a pensare a un’organizzazione internazionale comunque ben ramificata.

 

AMEDY COULIBALYAMEDY COULIBALY

«Chi ha sparato oggi non erano ragazzini fanatici senza esperienza, ma una cellula dotata anche di armi da guerra, con buona conoscenza dei luoghi, con tempi e ordini precisi», dicono le fonti della magistratura. L’obiettivo erano probabilmente le stesse forze di polizia «complici» di quelle che hanno ucciso gli altri terroristi a Parigi.

 

Oggi è venerdì, giorno della grande preghiera in tutte le moschee. Le sinagoghe sono presidiate in forze, e così anche le cattedrali del Belgio e della Francia. Perché il Belgio, la Francia, l’Europa trattengono il fiato, e non riescono a dimenticare l’ombra di un nuovo 11 settembre al di là dell’Atlantico.

 

3 - ARMI E SOLDI, I LEGAMI INSOSPETTABILI DI COULIBALY

Marco Imarisio per il “Corriere della Sera”

hayat boumeddiene hayat boumeddiene

 

I lupi solitari stanno diventando un branco. Prima uno, poi due, poi tre complici, fino alla scoperta tardiva dei finanziamenti ricevuti dai fratelli Kouachi, e dei viaggi di Amedy Coulibaly. La tesi riduttiva del gruppo di amici ormai non tiene più, e neppure quella della cellula domestica. Le complicità e le connivenze ci sono state anche all’estero, come potrebbe dimostrare l’operazione antiterrorismo di ieri in Belgio, che ha colpito una delle numerose filiere jihadiste di quel Paese, specializzata nella rivendita di armi a estremisti islamici e criminali comuni.

coulibaly supermercato koshercoulibaly supermercato kosher

 

A seguire i kalashnikov e le pistole Tokarev delle stragi di Parigi si arriva dritti in Belgio. Negli ultimi tempi Coulibaly era venuto a contatto con Neetin Karasular, un uomo residente a Charleroi al quale stava cercando di vendere un’auto di proprietà della moglie, Hayat Boummeddiene, fuggita da Parigi con tappe a Madrid, dove avrebbe trascorso il Capodanno in compagnia del marito, a Istanbul, fino al passaggio della frontiere siriana lo scorso 8 gennaio.

AMEDY COULIBALY   AMEDY COULIBALY

 

Sapevano che non si sarebbero mai più rivisti, questo appare chiaro. Lui è tornato indietro. La donna è stata invece accompagnata nel tratto finale del suo viaggio da Mehdi Beloucine, fratello del capo di una rete di aspiranti combattenti in Afghanistan che aveva messo radici nella Francia dell’Est e in Belgio.

 

Dopo il massacro all’Hyper-market di port de Vincennes, Karasular si è presentato all’antiterrorismo di Bruxelles. L’uomo, che ha all’attivo un paio di condanne per traffico d’armi, ha raccontato di come avesse truffato Coulibaly, prendendo in consegna l’auto senza dargli in cambio l’intera cifra che lui chiedeva e promettendogli futuri guadagni da una ulteriore vendita.

amedy coulibaly    raid al negozio kosher amedy coulibaly raid al negozio kosher

 

Le perquisizioni nel suo appartamento hanno confermato la trattativa ma ne hanno fatto emergere una anche su armi e munizioni, di calibro non comune e corrispondente alla Tokarev usata nella drogheria kasher, che forse avrebbero dovuto essere, o sono state, la contropartita per l’auto. Se così fosse, il comportamento quasi auto-accusatorio di Karasular è davvero strano. Forse l’uomo ha fatto soltanto da mediatore tra il futuro stragista francese e i veri trafficanti che gli hanno rivenduto le armi.

hayat boumedienne e amedy coulibaly  2hayat boumedienne e amedy coulibaly 2

 

Coulibaly sarebbe andato a Charleroi almeno tre volte. Le prime due a novembre, l’ultima poco prima di Natale. Karasular si è tenuto la vecchia auto della moglie, mentre gli investigatori francesi sono ancora alla ricerca della Mini Cooper, sempre intestata ad Hayat Boumeddiene, che ha portato il terzo assassino di Parigi davanti alla drogheria ebraica. Quel che ancora non è chiaro è chi davvero abbia rifornito d’armi i fratelli Kouachi e Coulibaly. La tesi dell’acquisto fatto nei dintorni della Gare du midi, una delle stazioni di Bruxelles, non regge molto, per via della quantità del materiale. Anche in Belgio c’è qualcuno che sapeva quel che sarebbe successo.

 

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...