Lettera di Massimiliano Parente a Dagospia
Caro Dago, non ne posso più di sentir parlare di «famiglia naturale» e «famiglia tradizionale», senza che nessuno specifichi cosa sia, a quale natura o tradizione si faccia riferimento.
Dal punto biologico (non biologico nel senso dei cibi che mangiano i naturalisti a chilometro zero e a mille chilometri dalla civiltà del mais OGM, senza aflatossine cancerogene), per restare nell’ambito della nostra specie, Homo Sapiens c’è in quanto tale da circa centocinquantamila anni, e questo senza andare più indietro nel tempo, a oltre tre milioni di anni, dove tra ominidi e australopitechi vari c’è stata una bella carneficina di sopravvivenza e selezione naturale.
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Per gran parte del cosiddetto Antropocene era naturale stuprare la donne del vicino di caverna, assassinarsi e depredarsi a vicenda, e praticare serenamente il cannibalismo (dei neanderthaliani Homo Sapiens ha fatto bistecche senza problemi).
Tra i nostri parenti più recenti, ossia tra le grandi scimmie antropomorfe (per la cronaca, sono cinque: orango, gorilla, bonobo, scimpanzé e UOMO), lo scimpanzé condivide con noi più del 99% del patrimonio genetico, e guarda caso, a parte l’uomo, è la specie più violenta: in natura sono assai poco pacifici, commettono violente razzie nei gruppi rivali, combattono a morte per una femmina, e il maschio dominante si scopa chi vuole, inclusi i piccoli, questa è la famiglia scimpanzé naturale.
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Viceversa un modello di famiglia naturale per come la intendono gli antropomorfi del Family Day si trova nei piccioni, monogami e fedeli, e nelle orche, intelligentissime, infatti non si inginocchiano di fronte a nessuna orca crocifissa (ma se è per questo neppure i piccioni), costrette da noi a fare i salti negli acquari per far divertire mogli, mariti e relativa prole umana da acquasantiera.
Sull’aggressività umana è inutile commentare e citare guerre, se non che in Occidente la violenza si è ridotta grazie ai progressi intellettuali dell’Illuminismo e del capitalismo borghese (nazismo e comunismo nel XX secolo sono, non a caso, movimenti politici antimoderni), insomma: quali radici cristiane!
Per l’intera durata della dittatura cristiana ti torturavano perfino se dicevi che non era il Sole a girare intorno alla Terra, e la stessa Unità d’Italia, si sa, è nata con una guerra allo Stato della Chiesa, peccato si siano fermati lì alla breccia di Porta Pia, potevano sbrecciare fino in fondo, e invece «Avanti, Savoia!» era un altro motto italico per fare un passo avanti e dieci indietro.
Se poi parliamo di «famiglia tradizionale», quale tradizione? Di quale popolo? In quella islamica vige la poligamia, ovviamente a vantaggio del maschio perché tra i due sessi è il più forte (le società matriarcali sono relativamente poche nella storia dell’umanità, e meno male, peggio di un uomo o una donna c’è solo una madre che si sente realizzata nell’essere madre).
Cultura e tradizione a molti sembrano cose belle, ma fanno schifo, e ogni progresso implica il superamento di una tradizione, altrimenti staremmo ancora lì a sacrificare agnelli agli dèi del momento (alcuni ancora lo fanno, e in altre belle culture e tradizioni, inclusa la culla greca della civiltà, si sacrificavano anche i neonati). In nome delle tradizioni, piuttosto, oggi, anziché arrestarlo e processarlo come criminale, copriamo le statue dei musei capitolini per rispetto a un dittatore iraniano il giorno stesso in cui impicca cinque persone perché omosessuali, più che contronatura contro la religione, come da noi con mezzi più persuasivi.
Quanto alla tradizione cristiana, è monogamica ma altrettanto maschilista, le donne sono costolette d’Adamo e i matrimoni fino a poco tempo fa erano combinati, con tanto di padre padrone e diritto di sopprimere i figli o di usarli a proprio piacere anche sessualmente (la Chiesa ha preso molto alla lettera il proprio superman moltiplicatore di pani e pesci quando dice «lasciate che i bambini vengano a me», un messia che si è rinchiuso in un’ultima cena con dodici maschi, tradizione ben rispettata dal Vaticano, l’unica lobby gay veramente influente in Italia).
Tra l’altro, può parlare di famiglia naturale gente che crede di essere stata creata a immagine e somiglianza di un uomo invisibile che vive nel cielo (dove? nella stratosfera? su Marte? su Proxima Centauri?) e ha mandato giù un figlio (quello che si è rinchiuso con i dodici gay di cui sopra) partorito da una vergine e fecondato da uno spirito santo? Più utero in affitto di così, per giunta extraterrestre, e con marito cornuto senza che neppure abbia consumato.
Io sottrarrei i figli a qualsiasi coppia, etero o omo, capace di mettersi in fila per ricevere un pezzo di ostia convinta si transustanzi nel corpo di un idolo e che ci sia una vita dopo la morte, ossimoro massimo, dove sarai punito perfino se ti fai una sega, e li manderei in clinica psichiatrica, a cominciare da Vladimir Luxuria nel caso dovesse mai diventare madre o padre di un orfano che crescerebbe meglio da solo.
C’è poi l’argomentazione più banale, quella secondo cui un bambino nasce da un maschio e da una femmina, e qui ti rivelo una notizia sconvolgente: gli omosessuali, da sempre, nascono dagli eterosessuali. Per cui quelli del Family Day (i quali si contrappongono ai gay, quindi gli etero non particolarmente intelligenti andranno chiamati i day, «sei etero, gay o day?»), in realtà contrari alle famiglie altrui, smettano di fare di figli, non ci saranno più gay, e alla lunga si estingueranno di conseguenza i day, tanto di guadagnato, un grande passo per l’umanità.
Che poi i bambini abbiano bisogno di una figura materna e una paterna è un’altra topica ridicola: i bambini hanno bisogno di affetto e intelligenza, punto. Pane, amore e fantasia. Io ho un compagno, una compagna, e una bambina che più felice non potrebbe essere. I bambini, in generale, nascono da chiunque, da donne single, madri drogate, genitori sposati che prima di separarsi trasformano in un inferno di urla e recriminazioni la propria casa, e il numero dei divorziati nel nostro Parlamento rappresentativo supera quello degli sposati finché morte non li separi.
Non per altro il simbolo della coppia tipo italiana erano Al Bano e Romina, bella coppia, e la coppia più bella del mondo erano Celentano e la Mori, di cui una figlia, Rosita o Rosalinda (le confondo sempre), è lesbica, mentre un altro, credo Giacomo, un imitatore di suo padre che ha cantato a Sanremo col crocifisso al collo, non mi pare sia una famiglia modello.
Io preferirei essere adottato da Elton John e David Furnish che da una delle suddette coppie italiane esemplari. Silvio Berlusconi non fa testo, ha adottato il modello arabo dell’harem ma credo finga di essere cattolico per non perdere voti, che comunque ha già perso per conto suo, tanto varrebbe diventasse libertario una volta per tutte almeno in vecchiaia, emancipandosi dalle frattaglie cattofasciste avrebbe anche il mio di voto, pochi ma buoni.
Intanto sulle unioni civili si discute da anni e non si cava un ragno da un buco, maschile o femminile che sia, mentre il divorzio breve (si divorzia in sei mesi, volendo, come siamo all’avanguardia), è passato senza rumore e manifestazioni familiste: agli etero cattolici il divorzio fa comodo quanto l’aborto (almeno, dovesse trovarsi un gene dell’omosessualità, possono abortirlo subito), perché se fossero tutti cattolici e family quanto affermano dovrebbero vietare tanto l’aborto quanto i matrimoni civili e i divorzi (non riconosciuti e condannati dalla Chiesa) anziché pensare alle unioni altrui.
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In Italia, purtroppo, non c’è destra e non c’è sinistra, ci sono sempre e solo politici, opinionisti, intellettuali complici del Vaticano (e a un livello superiore dello Ior, di cui da quando c’è il papa user friendly, non si parla più nelle prime pagine), dichiaratamente cristianissimi, come la deputata e ex ministra De Girolamo, la Madia e la Boschi, tutte credenti e praticanti, per carità.
A proposito di carità, comincino a seguire il loro fantasy di riferimento intitolato Vangelo e praticare la povertà, perché gli ultimi saranno i primi; a far entrare qualsiasi immigrato (non nel Paese ma a casa propria), per dargli da bere e da mangiare; a porgere l’altra guancia anziché starnazzare in televisione; a disprezzare carriere e denaro (i ricchi non vanno nel «Regno dei Cieli»), perché alla fine peggio di fare i froci con il culo degli altri c’è fare i cristiani con le messe nei culi altrui.
Amen e baci,
Massimiliano Parente
GANDOLFINI PORTAVOCE FAMILY DAY family day