Francesco De Dominicis per “Libero quotidiano”
Proporre una soluzione con la consapevolezza che è impraticabile. Il risultato finale è una evidente presa in giro, ma nell' immediato si ottiene il risultato di tenere a bada l' opinione pubblica, alla quale si danno in pasto buona volontà e intenzioni positive. È grosso modo questa la lettura che va data alle dichiarazioni del governo e del Pd sulla possibilità di modificare il decreto salva banche, con aiuti per i risparmiatori di Banca Marche, CariChieti, Carife e PopEtruria. Tutto questo mentre il governo ha assicurato nuovi sgravi fiscali alle banche: diventano defiscalizzabili i contributi volontari per il salvataggio di Tercas: l' ennesimo regalo.
matteo renzi pier carlo padoan
Fatti concreti, mica le promesse ai consumatori. Ieri il ministro dell' Economia, Pier Carlo Padoan, ha detto che «sta valutando un sostegno a fasce deboli» Si muove il Partito democratico, con un emendamento al provvedimento d' urgenza (inserito nella legge di stabilità) che ha dato il via all' operazione di salvataggio dei quattro istituti in crisi. L' idea è creare un fondo di solidarietà per i consumatori più deboli, per rimborsare solo una parte delle perdite, circa 300-350 milioni su un totale di 728 milioni di obbligazioni subordinate evaporate grazie al blitz di palazzo Chigi di domenica 22 novembre.
Il tutto per ridare un po' di quattrini a chi ha investito fino a 30mila euro, ignorando che c' è una lista lunghissima di anziani e pensionati che avevano investito anche oltre 100mila euro. Il fondo potrebbe essere alimentato dalle plusvalenze realizzate dalla bad bank, vale a dire la scatola in cui sono state fatte confluire le sofferenze (prestiti non rimborsati) degli istituti salvati. Ma qui si entra nel terreno delle scommesse: quei crediti sono stati svalutati dell' 82,5%. Erano 8,5 miliardi, sono stati valutati al 17,5%. I gestori della «banca cattiva», stando alla fiducia dichiarata del Pd, dovrebbero recuperare più degli 1,4 miliardi iscritti in bilancio: azzardo allo stato puro.
Di là dai dubbi squisitamente finanziari, alla Camera e al Senato si registra più di una divisione. Nella maggioranza, in effetti, non tutti sono concordi con l' idea del rimborso a chi ha perso capitale: secondo gli esponenti di Scelta civica e Area popolare, verrebbe creato un precedente contrario alle nuove regole europee sul bail in che non danno alcun tipo di tutela. E l' Ue vieta qualsiasi tipo di ristorno con denaro pubblico. Pure nelle file dei democratici si registrano mal di pancia. Così, in Parlamento sembra prevalere il fronte del «no» ai risarcimenti per legge. Come dire: piangano pure i 130mila fregati di Etruria, Marche, Chieti e Ferrara. Il popolo del risparmio tradito, per la verità, è molto più grande e arriva a quota 310mila soggetti se si conteggiano i 180mila scottati coi titoli di PopVicenza e Veneto Banca.
Di quest' ultimi, però, non si interessa nessuno anche se hanno perso fino all' 80% del capitale. Sul piano mediatico non fanno rumore e allora scatta il disinteresse del governo.
Che sull' operazione di salvataggio del 22 novembre ha raccontato una clamorosa bugia in relazione alla scelta di convocare il consiglio dei ministri di domenica. «A mercati finanziari chiusi» era la ragione ufficiale.
Poi vai a vedere il listino di Borsa italiana e scopri che, delle quattro banche coinvolte, solo PopEtruria era quotata a piazza Affari e il titolo, dal 13 febbraio scorso, era pure sospeso. Diranno che si temevano gli effetti per l' intero sistema bancario - affermazione che confermerebbe la tesi dell' accordo segreto tra banchieri ed esecutivo - ma non ammetteranno mai che il provvedimento è stato varato di domenica per beffare i risparmiatori che lunedì mattina si sono svegliati coi risparmi di una vita azzerati.