Riceviamo e pubblichiamo:
Caro Direttore,
mi riferisco all’articolo “Lo Sviluppo delle consulenze - Maxi assegno da 50 milioni” pubblicato dal suo giornale a firma Stefano Sansonetti la cui tesi di fondo, e cioè che il ministero dello Sviluppo economico pagherà 50 milioni di euro per aiutarsi ad elargire 300 milioni alle imprese, e cioè il 16% del totale, è del tutto campata per aria.
L’articolo fa riferimento alla procedura di gara recentemente bandita dal Ministero per l’individuazione del Gestore degli interventi di ricerca e sviluppo del Fondo per la crescita sostenibile. Non è, pertanto, una consulenza quella che il Ministero intende affidare, ma un servizio –consentito dalle norme disciplinanti gli aiuti - che prevede complesse attività di valutazione tecnica ed economico-finanziaria dei programmi presentati dalle imprese nonché di erogazione dei finanziamenti e di gestione dei relativi piani di rimborso.
I 50 milioni dei quali parla l’articolo costituiscono l’importo stimato dell’appalto tenuto conto delle risorse, ipotizzate in ben 5 miliardi di euro, che nel corso dei prossimi 5 anni – periodo di operatività del contratto di appalto – potrebbero essere veicolate dal fondo crescita al finanziamento di programmi di ricerca e sviluppo.
Nulla a che vedere, quindi, con i soli 300 milioni citati nell’articolo visto che sono compresi anche e soprattutto gli ulteriori interventi programmabili nei prossimi anni grazie non solo alla disponibilità dei fondi strutturali 2014-2020, ma anche dei rimborsi dei finanziamenti già erogati dal fondo, dell’utilizzo complementare delle risorse del fondo rotativo per le imprese di Cassa Depositi e Prestiti, nonché dei rifinanziamenti che potranno essere disposti con la legge di stabilità nei medesimi anni.
L’aggiudicatario dell’appalto non avrà quindi diritto a 50 milioni di euro forfettari (importo massimo dell’appalto) perché la sua remunerazione riguarderà le attività effettivamente svolte in relazione al numero ed alla dimensione dei programmi che saranno finanziati dal fondo.
L’articolo ignora del tutto il fatto, inoltre, che l’attività richiesta per ciascun programma proposto dalle imprese impegna mediamente il gestore per un arco di 14 anni e che la base economica di gara, a cui dovranno essere commisurate le offerte economiche dei partecipanti, è la più bassa tra quelle previste negli ultimi anni per servizi analoghi.
Un’ultima annotazione: l’articolo non fa alcun cenno al fatto che la gara in corso è sì una trattativa privata, ma con emanazione di un regolare bando: la PROCEDURA È QUINDI APERTA A TUTTI COLORO CHE INTENDONO partecipare e non solo ai soggetti che l’amministrazione intende invitare.
Ti prego di voler pubblicare questa mia precisazione.
Cordiali saluti
Enrico Romagna Manoja
Portavoce Ministero dello Sviluppo economico