NON MORIREMO LEGHISTI – L’ABBRACCIO DEL BANANA A SALVINI NON PIACE A MEZZA “FARSA ITALIA” – DA ROMANI A BRUNETTA, PASSANDO PER MATTEOLI E LA GELMINI SONO IN TANTI A NON VOLERE “DERIVE ESTREMISTE” – E IN DAL PPE ARRIVANO I PIZZINI A BERLUSCONI: “L’ASSE CON SALVINI E’ INACCETTABILE”

Quando Berlusconi tre giorni fa con una nota ha ufficializzato il suo "sì", in un corridoio della Camera qualcuno ascoltava lo sfogo al telefono della Gelmini con un amico: «Così andiamo a sbattere, la Lega ci spiana» - È la fobia di tutti i lombardi: la chiusura dell' opa del Carroccio. Un altro deputato, Cosimo Latronico, lascia il gruppo e passa con Raffaele Fitto

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Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

BERLUSCONI SALVINI BERLUSCONI SALVINI

La foto dei due in coppia, ieri sera allo stadio e questa mattina sul palco di Bologna, ha già terremotato Forza Italia. Nel profondo. Silvio Berlusconi e Matteo Salvini viaggiano ormai in tandem, da oggi il passaggio di testimone sarà cosa fatta e in queste ore anche insospettabili fedelissimi del Cavaliere dell' ala più moderata stanno meditando lo strappo. Il cielo all' orizzonte è troppo verde- leghista per restarci sotto.

 

L' ex premier vede Milan- Atalanta a San Siro col giovane Matteo, gli conferma che oggi non farà scherzi, andrà davvero a comiziare per dieci minuti a Piazza Maggiore, "ospite" della manifestazione organizzata dal Carroccio. Ancor più ospite dopo aver ordinato a Gregorio Fontana di disdire la prenotazione di pullman forzisti, «inutili e costosi» nelle kermesse leghista.

 

Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse Marine Le Pen Matteo Salvini Geert Wilders Harald Vilimsky foto Lapresse

Alla fine il capogruppo al Senato Paolo Romani (come il collega della Camera Renato Brunetta) sarà anche lui a Bologna, come anche l' altra "scettica" Mariastella Gelmini. Si confonderanno tra i filoleghisti del partito e chi comunque dovrà esserci (Toti, Bergamini, Ronzulli, Rossi, Fontana, Marin, Santanché).

 

Ma sarà una presenza di facciata, nel tentativo di capire, salvare il savabile, sapendo che la kermesse segnerà un passaggio senza ritorno. Altero Matteoli non ci sarà, non ha avuto più parole per dire che sarebbe stato un «suicidio » andare. Maurizio Gasparri nemmeno («Ma io c' ho il derby»). E non andrà neanche Antonio Tajani, vicepresidente del Ppe. «Berlusconi è normale che vada, lavora per l' unità e alle amministrative le alleanze andranno pur fatte - ragionava alla vigilia -L' importante è tenere presente che noi con loro, con la Lega, non c' entriamo niente.

Brunetta Salvini foto Lapresse Brunetta Salvini foto Lapresse

 

Siamo diversi. Nulla a che fare con no-euro e con certe posizioni estreme sull' immigrazione ». Riflessioni non casuali. Da settimane il presidente del Partito popolare europeo, Joseph Daul, e il capogruppo, Manfred Weber, hanno notificato a lui come a Lara Comi e agli altri forzisti a Bruxelles che «l' asse tra Berlusconi e Salvini è inaccettabile».

 

Con tutte le conseguenze che ne deriveranno. Non si arriverà all' espulsione di Fi dalla famiglia popolare, ma la pur quotata candidatura di Tajani alla successione del socialista Martin Schulz alla presidenza del Parlamento, il prossimo anno, è a un soffio dal farsi benedire.

 

renato brunetta paolo romani renato brunetta paolo romani

«Così Berlusconi diventa gregario, a Bruxelles penseranno che vogliamo uscire dal Ppe e allearci con la Le Pen» ha sparato la Comi ieri su Repubblica, incassando i rimbrotti di fedelissimi, da Toti alla Biancofiore. Quando Berlusconi tre giorni fa con una nota ha ufficializzato il suo "sì", in un corridoio della Camera qualcuno ascoltava lo sfogo al telefono della Gelmini con un amico: «Così andiamo a sbattere, la Lega ci spiana».

 

mariastella gelmini mariastella gelmini

È la fobia di tutti i lombardi: la chiusura dell' opa del Carroccio. Un altro deputato, Cosimo Latronico, lascia il gruppo e passa con Raffaele Fitto, il quale oggi al Teatro Olimpico di Roma organizza la contromanifestazione dell'«altro centrodestra, quello dei moderati, che non parlano alla pancia per andare incontro a una sconfitta certa: Berlusconi ormai una mascotte». Il Cavaliere conta di uscire più forte dalla piazza di Bologna. Ma il leader leghista, come spiega alla vigilia ai suoi, guarda già oltre. Perché oggi «non si ricrea il Pdl» non riparte il centrodestra vecchio stampo, ma sarà per lui «un momento fondativo ». E sul predellino 2015 stavolta sarà lui a salire.

Antonio Tajani Antonio Tajani

 

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