OBAMA PRIDE - “PRESTO AVREMO AMBASCIATORI LESBICHE, BISESSUALI E TRANS”, PAROLA DI KERRY. TANTO BASTA PAGARE E BARACK UNA FELUCA NON LA NEGA A NESSUNO

Glauco Maggi per "il Giornale"

 

ohn Kerry con il presidente Barack Obama ohn Kerry con il presidente Barack Obama

«Sto lavorando duramente per assicurare che entro la fine del mio mandato avremo ambasciatori lesbiche, bisessuali e transessuali nei nostri ranghi», ha detto John Kerry durante un evento di orgoglio gay al Dipartimento di Stato, organizzato dalla GLIFAA (la comunita' LGBT nelle agenzie degli Affari Esteri), in cui ha celebrato la nomina in un posto di massimo livello del settimo rappresentante diplomatico statunitense apertamente omosessuale, Ted Osius in Vietnam.

 

«Sono molto orgoglioso dei progressi che stiamo facendo nelle nomine di ambasciatori LGBT. Ho lavorato con il comitato qui al Dipartimento di Stato, e ho lavorato con la Casa Bianca. Il risultato è che Ted sarà il primo membro ufficiale LGBT a servire come ambasciatore in Asia».

JOHN KERRY OBAMAJOHN KERRY OBAMA

 

Con la politica estera di Obama che il 58% dei cittadini hanno giudicato fallimentare nel sondaggio del New York Times-CBStv di qualche giorno fa, e con una maggioranza del 52% (sondaggio Washington Post-ABCtv) che per la prima volta lo valuta negativamente per come sta gestendo la crisi in Iraq, uno penserebbe che l'impegno “duro” e i “progressi” del segretario degli affari esteri USA sarebbe meglio fossero un successo su cause internazionali più impellenti, senza nulla togliere al rispetto per i gay.

 

Per esempio, Al Qaeda che impazza in Siria e minaccia Bagdad. O Putin che si è annesso la Crimea e tiene sotto tiro l'Ukraina. O l'emergenza dei bambini clandestini che dall'America Centrale stanno invadendo il Texas. O la Cina che contende isole e pezzi di mare al Giappone e, guarda la combinazione, al Vietnam. L'America, insomma, ha bisogno di ambasciatori la cui pubblica descrizione deve essere quella di essere “bravi ed esperti”, non di essere “omosex”.

daniel baer ambasciatore americano all Osce con il suo partner daniel baer ambasciatore americano all Osce con il suo partner

 

Osius, che ha una esperienza di lunghi anni in questioni internazionali per aver già occupato posizioni diplomatiche in Indonesia, India, Tailandia, Vaticano, Filippine e nello stesso Vietnam, è stato invece utilizzato come “campione gay” dalla propaganda della Casa Bianca, che attraverso le nomine LGBT cerca instancabilmente di arruffianarsi la lobby degli attivisti dei diritti “omo e trans sex” per estrarre voti e, soprattutto, finanziamenti.

 

Così è nel mese di giugno, istituzionalmente dichiarato dell'orgoglio gay, che vengono pubblicizzate le promozioni di funzionari omosessuali in manifestazioni pubbliche che preparano gli eventi di raccolta di fondi tra gli interessati. L'anno scorso, sempre a metà giugno, Obama aveva nominato tre ambasciatori apertamente gay: James Costos in Spagna, Rufus Gifford in Danimarca e Daniel Baer all'OCSE (Organizzazione di 57 nazioni per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa).

 

obama con rufus ford e il maritoobama con rufus ford e il marito

Costos, vicepresidente di HBO per le licenze globali e Gifford, direttore delle finanze per la campagna di Obama, avevano raccolto centinaia di migliaia di dollari per la sua rielezione. In precedenza il presidente aveva scelto omosessuali come ambasciatori in paesi di minor peso internazionale, come il Lussemburgo, la Nuova Zelanda e la Romania. Il settimo gay in quel ruolo è James "Wally" Brewster a Santo Domingo.

 

La sua nomina per la Repubblica Dominicana, dove è arrivato otto mesi fa con il compagno da 25 anni sposato appena prima di lasciare Washington, era stata aspramente criticata dall'arcivescovo locale, Cardinale Nicolas de Jesus Lopez Rodriguez, che lo chiamò spregiativamente «frocio».

 

Brewster è stato premiato da Obama per aver raccolto, con il compagno, un milione di dollari per la sua elezione, e per essere stato il presidente del gruppo LGBT nel Comitato Elettorale Democratico. La militanza e la competenza dei gay e degli etero, a condizione di essere arricchita di finanziamenti sostanziosi alla campagna, sono l'ovvio passaporto per fare l'ambasciatore.

 

ambasciatore rufus ford con il marito e il caneambasciatore rufus ford con il marito e il cane

 Ma quando il criterio unico è di «sostenitore finanziario» Obama e Kerry fanno figuracce in Senato, durante le audizioni per le conferme. Così è accaduto mesi fa per le nomine in Argentina, Norvegia e Ungheria di personaggi che non avevano alcuna esperienza o non erano neppure mai stati nel paese dove erano stati “promossi”.

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO