PARIGI PIANGE, LONDRA SPIA - CAMERON CAVALCA LA STRAGE DI “CHARLIE” PER VIETARE WHATSAPP, MESSENGER E SNAPCHAT: “DOBBIAMO POTER INTERCETTARE TUTTE LE CONVERSAZIONI” - MA IL VICE CLEGG SI OPPONE

Le autorità inglesi al momento non possono accedere a molti servizi di messaggistica: “Ma noi dobbiamo poter leggere tutte le conversazioni per la sicurezza dei cittadini” - Ecco che l’attentato diventa la scusa per attivare un sistema come quello della NSA. Clegg: “Per intercettare terroristi non possiamo invadere la privacy di milioni di inglesi”...

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1. CAMERON: WHATSAPP E LE ALTRE APP DI MESSAGGISTICA POTREBBERO DIVENTARE ILLEGALI NEL REGNO UNITO

Bruno Ruffilli per “La Stampa

 

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Whatsapp, Snapchat, iMessage potrebbero essere dichiarati illegali nel Regno Unito. Lo ha detto ieri il primo ministro britannico David Cameron, in uno dei primi appuntamenti della campagna elettorale per le elezioni che si terranno in maggio. Cameron ha spiegato che se dovesse essere rieletto, il suo governo metterà al bando gli strumenti che permettono di comunicare in maniera criptata, perché potrebbero essere utilizzati da gruppi terroristici per organizzare i loro movimenti.

 

Molte app di messaggistica, infatti, adottano ora sistemi che non consentono a terzi di intercettare le conversazioni online: Apple, ad esempio, ha più volte spiegato di non poter leggere i messaggi di iMessage, mentre da qualche mese Whatsapp ha introdotto un algoritmo che codifica i testi quando vengono composti sul dispositivo del mittente e li rende di nuovo comprensibili solo quando arrivano al destinatario. 

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Quello che Cameron chiede è una backdoor, una porta di servizio delle app e dei servizi di messaggistica, che dia accesso ai dati delle conversazioni in caso di sospetti di attività terroristica, per svolgere attività di prevenzione e fornire informazioni ai servizi di intelligence.

 

La proposta fa parte di un nuovo quadro legislativo che obbligherebbe gli operatori telefonici e i provider internet a raccogliere e conservare alcuni dati degli utenti. Riferendosi a servizi come WhatsApp, Snapchat, Telegram e altri, ieri Cameron nel corso di un comizio ha detto: “Possiamo permettere che esista un mezzo di comunicazione impossibile da leggere anche se c’è un mandato del giudice? No, la mia risposta è che non possiamo”.

 

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Cameron ha tracciato un quadro più ampio dei sistemi di comunicazione, sottolineando come oggi sia possibile nel Regno unito accedere ai dati delle conversazioni via telefono, sia fisso che mobile, in caso di effettivo sospetto di attività terroristiche, come pure per rintracciare persone scomparse o per combattere crimini di ogni genere. Questo – ha rilevato –permette di sapere chi ha chiamato, dove e quando, non significa tuttavia accedere al contenuto delle comunicazioni.

Nick Clegg Nick Clegg

 

I servizi segreti e le autorità giudiziarie possono però anche leggere il contenuto di una lettera o intercettare una telefonata, sia pure in casi estremi: e con “i sistemi più moderni”; come li ha definiti il premier inglese, questo non è possibile. “La nostra legislazione è più rispettosa di molte altre – ha spiegato – ma abbiamo bisogno di poter accedere sia ai dati delle conversazioni sia al loro contenuto, su tutti i mezzi possibili”.

 

Cameron non ha mancato di sfruttare l’onda emotiva della strage nella redazione di Charlie Hebdo: “Gli attacchi di Parigi hanno dimostrato la gravità della minaccia che affrontiamo e la necessità di fornire alle nostre agenzie di intelligence e sicurezza i mezzi per garantire la sicurezza dei cittadini”. 

 

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Il discorso di Cameron non è il primo segno di una nuova stretta sul web, e arriva il giorno dopo il summit di Parigi dei ministri dell’Interno Ue e il ministro della Giustizia Usa, Eric Holder, svoltosi parallelamente alla manifestazione che ha portato milioni di persone nelle strade della capitale francese. Già domenica, infatti, era circolato un invito generico dei ministri ai “colossi di internet” perché superino le loro ritrosie a collaborare attivamente con la polizia e i servizi segreti in nome della lotta al terrorismo.

said kouachi said kouachi

 

«Siamo stati costretti a rilevare la necessità di una collaborazione maggiore delle società web per garantire che siano loro a riferire e a rimuovere contenuti illegali sui loro domini, soprattutto dichiarazioni apologetiche in difesa di terroristi o che incitano alla violenza e all’odio», aveva detto il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, al termine del summit. Sulla stessa linea si era espresso anche il ministro dell’Interno Angelino Alfano: “A livello europeo la cooperazione con i colossi del web è fondamentale”. 

 

In entrambi i casi, l’accento è sui contenuti ideologici, è vero, ma il sospetto è che, dopo le rivelazioni di Snowden sulla National Security Agency americana e il caso clamoroso dello spionaggio di massa di Vodafone ai danni degli utenti , una nuova ondata di intrusioni nella privacy di ognuno sia dietro l’angolo. “Il primo compito di ogni governo è garantire la sicurezza della nazione e dei cittadini - chiosa Cameron - e noi dobbiamo essere sicuri che per i terroristi non esista uno spazio inaccessibile dove comunicare”. Ma quello spazio è lo stesso dove oggi comunica tutto il mondo: Whatsapp ha 700 milioni di utenti, iMessage 300 milioni, Viber oltre 100 milioni, Facebook Messenger 500 milioni. 

 

 

2. CHARLIE HEBDO: CAMERON MINACCIA DI BLOCCARE WHATSAPP

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(ANSA) - Contro le nuove misure volute da Cameron è pronto a scagliarsi in un intervento il vicepremier e leader libdem Nick Clegg. Secondo quanto anticipato dalla stampa britannica, la cosiddetta "carta degli spioni", come è stato soprannominato il pacchetto di nuove regole per le agenzie di sorveglianza, "non è proporzionato" e "mirato" ma rischia di colpire tutti i cittadini, secondo il vicepremier. "Abbiamo ogni diritto di invadere la privacy dei terroristi e di quelli che riteniamo vogliano farci del male - è questo il pensiero di Clegg - ma a questo non deve corrispondere una invasione nella privacy di ogni singola persona nel Regno Unito".

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