barcone immigrati clandestini

PIÙ MIGRANTI, PIÙ SOLDI – JUNCKER CI CONCEDE (BONTÀ SUA) 3 MILIARDI DI MAGGIORE FLESSIBILITÀ SUI BILANCI IN CAMBIO DEL NOSTRO IMPEGNO SULLA GESTIONE DEI PROFUGHI – ATTENZIONE: LE SPESE EFFETTIVE DELL’ITALIA VERRANNO VERIFICATE CON CURA DA BRUXELLES

Ivo Caizzi per il “Corriere della Sera

 

donald tuskdonald tusk

L'Italia può ottenere dall' Ue più flessibilità nei conti pubblici per compensare gli esborsi per l' emergenza migranti nel Mediterraneo. L'ha chiarito il presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker, in un intervento all' Europarlamento di Strasburgo con il numero uno polacco del Consiglio dei 28 governi Ue Donald Tusk, pur vincolando la concessione a precise verifiche «Paese per Paese» sui costi affrontati.


Juncker ha ammesso che la Commissione europea valuterà il rispetto delle regole Ue di consolidamento dei bilanci degli Stati tenendo conto che per accogliere i migranti «siamo di fronte ad una situazione eccezionale, che richiede sforzi eccezionali». Per questo ha specificato che «quando si tratterà di qualificare le spese destinate alla crisi dei rifugiati nel quadro dell' interpretazione del patto di Stabilità, applicheremo con la flessibilità prevista le regole riviste».

JUNCKER RENZIJUNCKER RENZI


Da mesi il governo di Matteo Renzi preme con Bruxelles per poter fare più deficit nel 2016 per uno 0,2% del Pil (circa tre miliardi).


La Commissione fin dall' inizio ha limitato questa possibilità nell' ambito delle «situazioni eccezionali» previste dal patto di Stabilità. Da Roma hanno così iniziato a chiedere una interpretazione delle regole anche politica, in relazione alle divisioni emerse tra i Paesi membri su come affrontare la ripartizione dei rifugiati provenienti dalle aree di crisi. Il vicepresidente vicario della Commissione europea, l' olandese Frans Timmermans, ha spiegato che l' intervento di Juncker sulla flessibilità conferma che la Commissione «ha chiesto di utilizzare questa possibilità in modo politico».

 

jean claude junckerjean claude juncker

Timmermans ha ribadito che l' Italia «deve dimostrare» che chiede una flessibilità pari a quanto effettivamente speso per i migranti. Sulla stessa linea si era espressa la cancelliera tedesca Merkel nei summit Ue. L' Italia dovrebbe quindi giustificare esborsi per tre miliardi, che non sembrano comunque destinati a incidere sugli squilibri strutturali dei conti pubblici italiani causati dall' alto debito.


A Strasburgo gli eurodeputati del Pd hanno appoggiato Juncker per «aver rilanciato la proposta italiana sulla flessibilità». L' eurodeputato e leader della Lega Matteo Salvini ha definito «una vergogna» la disponibilità Ue in relazione alle spese per i rifugiati e ha accusato Renzi di essere «complice» con Bruxelles. Ha aggiunto che la Lega «da anni» chiede «flessibilità per sostenere il lavoro e le pensioni e per affrontare i disastri climatici che ci sono in Italia», senza alcun esito.

juncker merkeljuncker merkel


«Ora si inventano la flessibilità solo per mantenere le spese per gli immigrati - ha protestato Salvini -. Quindi è un' Europa che quando si tratta di immigrazione è molto attenta e spende molto, quando si tratta delle altre persone che vivono in Europa, invece, se ne frega».


Nell'Europarlamento è trapelato che Merkel, dopo aver ottenuto il mini-summit di domenica scorsa sull'emergenza migranti nei Balcani (diretti principalmente in Germania), avrebbe concesso in cambio più disponibilità sulle richieste dell' Italia. Timmermans, interpellato in proposito, ha dichiarato diplomaticamente che «non ne abbiamo parlato domenica».

immigrati barconi 6immigrati barconi 6

 

Nel mini-summit sarebbe di nuovo emersa la difficoltà di attuare la ripartizione dei rifugiati in modo efficace. Secondo Timmermans «i Paesi non si fidano gli uni degli altri». E Tusk a Strasburgo ha ammonito che l'esodo verso l' Europa «può creare scosse telluriche nel panorama politico europeo» e «distruggere conquiste come la libera circolazione del Trattato di Schengen».

immigrati barconi 5immigrati barconi 5

 

Ultimi Dagoreport

gaetano caputi giorgia meloni giuseppe del deo

DAGOREPORT - 'STO DOCUMENTO, LO VOI O NON LO VOI? GROSSA INCAZZATURA A PALAZZO CHIGI VERSO IL PROCURATORE CAPO DI ROMA, FRANCESCO LO VOI: IL DOCUMENTO-BOMBA PUBBLICATO DA "DOMANI", CHE RIVELA LO SPIONAGGIO A DANNO DI GAETANO CAPUTI, CAPO DI GABINETTO DELLA MELONI, NON SAREBBE MAI DOVUTO FINIRE NEL FASCICOLO D'INDAGINE (NATO PROPRIO DA UNA DENUNCIA DI CAPUTI) - LA DUCETTA, DAL BAHREIN, HA URLATO CONTRO I SUOI E CONTRO L'AISI - E IL QUOTIDIANO DI FITTIPALDI CI METTE IL CARICO SCODELLANDO IL TESTO INTEGRALE DEL DOCUMENTO, DOVE SI AMMETTE CHE PALAZZO CHIGI SPIAVA…PALAZZO CHIGI! – L’AISI RISPONDE CHE, AD ATTIVARE L'INDAGINE, È STATO GIUSEPPE DEL DEO, ALLORA VICE DELL’AISI (ORA NUMERO DUE DEL DIS), SU DISPOSIZIONE DELL'EX DIRETTORE DELL'AGENZIA INTERNA, MARIO PARENTE. DOMANDA: PARENTE DA CHI HA RICEVUTO TALE RICHIESTA? 

francesco saverio marini sabino cassese giorgia meloni premierato

DAGOREPORT – IL PREMIERATO? ANNACQUATO! DOMANI GIORGIA MELONI RIUNIRÀ I SUOI COSTITUZIONALISTI PREFERITI (MARINI E CASSESE) PER METTERE NERO SU BIANCO L’IPOTESI DI UN PREMIERATO “DI FATTO”. UNA RIUNIONE PRELIMINARE A CUI SEGUIRÀ UN INCONTRO CON I VERTICI DEL PARTITO PER TIRARE LE SOMME E VARARE LA NUOVA STRATEGIA: LA COSTITUZIONE NON SI TOCCA, PER FARE LA “MADRE DI TUTTE LE RIFORME” BASTA CAMBIARE LA LEGGE ELETTORALE – TROVATA LA QUADRA PER LA CONSULTA: MARINI IN QUOTA FDI, LUCIANI PER IL PD E…

giorgia meloni daniela santanche ignazio la russa

DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA SENZA “PROTETTORI”: GIORGIA MELONI NON PUÒ SFANCULARLA SENZA FAR SALTARE I NERVI A LA RUSSA. E SAREBBE UN BOOMERANG POLITICO PER LA DUCETTA DEI DUE MONDI: ‘GNAZIO È UN PESO MASSIMO DEL PARTITO, GOVERNA DI FATTO LA LOMBARDIA TRAMITE LA SUA CORRENTE MILANESE. SOPRATTUTTO, È IL PRESIDENTE DEL SENATO. MEGLIO NON FARLO IRRITARE: LA VENDETTA, LO SGAMBETTO, “L’INCIDENTE D’AULA”, POSSONO ESSERE SEMPRE DIETRO L’ANGOLO…

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

DAGOREPORT - A RACCONTARLO NON CI SI CREDE. RISULTATO DEL PRIMO GIORNO DI OPS DEL MONTE DEI PASCHI SU MEDIOBANCA: TRACOLLO DELLA BANCA SENESE - SE IL MEF DI GIORGETTI, CHE HA L’11,7% DI MPS, LO PRENDE IN QUEL POSTO (PERDENDO 71 MILIONI), IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI FA BINGO: 154 MILIONI IN UN GIORNO - INFATTI: SE I DUE COMPARI PERDONO SU MPS 90 MILIONI, NE GUADAGNANO 244 AVENDO IL 25,3% DI MEDIOBANCA - E DOPO IL “VAFFA” DEL MERCATO, CHE SUCCEDERÀ? TECNICAMENTE L’OPERAZIONE CALTA-MILLERI, SUPPORTATA DALLA MELONI IN MODALITÀ TRUMP, È POSSIBILE CON UN AUMENTO DI CAPITALE DI MPS DI 4 MILIARDI (PREVISTO PER APRILE) - PER DIFENDERE MEDIOBANCA DALL’ASSALTO, NAGEL DOVRÀ CHIEDERE AL BOSS DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, DI CHIAMARE ALLE ARMI I POTENTI FONDI INTERNAZIONALI, GRANDI AZIONISTI DI MEDIOBANCA E DI GENERALI, PER SBARRARE IL PASSO AL “CALTARICCONE” ALLA FIAMMA (FDI)

dario franceschini elly schlein gattopardo

DAGOREPORT - FRANCESCHINI, IL SOLITO “GIUDA” TRADITORE! SENTENDOSI MESSO DA PARTE DALLA SUA “CREATURA” ELLY SCHLEIN, ECCO CHE REAGISCE E LE DÀ LA ZAMPATA CON L’INTERVISTA A “REPUBBLICA”: “ALLE ELEZIONI SI VA DIVISI, E CI SI ACCORDA SOLO SUL TERZO DEI SEGGI CHE SI ASSEGNA CON I COLLEGI UNINOMINALI”. PAROLE CHE HANNO FATTO SALTARE DALLA POLTRONA ARCOBALENO LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA, CHE VEDE SFUMARE IL SUO SOGNO DI ESSERE LA CANDIDATA PREMIER. COME INSEGNA L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI, NON SEMPRE IL LEADER DEL PARTITO PIÙ VOTATO DIVENTA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO – LA “GABBIA” IN CUI LA SCHLEIN SI È RINCHIUSA CON I SUOI FEDELISSIMI È INSOPPORTABILE PER I VECCHI VOLPONI CATTO-DEM. IL MESSAGGIO DAI CONVEGNI DI ORVIETO E MILANO: ELLY PENSA SOLO AI DIRITTI LGBT, NON PUÒ FARE DA SINTESI ALLE VARIE ANIME DEL CENTROSINISTRA (DA RENZI E CALENDA A BONELLI E FRATOIANNI, PASSANDO PER CONTE). E LA MELONI GODE...

dario franceschini elly schlein matteo renzi carlo calenda giiuseppe conte

DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ SINTETIZZARE COSÌ: IO CI SONO. E’ INUTILE CERCARE IL FEDERATORE, L’ULIVO NON TORNA, E NON ROMPETE LE PALLE ALLA MIA “CREATURA”, ELLY SCHLEIN, “SALDA E VINCENTE” AL COMANDO DEL PARTITO – AMORALE DELLA FAVA: “SU-DARIO” NON MOLLA IL RUOLO DI GRAN BURATTINAIO E DAVANTI AI MAL DI PANZA INTERNI, CHE HANNO DATO VITA AI DUE RECENTI CONVEGNI, SI FA INTERVISTARE PER RIBADIRE AI COLLEGHI DI PARTITO CHE DEVONO SEMPRE FARE I CONTI CON LUI. E LA MELONI GODE…