PISTA, PISTA! È TEMPO DI DEPISTAGGI! - CHI HA UCCISO IL CAPO DEGLI SCAFISTI? GLI ITALIANI, I FRANCESI O GLI AMERICANI? OPPURE I LIBICI? ERA DAVVERO SALAH AL-MASHKOUT, AVANZO DELL'ERA GHEDDAFI, OPPURE IL FRATELLO? SAPREMO MAI LA VERITÀ? CERTO CHE NO

I libici di Tripoli hanno interesse ad avvelenare i rapporti con l'Italia, che gestisce le operazioni anti-scafisti (e che al regime non riconosciuto rendono milioni di euro) - Per il ''Guardian'' era Al-Mashkout, per un altro giornale il fratello. Per un quotidiano libico, Mashkout è vivo e non si occupa di traffici umani...

Condividi questo articolo


1. UCCISO IL BOSS DEGLI SCAFISTI: «FATTO FUORI DAGLI 007 ITALIANI»

Nino Materi per "il Giornale''

 

migranti nel canale di sicilia 5 migranti nel canale di sicilia 5

Zuwara è a «lutto». Da qui partono i barconi che attraversano il Mediterraneo diretti in Europa. Questo era il regno di Salah al-Mashkout. «Era», perché da oggi gli scafisti dovranno incoronare un nuovo boss. Salah al-Mashkout, fino a ieri, era considerato infatti il capo indiscusso del traffico di migranti in Libia. Ora è solo un cadavere crivellato di proiettili. Lo hanno ammazzato a Tripoli.

 

Insieme agli 8 miliziani che gli facevano da scorta: «vecchi arnesi» dell' ex esercito di Gheddafi. E un ufficiale del raìs era stato anche lo stesso Salah al-Mashkouti che dopo il crollo del regime del colonnello aveva pensato bene di riciclarsi nel business dei mercanti di carne umana.

migranti nel canale di sicilia 4 migranti nel canale di sicilia 4

 

Ma chi sono i sicari di Mashkouti? Il presidente del Parlamento parallelo di Tripoli, Nouri Abu Sahmain (legato al governo rivale rispetto a quello internazionalmente riconosciuto, che ha sede a Tobruk), ha accusato le forze speciali italiane «di essere dietro alla sua uccisione». La Farnesina smentisce. Anche fonti dell' intelligence italiana escludono che «in Libia siano in corso attività di questo tipo da parte dei servizi»; e questo perché, aggiungono, «non rientra nel perimetro operativo degli 007».

 

Ma il giallo resta. A rilanciare la «pista italiana» è il quotidiano britannico The Guardian , offrendo una versione opposta a quella fornita dal quotidiano Libya Herald secondo il quale «non sono stati identificati i componenti del commando autore dell' attacco letale». Ma in serata arriva una dichiarazione clamorosa: «Salah al-Maskhout è vivo e non ha nulla a che vedere con il traffico di esseri umani».

migranti nel canale di sicilia 1 migranti nel canale di sicilia 1

 

È quanto si legge sul giornale online MaltaToday , che attribuisce le dichiarazioni a un uomo che afferma di essere un nipote di Maskhout: «Mio zio ha lasciato l' esercito nel 1996 all' epoca del regime di Muammar Gheddafi e non è collegato a nessuna delle milizie attive in Libia». Secondo questa fonte (che non sembra però particolarmente autorevole ndr) Maskhout, negli ultimi tempi, avrebbe lavorato per una «compagnia energetica a Tripoli».

 

scafisti scafisti

A risultare più credibile è invece la versione «ufficiosa» del Guardian : «Maskhout era andato a visitare alcuni parenti nei pressi del Medical Centre di Tripoli, accompagnato dalla sua scorta. Il convoglio è stato fermato da uomini armati, almeno 4». Poi è scoppiata una sparatoria: i 4 «armati solo di pistole» hanno colpito Maskhout e ucciso altre 8 guardie del corpo. Libya Herald sottolinea che gli uomini di Maskhout erano «armati di AK47» e che dunque il team che li ha uccisi era composto «probabilmente da professionisti».

 

La notizia è subito rimbalzata nel quartier generale di Maskhoutal, Zuwara: la cittadina portuale teatro della strage di centinaia di migranti, lo scorso mese, naufragati su un barcone a poca distanza dalla costa. Le tragiche immagini dei cadaveri dei bimbi sul bagnasciuga hanno fatto il giro del mondo. Le milizie locali hanno dichiarato una vera e propria «guerra» ai trafficanti, con il sostegno della gran parte della popolazione. È in questi ambienti che vanno cercati mandanti ed esecutori dell' omicidio di Maskhout e dei suoi 8 guardiaspalle.

MIGRANTI SCAFISTI 1 MIGRANTI SCAFISTI 1

 

 

2. L' IPOTESI DI UN RAID, IL DEPISTAGGIO: I DUE SCENARI (E I MESSAGGI A ROMA)

Guido Olimpio e Fiorenza Sarzanini per il ''Corriere della Sera''

 

Una storia strana, con tante versioni. Uno specchio di cosa sia la Libia, divisa tra due governi - Tobruk e Tripoli - e una miriade di fazioni con interessi diversi. Un quadrante fatto apposta per il doppio gioco e le manovre, dove ognuno ha la sua verità su cosa sia realmente accaduto a Salah Mashkout, miliziano e protettore di un grande network che porta i clandestini fino in Italia. All' alba era morto ammazzato dai commandos, alla sera resuscitato al telefono in una successione di scenari, tutti plausibili. Il raid c' è stato per davvero.

MIGRANTI SCAFISTI MIGRANTI SCAFISTI

 

L' agguato si è verificato ma l' obiettivo non era Mashkout bensì un altro mercante di uomini (pare il fratello). L' intera vicenda non è mai avvenuta e rientra nel clima politico del Paese nord africano.

 

Le prime informazioni trasmesse dai libici agli italiani hanno parlato di un team sicuramente straniero. Confermata anche la dinamica raccontata dai media: c' è stato prima un tentativo di catturare il trafficante (Mashkout o chi?) e quando la scorta ha reagito gli assaltatori hanno sparato.

ambasciata italiana a tripoli ambasciata italiana a tripoli

 

Dinamica che ricorda quella usata in due occasioni dalle forze speciali statunitensi. La Delta Force ha catturato, nell' ottobre 2013 a Tripoli, il qaedista Abu Anas al Libi con un modus operandi identico. Un anno dopo è toccato ad un altro terrorista, Ahmed Abu Khettala, portato via da Bengasi.

 

Se è andata davvero così l' ipotesi più accreditata è che ad agire sul campo siano stati francesi oppure statunitensi con l' Italia però informata del blitz. Siamo noi ad avere il comando della missione anti scafisti decisa dall' Unione Europea e a coordinare la task force è l' ammiraglio Enrico Credendino. Anche se per il momento sono state autorizzate soltanto azioni in mare.

 

Un' attività che ha portato all' affondamento di più di 500 imbarcazioni e creato guai ai criminali, ora in difficoltà nel reperire nuove barche e gommoni. Inoltre il presidente Mattarella ha sempre ribadito che l' Italia non avrebbe partecipato alle azioni di terra senza il via libera dell' Onu. E la luce verde non è ancora arrivata.

tripoli. 7c68b46 tripoli. 7c68b46

Il blitz sarebbe allora un' anteprima in vista di un' offensiva maggiore e il modo di lanciare un segnale al nemico.

 

Il rimbalzare di notizie contrastanti ha però aperto un secondo teatro, più ambiguo. Alcune delle indiscrezioni possono essere legate alla faida libica e al ruolo importante del nostro Paese. Con un fatto contingente. È in corso una trattativa per ottenere il rilascio di quattro tecnici italiani rapiti in luglio, un negoziato che sarebbe arrivato ad un punto delicato e che ha come controparte personaggi dell' ambiente scafista.

Qualcuno potrebbe aver interesse a perturbare i contatti.

 

Affermare che i nostri militari hanno sparato nelle vie di Tripoli è la scintilla per far saltare tutto. Anche perché inserendo il nome di Mashkout hanno allargato le implicazioni. Il libico oltre a essere un gangster ha fatto parte di una milizia con stretti legami a Tripoli. E si racconta che i suoi uomini hanno controllato una flottiglia di una trentina di imbarcazioni usate nei traffici di migranti.

 

tripoli. tripoli.

A sua volta anche l' esecutivo di Tobruk - quello riconosciuto internazionalmente - avrebbe da guadagnare da un peggioramento dei rapporti tra Roma e i dirigenti tripolini.

Da qui l' ipotesi che il particolare delle munizioni calibro 9 usate nel presunto agguato possa rientrare nel depistaggio, un tentativo di sottolineare l' infiltrazione di elementi stranieri .

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

PIER SILVIO L’HA CACCIATA E HA FATTO SBARRARE LE PORTE DI MAMMA RAI: COSA RIMANEVA A BARBARA D’URSO, SE NON DI TENTARE LA PROVA DEL NOVE? DISCOVERY CON CROZZA E FAZIO È IL TERZO PIÙ VISTO IN ITALIA NELL'ARCO DI 24 ORE DURANTE IL 2023. E ADESSO ARRIVA AMADEUS - L’ARRUOLAMENTO DI CARMELITA COSTA POCO (SONO LONTANISSIME LE CIFRE DELL’ERA DI SILVIO BERLUSCONI) ANDREBBE A PRESIDIARE UNA FASCIA RICCA DI PUBBLICITA' COME È QUELLA DEL POMERIGGIO. LA SUA SOSTITUZIONE IN MEDIASET CON MYRTA MERLINO SI È RISOLTA IN UN MEZZO FLOP, MENTRE SU RAI1 “LA VITA IN DIRETTA” DI MATANO NON HA NULLA DI IRRESISTIBILE - LE TRATTATIVE CON DISCOVERY SONO IN CORSO E UN OSTACOLO SAREBBE LA PRESENZA DI... 

FLASH! – CARLE', MA CHE STAI A DI’? - CORREVA L’ANNO 1959 QUANDO L’AVVOCATO AGNELLI SI SBATTEVA ANITONA EKBERG. IERI A “100 MINUTI” (LA7) CARLO DE BENEDETTI RACCONTA DI AVERLO INCROCIATO CON LA DIVA DE “LA DOLCE VITA” QUANDO ERA “UN RAGAZZINO” (“LUI MI HA DETTO: VAI A FARTI UNA SEGA”) – FATTI I CONTI DELLA SERVA, ESSENDO NATO NEL 1934, CDB AVEVA NON SOLO 25 ANNI MA NEL 1959 ERA GIA’ SPOSATO CON MITA CROSETTI (NEL 1961, NASCE IL PRIMO FIGLIO RODOLFO) – INSOMMA, L'ERA DELLA SEGA L'AVEVA GIA' SUPERATA DA UN PEZZO...

PRESTA, CHE “BRUCIO”! - L’INTERVISTA AL “GIORNALE” DAL TELE-AGENTE HA SCATENATO IL PANICO NEGLI UFFICI LEGALI RAI - SOTTO LA LENTE D’INGRANDIMENTO DELL’AGCOM, SE NON ARRIVA PRIMA LA PROCURA, POTREBBE FINIRE LA DETTAGLIATA RICOSTRUZIONE DELL’OSPITATA A SANREMO DI JOHN TRAVOLTA SQUADERNATA DA LUCIO PRESTA: “MI CHIESERO SE ERAVAMO INTERESSATI ALLA PRESENZA DELL'ARTISTA AD UNA CIFRA MOLTO BASSA PERCHÉ LO SPONSOR DELLE SCARPE ERA DISPOSTO A PAGARE LA DIFFERENZA DEL SUO CACHET” - AMADEUS AVREBBE CHIESTO E OTTENUTO 90 MILA EURO NON DOVUTI SUL FORMAT “ARENA SUZUKI”: SAREBBE UNA VIOLAZIONE DI UNA DELIBERA DELLA VIGILANZA - I DIRIGENTI MELONIANI GODONO PER IL CALCIONE AL “TRADITORE” AMADEUS E IL FUTURO (NERO) PER I TELE-AGENTI…

MELANIA, INSTA-CAFONAL!  - IL PROFILO INSTAGRAM DI MELANIA RIZZOLI CONTINUA AD ESSERE LA BUSSOLA (IMPAZZITA) DELLA MILANO DA RI-BERE - TRA I NAVIGLI E VIA MONTENAPOLEONE, TRA IL BARETTO E IL CAFFÈ CIPRIANI, A SUON DI PARTY-BOOKS, SERATE CHARITY E COMPLEANNI, MELANIA E' PEGGIO DELLA DIGOS, LI SCHEDA TUTTI: PAOLINO BERLUSCONI, MINIMO BOLDI, AL BANO CHE SI GOLA, CHIARA BONI, CANDIDA MORVILLO CHE APPARECCHIA IL LIBRO, GUIDO BERTOLASO, ATTILIO FONTANA, FRANCESCO SPECCHIA, PIERO MARANGHI E... - VIDEO