PRENDERSI UN TEATRO NON E’ UN REATO! - DOPO TRE ANNI, GLI OCCUPANTI DEL TEATRO VALLE SE NE FREGANO DELL’ULTIMATUM DI SOTTO-MARINO E NON SLOGGIANO - ORA PRETENDONO DI “PARTECIPARE” ALLA FUTURA GESTIONE DEL TEATRO

Caterina Maniaci per “Libero Quotidiano

 

Doveva essere il giorno della «liberazione» del Teatro Valle, ma tutto è rimandato. Anzi, l’occupazione si trasformerà in «partecipazione». Gli occupanti che da tre anni hanno instaurato il regime di autogestione del più antico teatro romano - e monumento nazionale - hanno respinto l’ultimatum del Comune e, durante una conferenza stampa convocata ieri alla Camera, con il supporto di Sel, hanno dichiarato che lasceranno il Valle il 10 agosto.

Ignazio Marino Ignazio Marino

 

Sì, ma alla condizione che venga presa in considerazione «la nostra proposta per una elaborazione condivisa del Teatro Partecipato». Insomma, ce ne andiamo ma vogliamo far parte della nuova gestione, che dovrebbe passare al Teatro di Roma. Risultato: nel teatro ci restano ancora loro, mentre il sindaco Ignazio Marino, che nei giorni scorsi aveva voluto fare la voce grossa, ora rivendica il «passo in avanti, ottenuto con il dialogo intelligente».

 

Dopo tre anni di occupazione è ancora lontana la parola fine per questo capitolo sconcertante di storia all’italiana. Bastano le cifre per darne un’idea: cinque milioni di mancati introiti (biglietti per gli spettacoli, i compensi dalle compagnie teatrali, affitto per eventi vari) per il Valle; almeno centomila euro all’anno non versati alla Siae per i diritti d’autore, a cui vanno aggiunti i mancati pagamenti dei contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi sugli spettacoli andati in scena negli oltre mille giorni di occupazione abusiva della struttura, oltre 80mila euro di bollette che ha dovuto pagare il Comune, visto che il Campidoglio ha acquisito nel suo patrimonio il teatro e così ha dovuto caricarsi della spesa della corrente e dell’acqua usate dagli occupanti.

TEATRO VALLE PIENO TEATRO VALLE PIENO

 

E ancora si deve contare il milione e seicentomila euro all’anno di mancati pagamenti per il controllo della sicurezza dell’edificio da parte dei vigili del fuoco. Senza contare i danni strutturali e i mancati lavori di manutenzione che sono necessari e che per tre anni non sono mai stati fatti.

 

Un elenco lunghissimo, a cui poi bisogna aggiungere i danni ricevuti da un privato profondamente coinvolto nella vicenda del Valle: infatti l’edificio, pur essendo pubblico, contiene significative parti che appartegono alla famiglia di Aldo Pezzana Capranica Del Grillo, presidente onorario del Consiglio di Stato, presidente emerito dell’Associazione dimore storiche italiane e rappresentante di una delle maggiori casate nobili di Roma.

TEATRO VALLE PIENO TEATRO VALLE PIENO

 

La famiglia Capranica Del Grillo è proprietaria di una vasta porzione della struttura, che va dall’ingresso in via del Teatro Valle, con il foyer, il botteghino, il bar, del primo palco numero 14 (palco storico, in cui si davano appuntamento, tra gli altri, Eleonora Duse e Gabriele D’Annunzio), di alcuni spazi del sottopalco, dell’appartamento sopra il teatro in cui ha sempre abitato il custode-portiere. Il marchese riceveva un affitto per questi locali, che non ha più percepito dal settembre 2011. Gli arretrati, ammontano a qualcosa come circa 130mila euro.

 

Sono stati citati in giudizio il Comune e il ministero, subentrati appunto all’Eti nella gestione del Valle e il giudice ha sentenziato che è responsabile il ministero, ma ancora fino a poco tempo fa, il marchese non aveva ricevuto nulla. Ora in molti gridano allo scandalo per la situazione paradossale creatasi nel teatro okkupato. Compreso l’attuale ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, compreso il sindaco Marino, che però ondeggia tra il voler «far rispettare la legalità» e la trattativa con gli occupanti per riconoscere loro un ruolo. Ma per mesi, anzi per quasi gli interi tre anni, sono state poche le voci «contro». Come quella di Edoardo Sylos Labini, responsabile del Dipartimento nazionale per la Cultura di Forza Italia.

dario franceschinidario franceschini

 

«Abbiamo inoltrato esposti in Procura per denunciare i tanti reati perpetrati in questi tre anni. Abbiamo rivolto appelli, abbiamo raccolto interi dossier sulla vicenda. E adesso ci chiediamo: chi pagherà i danni milionari provocati?», dichiara a Libero Sylos Labini. Che si chiede preoccupato anche cosa avverrà del teatro stesso: «Coinvolgere gli occupanti in una eventuale futura gestione? È una follia. Significa che per ottenere qualcosa bisogna mettere in atto un’occupazione. Allora chiederemo di occupare tutti i teatri d’Italia. E se davvero gli occupanti avranno un ruolo nella gestione del Valle chiederemo le dimissioni di Marino e di Franceschini».

 

Un bando concorso internazionale per la gestione è l’unica strada percorribile, come sostiene anche Salvatore Aricò, lo storico e ultimo direttore del Valle (lo ha guidato per 17 anni), ora responsabile del settore Teatro e danza del Dipartimento di Fi, che conosce a menadito la storia del Valle e le vicissitudini del marchese Capranica Del Grillo: «È molto preoccupato, non solo per le perdite economiche, ma anche per la sorte del suo appartamento, che confina con i locali del Valle. Figuriamoci che si è dovuto vedere alcuni occupanti pure sul tetto!»

edoardo sylos labiniedoardo sylos labini

 

I DANNI

I danni causati da tre anni di occupazione sono: 5 milioni di euro di mancati introiti (biglietti per gli spettacoli, i compensi dalle compagnie teatrali, affitto per eventi vari); 100mila euro non versati all’anno alla Siae, a cui vanno aggiunti i mancati pagamenti di contributi previdenziali, assistenziali e assicurativi sugli spettacoli in scena; 80mila euro di bollette pagate dal Comune di Roma; 1 milione e 600mila euro all’anno di mancati pagamenti per il controllo della sicurezza dell’edificio; mancata manutenzione

 

I PROPRIETARI

Proprietario del Teatro Valle è il Comune di Roma, ma il foyer, il botteghino, il bar del primo palco numero 14 (palco storico) e dell’appartamento sopra il teatro in cui ha sempre abitato il custode appartengono alla famiglia del marchese Aldo Pezzana Capranica Del Grillo, che riceveva un affitto per questi locali fino a settembre 2011. Gli arretrati ammontano a circa 130mila euro

Ultimi Dagoreport

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...

zaia stefani salvini meloni fico schlein de luca

DAGOREPORT – L'ESITO DELLE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA E PUGLIA E' GIA’ SCRITTO MA SARA' IMPORTANTISSIMO PER “PESARE” OGNI PARTITO IN VISTA DELLE STRATEGIE PER LE POLITICHE DEL 2027 – I VOTI DELLE VARIE LISTE POTREBBERO CAMBIARE GLI EQUILIBRI INTERNI ALLE COALIZIONI: SE IN CAMPANIA E PUGLIA LE LISTE DI DECARO E DI DE LUCA FARANNO IL BOTTO, PER L'EX ROTTAMATRICE DI ''CACICCHI'' ELLY SCHLEIN SAREBBE UNO SMACCO CHE GALVANIZZEREBBE LA FRONDA RIFORMISTA DEL PD - ANCHE PER CONTE, UN FLOP DEL SUO CANDIDATO ALLA REGIONE CAMPANIA, ROBERTO FICO, SCATENEREBBE LA GUERRIGLIA DEI GRILLINI CHE DETESTANO L'ALLEANZA COL PD - LADY GIORGIA TIENE D’OCCHIO LA LEGA: SE PRECIPITA NEI CONSENSI IN VENETO, DOVE E' STATA FATTA FUORI LA LISTA ZAIA, PROVEREBBE A SOSTITUIRE IL MALCONCIO CARROCCIO CON AZIONE DI CARLETTO CALENDA...

villa casa giorgia meloni antonio tajani matteo salvini

DAGOREPORT - AH, CHE STREGONERIA È IL POTERE: TRAFIGGE TUTTI. SOPRATTUTTO I PARVENU. E COSÌ, DA PALAZZO GRAZIOLI, CHE FU LA SEDE INFORMALE DI GOVERNO E DI BUNGA-BUNGA DI BERLUSCONI PREMIER, SIAMO PASSATI A "VILLA GRAZIOLI" CON LA NUOVA DOVIZIOSA DIMORA DELL’EX ABITANTE DELLA GARBATELLA, DOVE OCCUPAVA CON MADRE E SORELLA DUE DISGRAZIATE CAMERE E CUCINA - UN IMMOBILE CHE STA SOLLEVANDO UN POLVERONE DI POLEMICHE: VILLA O VILLINO? COL SOLITO AGOSTINO GHIGLIA CHE AVREBBE SOLLECITATO GLI UFFICI DELLA PRIVACY DI TROVARE UN MODO PER LIMITARE LE INFORMAZIONI DA RENDERE PUBBLICHE ALLA CAMERA, IN RISPOSTA A UN’INTERROGAZIONE DELLA BOSCHI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA VILLA – LA SINDROME DI "IO SO' GIORGIA E NUN ME FIDO DE NESSUNO!" HA POI TRASFORMATO LA MAGIONE NEL SUO BUNKER PERSONALE, LONTANO DAGLI SGUARDI E ORECCHIE INDISCRETE CHE INFESTANO PALAZZO CHIGI - TUTTO BENE QUANDO VENGONO CHIAMATI A RAPPORTO I SUOI FEDELISSIMI, MOLTO MENO BENE QUANDO TOCCA AGLI ALTRI, AGLI “ESTRANEI” DELLA CONVENTICOLA MELONIANA. DAL CENTRO DI ROMA PER RAGGIUNGERE “VILLA GRAZIOLI” CI VOGLIONO, IN LINEA D’ARIA, BEN 40 MINUTI DI MACCHINA. ANCHE DOTATI DI SIRENE E LAMPEGGIANTI, È “UN VIAGGIO”…. - VIDEO

simone canettieri giorgia arianna meloni

DAGOREPORT - MASSÌ, CON I NEURONI SPROFONDATI NELLA IRRITABILITÀ PIÙ SCOSSA, ARIANNA MELONI AVEVA URGENTE BISOGNO, A MO’ DI SOLLIEVO, DELL’ARTICOLO DI DEBUTTO SUL “CORRIERONE” DI SIMONE CANETTIERI - MESSA DALLA SORELLA GIORGIA A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FDI, ARIANNA NON NE HA AZZECCATA UNA - ALLA PARI DI QUALSIASI ALTRO PARTITO DI MASSA, OGGI FDI SI RITROVA ATTRAVERSATO DA UNA GUERRIGLIA INTESTINA FATTA DI COLPI BASSI, RIPICCHE E SPUTTANAMENTI, INTRIGHI E COMPLOTTI – DALLA SICILIA (CASINO CANNATA-MESSINA) A MILANO (AFFAIRE MASSARI-LA RUSSA), FINO AL CASO GHIGLIA-RANUCCI, DOVE IL FILO DI ARIANNA SI È ATTORCIGLIATO PERICOLOSAMENTE INTORNO AL COLLO - CHE LA SORELLINA NON POSSIEDA LA ‘’CAZZIMMA’’ DEL POTERE, FATTA DI SCALTREZZA E ESPERIENZA, SE N'E' AMARAMENTE ACCORTA ANCHE LA PREMIER. E PUR AMANDOLA PIÙ DI SE STESSA, GIORGIA L’AVREBBE CHIAMATA A RAPPORTO PER LE SCELTE SBAGLIATE: SE IL PARTITO VA AVANTI COSÌ, RISCHIA DI IMPLODERE… - VIDEO