david cameron expat emigrati immigrati

QUANDO GLI IMMIGRATI INDESIDERATI SIAMO NOI - CAMERON SI PREPARA A TAGLIARE IL WELFARE A 165MILA ITALIANI IN INGHILTERRA - LA FUGA DEI CERVELLI È UNA BUFALA? SOLO LO 0,5% DEI TRENTENNI LAUREATI HA LASCIATO L’ITALIA. DA GERMANIA E SPAGNA SE NE VANNO MOLTI DI PIÙ - A EMIGRARE SONO COMMERCIANTI E PIZZAIOLI

1. QUEI 165 MILA ITALIANI IN INGHILTERRA CON IL WELFARE TAGLIATO DA CAMERON

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

Nessuna sorpresa. Logico.

Però ne accorgono un po' tardi.

italiani a londraitaliani a londra

Lorenzo Cetto, 21 anni, romano, laureato, da settembre impiegato a Londra in una multinazionale, ha avuto precisamente questa sensazione quando ha sentito parlare per la prima volta della lettera di David Cameron a Bruxelles. In quel memorandum di un paio di settimane fa, il premier di Londra espone le sue condizioni per sostenere il «sì» alla permanenza della Gran Bretagna nell' Unione Europea quando si terrà il referendum sulla «Brexit». In altri termini, sull' uscita di Londra dalla Ue dopo più di quarant' anni.

 

La quarta e ultima delle richieste di Cameron per impegnarsi contro la secessione riguarda direttamente anche Lorenzo Cetto e molti come lui.

 

«Abbiamo bisogno di ridurre il numero delle persone che vengono qui - scrive il primo ministro al presidente del Consiglio europeo, Donal Turk -. Possiamo ridurre il flusso di persone in arrivo dall' interno della Ue, riducendo l' attrattiva che il nostro sistema di welfare esercita ovunque in Europa».

 

Qui arriva la proposta che interessa un numero di italiani pari alla popolazione adulta di città come Verona, Messina, Brescia, Taranto o Parma. Solo che oggi vivono tutti nel Regno Unito.

 

Suggerisce Cameron: «Le persone che vengono in Gran Bretagna dalla Ue devono vivere qui e versare i contributi per quattro anni prima di potersi qualificare per assegni sociali sul lavoro o sull' abitazione».

emigrati italianiemigrati italiani

 

Lorenzo Cetto, appunto, non si stupisce. «Il sistema dei sussidi sociali del Regno Unito è eccessivo e controproducente - dice -. Il governo copre le spese per la casa o la disoccupazione di qualunque teenager abbia un figlio non programmato. Succede a molti. Li deresponsabilizzano e li disincentivano a impegnarsi». Eppure la contabilità basata sui dati del Dipartimento del Lavoro di Londra coinvolge anche moltissimi migranti italiani che quasi sempre hanno un' occupazione e contribuiscono con i loro versamenti nel sistema sociale.

 

Una popolazione equivalente a quella di una media città della Penisola, secondo la proposta di Cameron, si troverebbe di colpo senza welfare a cui ora hanno diritto.

LONDRA ITALIANI VERONALONDRA ITALIANI VERONA

 

Gli italiani che negli ultimi quattro anni hanno preso il National Insurance Number, l' equivalente britannico del codice fiscale, necessario per lavorare, sono 165 mila. Sono stati 26 mila nell' anno concluso a giugno 2012, e da allora non hanno fatto che crescere. Malgrado il dibattito sulla ripresa in Italia, nell' anno che si è chiuso a giugno 2015 il numero di quei migranti appena sbarcati è esploso a 64 mila persone (più 67% in dodici mesi). L' Italia oggi è il terzo più importante Paese di origine di stranieri in arrivo Oltremanica, dietro a Romania e Polonia. E poiché il flusso continua ad accelerare, non possono che aumentare gli italiani che nei prossimi anni sarebbero raggiunti dalla «ghigliottina» sul welfare prevista da Cameron.

 

Questo pone Matteo Renzi di fronte a un dilemma. Il governo britannico vuole discutere le proprie richieste al vertice dei leader europei a Bruxelles tra venti di giorni. A Londra si punta a chiudere la trattativa con il resto d' Europa in inverno, per poi tenere il referendum sulla Brexit in giugno o nell' autunno 2016. Quindi, nella sostanza, Cameron sta chiedendo a Renzi di firmare sul taglio netto del welfare per 165 mila elettori italiani e su quello dei loro familiari, coniugi e figli minori residenti nel Regno Unito.

emigrazione italianiemigrazione italiani

 

Conterà molto l' arte della politica, perché trovare un compromesso resta interesse di tutti. Ma anche l' algebra ha un suo ruolo e dice che, se Renzi accettasse anche condizioni un po' attenuate di Cameron, l' Italia ne risulterebbe doppiamente espropriata: lo sarebbe perché quei 165 mila italiani che oggi lavorano nel Regno Unito, contribuiscono alla sua crescita e al suo sistema di welfare, sono portatori dentro di sé di un investimento pubblico di più di 18 miliardi di euro da parte del loro Paese d' origine.

 

italiani a londra  3italiani a londra 3

Possibile? In base alle stime dell' Ocse di Parigi, un laureato in Italia costa ai contribuenti 160 mila euro solo in stipendi degli insegnanti dalla scuola materna all' università; un diplomato ne costa 122 mila e una licenza media 80 mila. Secondo i dati Istat sui titoli di studio degli italiani emigrati all' estero nel 2013 (vedi grafico), si può stimare in modo prudente che l' investimento del governo di Roma negli italiani partiti per Londra negli ultimi quattro anni sia appunto di 18,3 miliardi di euro (senza contare le spese in istruzione sostenute dalle famiglie).

 

È come se l' Italia avesse donato alla Gran Bretagna centinaia di chilometri di alta velocità ferroviaria, solo che questa è un' infrastruttura di conoscenza e competenze pagata dall' Italia e (legittimamente) messa a frutto solo dall' altra parte della Manica. In cambio, Cameron chiede che Renzi accetti il taglio dei diritti di welfare di queste stesse persone.

 

italiani a londra  1italiani a londra 1

«Non mi preoccupa, io lavoro e non cerco sussidi - commenta Lorenzo Cetto -. Ma se poi perdi il posto e vedi che i tuoi contributi vanno ad altri e a te no, be', allora un po' ti rode.

Londra è bella perché è internazionale. È bella perché ci siamo noi».

 

 

2. LA FUGA DEI NOSTRI CERVELLI È SOLO NELLA TESTA DI RENZI

Francesco Specchia per “Libero Quotidiano

 

«Dobbiamo arrestare la fuga dei cervelli» il mantra del governo Renzi, lo slogan primigenio, la madre di tutte le missioni, è talmente accorata da risultare una leggenda. Il più romantico dei luoghi comuni.

ristoranti italiani londra ristoranti italiani londra

 

Basta incrociare i dati, i numeri parlano schietto. Dicesi «cervello in fuga» quel «fenomeno in base al quale i ragazzi tra i 25 e i 29 anni dopo la laurea vanno all' estero per fare carriera».

 

Dobbiamo quindi prendere solo i ragazzi tra i 25 e i 29 anni e vedere quanti di questi sono andati via nel 2013. Il giornalista Marco Cobianchi nel suo programma #Truenumbers (in onda sulle prime 12 piattaforme on line d' informazione italiana) l' ha fatto, incrociando i dati Eurostat con quelli degli altri paesi europei. E ha scoperto d' aver scavato alle radici del mito.

emigranti italiani londra consolato italiano emigranti italiani londra consolato italiano

 

Gli italiani che nel 2013 sono «scappati» all' estero sono stati circa 160mila, di questi 17.037 avevano tra i 25 e i 29 anni: il 62% in più rispetto ai 10.744 che se ne sono andati nel 2010. Basta questo per dire che c' è la «fuga di cervelli»?

 

No, perché bisogna constatare quanti italiani tra i 25 e i 29 anni se ne sono andati in percentuale sul totale dei loro coetanei della stessa età e poi confrontare questo dato con quello degli altri Paesi europei, appunto. E il risultato è che i ragazzi tedeschi tra i 25 e i 29 che hanno lasciato la Germania sono stati, nel 2013, lo 0,79%, i ragazzi svedesi arrivano all' 1,38%, i belgi 2,03%, gli spagnoli 2,60%, gli svizzeri 3,05%. E gli italiani? Sono stati solo lo 0,52%, cioè, cinque volte meno degli spagnoli, quattro volte meno dei belgi.

 

Uno potrebbe obbiettare: ma i veri cervelli sarebbero i «giovani» tra i 30 e i 34 anni (i dottorati, precari intellettuali alla ricerca di un impiego stabile e di un mondo migliore all' estero). E, invece, sempre secondo i numeri, in questa fascia d' età i tedeschi sono fuggiti, sempre nel 2013 in misura dell' 0,75%, i belgi del 1,73%, gli spagnoli del 2,4%, gli svedesi dell' 1,3% e gli svizzeri del 2, 5%. Soltanto lo 0,5% dei trentenni laureati italiani s' è scollato dal Balpaese.

LONDRA, ITALIANI IN FESTALONDRA, ITALIANI IN FESTA

 

La fuga dei cervelli italiani è una moderata quantità fisiologica. Leggenda, appunto. Gli italiani rimangono mammoni, s' accontentano del galleggiamento, non rischiano il futuro sul tavolo verde dell' emigrazione professionale. Se c' è l' emigrazione sta in altre fasce sociali diverse: commercianti, aspiranti imprenditori, magari pizzaioli.

 

italiani a londra  5italiani a londra 5

Bene. Qualcuno potrebbe ribattere alla ricerca di Cobianchi che essa non fruisce dei dati Istat, cioè di dati d' ascendenza squisitamente renziana, che attestano la fuga delle menti migliori delle nostra generazione. Vero.

 

L' Istat certifica, sempre per il 2013, 19mila laureati che lasciano l' Italia e 7000 che vi rientrano. Ma il calcolo è generico solo su chi possiede un laurea, senza tenere conto delle età e delle condizioni lavorative. E quindi accade che, banalmente, anche i pensionati che lasciano il Paese magari per svernare a Miami (e sono parecchi, non solo a Miami) vengono conteggiati tra i «cervelli in fuga». Sicché da qui, sulla suddetta leggenda, ecco sorgere eccezioni puramente antropologiche.

ristorante italiano a londraristorante italiano a londra

 

Qual è lo stigma del «cervello»? Ed è sufficiente davvero la laurea, e se fosse sì, la laurea breve sarebbe uguale alla magistrale secondo i dettami della temibile riforma Berlinguer? E quei capitani d' industria, quei musicisti, quegli attori e scrittori che, privi del pezzo di carta accademico, trovano sfogo al loro talento, solo all' estero, non sono forse catalogabili come cervelli, menti socialmente utili?

 

pizzeria a londrapizzeria a londra

«Dobbiamo far tornare i nostri cervelli», è un' affermazione di grande potenza evocativa. Il Presidente di Confidustria Squinzi addirittura ha calcolato nella «fuga» una perdita economica di 5 miliardi euro. Su quali basi è stato fatto il calcolo? Ma la narrazione, comunque, affascina...

 

 

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...