E IL RENZUSCONI DIVENNE REALTÀ - ARRIVA L’ACCORDO TRA PD E FORZA ITALIA SULLE RIFORME. L’ULTIMA INCOGNITA È LA SENTENZA D’APPELLO PER RUBY, IL 27 LUGLIO. IL BANANA È IN MODALITA ‘STATISTA’, MA QUANTO DURERÀ?

Ugo Magri per "La Stampa"

 

RENZI, BOSCHI,RENZI, BOSCHI,

L’accordo con Forza Italia, stavolta, c’è per davvero. Un’ora e mezzo di colloquio tra il ministro Boschi e la delegazione berlusconiana (Matteoli-Verdini) ha sciolto i dubbi residui. Per cui adesso le riforme di Renzi hanno una maggioranza oceanica: sulla carta, ben 280 senatori su 320. Poi, certo, le defezioni non mancheranno tanto nelle file Pd che in quelle berlusconiane. Ma per quanto numerose possano essere, la soglia dei due terzi sembra a portata di mano (in Senato si colloca a quota 214). Insomma, la notizia è che Renzi ha blindato le sue riforme e, forse, non avrà nemmeno bisogno di passare attraverso un referendum confermativo.

 

A questo punto, con la strada politicamente in discesa, chi se ne importa se la Commissione affari costituzionali in Senato si prenderà qualche ora in più per presentare i sub-emendamenti. Difatti nessuno, nei palazzi romani, si straccia le vesti. Le votazioni cominceranno domani, o magari direttamente la prossima settimana, per approdare in Aula dopo il 15 luglio. Entro il mese verrà approvata in prima lettura.

 

MATTEO RENZI E DENIS VERDINI MATTEO RENZI E DENIS VERDINI

L’unica incognita è rappresentata da Ruby: nel senso che la sentenza del processo di appello a Berlusconi è attesa per il 27 del mese prossimo, e casomai la condanna a 7 anni di carcere venisse confermata potrebbe accadere di tutto. Però al momento l’ex Cavaliere sembra orientato a non mettere bastoni tra le ruote. Anzi, i suoi avvocati gli consigliano caldamente di mostrarsi collaborativo sulle riforme, di tenere un tono alto da statista se vuole coltivare la speranza di un’assoluzione.

 

Si racconta che ieri mattina, parlando al telefono con i suoi, Silvio abbia tagliato corto: «Inutile che mi spieghiate i dettagli della trattativa con il governo, perché tanto dobbiamo dire di sì, punto e basta...». E difatti, poco dopo, l’incontro dei suoi luogotenenti con la Boschi è filato via liscio come l’olio.

 

BERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE BERLUSCONI TRA RUBY MINETTI PASCALE

Soddisfatto Romani, capogruppo «azzurro» a Palazzo Madama. Ancora più felice Verdini, che da mesi tesse dietro le quinte la tela dell’accordo con il suo compatriota fiorentino. Forza Italia chiede che nel futuro Senato i sindaci non scassino l’equilibrio proporzionale. Suggeriscono di designarli insieme ai rappresentanti delle Regioni, in modo da mantenere un certo bilanciamento tra le forze politiche. Pare che la ministra abbia dato rassicurazioni. Ma in fondo si tratta di dettagli marginali perché l’«impianto resta quello», come fa notare Alfano (e il Nuovo centrodestra lo condivide).

 

PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICAPALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA

Non solo Berlusconi dà il via libera, ma si mette a disposizione di Renzi pure sull’immunità: «Noi non porremo problemi», annuncia Romani. Proprio lui, nei giorni scorsi, aveva preso le distanze («sull’immunità ai futuri senatori nutriamo riserve»). Ora invece Forza Italia se ne lava le mani, anche per non apparire in conflitto con il suo profilo garantista. Aggiunge la Bergamini, portavoce berlusconiana: rinunciare all’immunità «equivarrebbe a far vincere l’anti-politica». Va oltre la Santanché, «bisogna ripristinare l’articolo 68 della Costituzione come era una volta», con tanto di autorizzazione per procedere contro i membri del Parlamento.

 

Perde a questo punto rilievo l’incontro odierno tra Pd e M5S (ore 14,30 in diretta streaming su YouTube). O meglio, conterà soprattutto ai fini della propaganda. Tra l’altro, i grillini arrivano all’appuntamento parecchio mal disposti. Sul blog del loro leader è apparsa una nota dei gruppi parlamentari dove l’intero progetto riformatore viene bollato come una «porcata». E sulla pagina Facebook di Grillo sono stati postati fiumi di insulti volgarissimi, irriferibili, nei confronti della Boschi.

 

Ultimi Dagoreport

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…