ROMANZO QUIRINALE – PER BERSANI BISOGNA RIPARTIRE DA DOVE CI SI ERA FERMATI, OVVERO DA PRODI – E IL BLOG DI GRILLO INCORONA PER ORA IL PROFESSORE DI BOLOGNA – MINORANZA PD, SEL E FITTIANI VOGLIONO UN NOME LONTANO DAL PATTO DEL NAZARENO

Il patto con Berlusconi, però, resta ancora per il premier la miglior garanzia di poter eleggere un presidente al quarto scrutinio. E ieri Renzi ha mostrato di tenere molto al Patto del Nazareno concedendo a Forza Italia la clausola sulle elezioni nell’Italicum. Per la Gelmini, legge elettorale, riforme ed elezione rapida del presidente sono un tutt’uno…

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Milena Di Mauro per “Ansa.it

 

romano prodi romano prodi

Se Pierluigi Bersani non ha parlato ieri, alla riunione dei gruppi Pd che ha lasciato prima del tempo senza dire una parola davanti a Matteo Renzi sul pasticcio 'salva-Cav, lo ha fatto oggi e con parole che peseranno sul percorso delle riforme e del Quirinale. "E' immaginabile partire da dove ci si è fermati", ha detto l'ex segretario e leader della minoranza dem. In molti si erano chiesti cosa avrebbe fatto Renzi se il dissenso nel Pd su delega fiscale, legge elettorale e riforme si fosse condensato attorno ad un nome per il Colle 'Patto Nazareno free', del tutto estraneo all'intesa Renzi-Berlusconi.

 

Bersani quel nome ora lo ha fatto: Romano Prodi. L'attenzione è ancora tutta spostata sull'Europa sotto attacco, dopo la strage islamica a Parigi. Poi ancora qualche giorno per baloccarsi sugli identikit. Ma con le dimissioni di Giorgio Napolitano, che lasceranno vacante la poltrona del Quirinale, si dovrà entrare nel merito delle scelte.

bersani grillo by chamuyo bersani grillo by chamuyo

 

Il nome fatto da Bersani aziona il count down, sta a significare che tutta un'area di dissenso (che va dalla minoranza dem alla sinistra di Sel, dai fittiani a pezzi di Ncd, Udc e Sc e può includere persino i grillini) potrebbe riorganizzarsi attorno ad un candidato non 'Pd-Fi available', mettendo in crisi il Patto del Nazareno. Che resta, al momento, la maggiore garanzia in tasca al premier di poter eleggere al quarto scrutino e con maggioranza ampia il nuovo Presidente, persino di fronte ad un plotone di franchi tiratori Pd.

 

MATTEO RENZI MATTEO RENZI

La partita è appena cominciata. Il nome di Prodi, già nei giorni scorsi, era stato la mela avvelenata porta dal leader di Sel Vendola a Renzi, per stanarne le intenzioni. Subito oggi il Blog di Grillo incorona il Prof, mentre il presidente Pd Orfini invita a "non mettere nessuno nel tritacarne".

 

"Non faremo un dibattito sul nome ma sulle funzioni dell'Istituzione Presidente della Repubblica", promette intanto il premier ai deputati Pd. Le generalità di Romano Prodi, o altre dal profilo similare, indicano però la chiara volontà di una parte del Pd di non mettere al Colle un decorativo taglianastri, ma un Capo dello Stato dal peso politico simile a quello di Napolitano. Meglio se dem e lontano dall'intesa del Nazareno.

 

Intesa che Renzi ha mostrato ancora ieri di voler tenere in tutto conto, concedendo a Fi la clausola di salvaguardia sull'Italicum 2.0, che insieme al premio alla lista era una delle condizioni dei berlusconiani per il dialogo. Tutto si tiene, ricorda oggi l'azzurra Gelmini: "Legge elettorale, riforme costituzionali ed elezione rapida al Colle".

 

 

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