UNO SBADIGLIO PER LA STORIA – ESCONO LE FOTO DELLA CASA BIANCA SCATTATE L’11 SETTEMBRE 2001 – IL VICEPRESIDENTE DICK CHENEY SBADIGLIA VISTOSAMENTE DI FRONTE ALLE TORRI GEMELLE IN TV – COLIN POWELL HA LA FACCIA MARMORIZZATA E CONDOLEEZA RICE È DISTACCATA E INDECIFRABILE COME SEMPRE
Da il “Corriere della Sera”
Qualche giorno fa, al talk show del comico Jon Stewart, Barack Obama parlando dell’accordo con l’Iran sul nucleare aveva evocato sorridendo l’ex vicepresidente Dick Cheney («Chi critica questo accordo pensa che avrei dovuto coinvolgere Dick Cheney»). Ma come un fantasma dickensiano della Casa Bianca passata Cheney è ricomparso ieri, in fotografia, seduto con i piedi sulla scrivania mentre guardava su un piccolo televisore le Torri Gemelle bruciare.
Cose che succedono quando diventa possibile vedere per la prima volta, dopo 14 anni, le foto (finora tenute segrete) scattate dentro la Casa Bianca l’11 settembre del 2001. Erano stati sigillati come documenti confidenziali, ma grazie alla richiesta d’una documentarista che si è appellata al Freedom of Information Act (legge sulla libertà d’informazione che i giornalisti del mondo invidiano ai colleghi americani) decine di scatti sono stati resi pubblici e caricati, in alta definizione, su Flickr nella pagina degli Archivi Nazionali (www.flickr.com/people/ usnationalarchives ), e li ha ripubblicati anche il sito del Corriere della Sera ( www.corriere.it ).
Quello che colpisce è che sembra tutto così vecchio: vecchio il tono un po’ verdino delle scansioni di quelle foto analogiche, a colori, scattate sotto le luci fluorescenti degli uffici dell’Ala Ovest della Casa Bianca (le macchine fotografiche digitali erano ancora nella loro infanzia, 14 anni fa). Vecchissimi i televisorini a tubo catodico, i telefoni da tavolo, i grovigli di cavi (nella patria dell’hi-tech). Ci riportano a quel giorno terribile regalandoci una serie di particolari interessanti per gli storici, e qualche curiosità.
Gli storici vedranno confermata una cosa che già sapevano, e cioè che Dick Cheney lavorò a strettissimo contatto con due uomini, il suo capo dello staff Scooter Libby e David Addington, strettissimo collaboratore del vicepresidente fin dai tempi della Halliburton. Che infatti compaiono sempre con Cheney in molte sequenze di foto: Libby alla sua sinistra, Addington che dialoga a lungo con lui prima di ritirarsi nel suo ufficio.
Vedremo cosa dirà di loro la storia, ma per ora la giustizia non è stata generosa con Libby e Addington: il primo condannato a trenta mesi di carcere (condanna cancellata da George W. Bush con un discusso atto presidenziale) per intralcio alla giustizia, doppia falsa dichiarazione sotto giuramento, e falsa dichiarazione nel caso Valerie Plame, agente della Cia in incognito il cui nome venne rivelato da un giornalista amico dell’amministrazione Bush.
Il secondo coinvolto (con altri cinque esponenti del governo Bush) in un’inchiesta del giudice spagnolo Garzón per crimini di guerra.
Per adesso ecco Libby terreo alla sinistra del serenissimo Cheney (in una foto sbadiglia clamorosamente, troppo impegnato per coprirsi con una mano) seduto a un grande tavolo coperto di documenti. Bottigliette d’acqua, vassoi di biscottini, una rivista con la copertina rivolta verso il basso e la pubblicità di un famoso orologio svizzero che fa bella mostra di sé nel mezzo del tavolo mentre le Torri crollano, uccidendo tremila persone.
Ecco Colin Powell, segretario di Stato, dal volto marmoreo. Condoleezza Rice, consigliere per la Sicurezza nazionale, distaccata e indecifrabile.
C’è anche Lynne Cheney, moglie del vice presidente, fotografata con lui durante una riunione e poi, a tarda notte, mentre lascia la Casa Bianca in elicottero diretta verso Camp David (per motivi di sicurezza i Cheney lasciarono per qualche settimana la residenza vicepresidenziale all’Osservatorio navale, poco più a nord del centro della capitale).
Quel che rimane è il fascino della Casa Bianca come centro della Storia americana: quando Harry Truman la fece ristrutturare, i carpentieri trovarono ancora le fondamenta annerite dall’incendio scatenato dalle truppe inglesi nel 1814.
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