SCRIPTA MANENT, VERBA RENZI - TOTI SOSTIENE CHE IL FAMIGERATO “PATTO DEL NAZARENO” DEI RENZUSCONI ESISTE: “E’ UN FOGLIO DI CARTA E IO L’HO VISTO. PREVEDE ALCUNE TAPPE SCHEMATICHE DEL PROCESSO DI RIFORMA” - BRUNETTA SMENTISCE: “MAI VISTO”

Al di là dei sospetti agitati soprattutto dai Cinquestelle, secondo cui nel Renzi-Berlusconi ci sarebbero la riforma della giustizia e la tutela per le aziende del Biscione, se Toti e Brunetta (“C’è una seconda versione”) dicono il vero, dove sono contenute le modifiche sopravvenute col tempo?...

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Tommaso Labate per “Il corriere della Sera

 

MATTEO RENZI AL NAZARENO MATTEO RENZI AL NAZARENO

«L’ho visto. È un foglio di carta e io l’ho visto». Il giallo politico della collezione autunno-inverno, su cui politici e osservatori hanno indagato per tutta la primavera, sembra trovare il suo colpo di scena in una notte di mezza estate. Sull’isola di Ponza, dove sta andando in scena da giorni la rassegna Ponza d’autore , Giovanni Toti sta partecipando a un dibattito insieme ad alcuni giornalisti.


A un certo punto, gli chiedono del «Patto del Nazareno», sottoscritto a gennaio da Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. E il consigliere politico dell’ex Cavaliere, senza evidentemente immaginare l’eco che avrebbero avuto le sue parole, risponde: «Il patto del Nazareno esiste e io l’ho visto. Io come molti altri dirigenti di Forza Italia». E ancora, sempre dalla viva voce di Toti: «È un semplicissimo foglio di carta che prevede alcune tappe schematiche del processo di riforma. È una cosa semplicissima nella sua banalità, un appunto scritto a penna sulle cose da fare».

berlusconi renzi berlusconi renzi


Poco importa che, nel prosieguo del dibattito ponzese, Toti abbia precisato che quel Patto «è una cosa semplicissima nella sua banalità» e anche che si limita a citare i quattro punti programmatici su cui Pd e Forza Italia avrebbero avviato insieme il cammino delle riforme, e cioè «la legge elettorale battezzata Italicum, la non elettività del Senato, il fatto che i senatori non dovessero essere retribuiti e la fine del bicameralismo perfetto».

 

Firme in calce al patto? Nessuna. Numero di fogli? Uno solo. La grafia? Non quella berlusconiana, ch’è inconfondibile. Forse quella di Verdini, forse quella del vicesegretario pd Lorenzo Guerini.


Ieri pomeriggio, all’alba della settimana che deciderà in un senso o nell’altro la storia di quel Patto, proprio mentre s’avanza l’ombra su una trattativa che punti a ridiscutere l’Italicum per accelerare la riforma del Senato, le parole di Toti da Ponza diventano quasi un caso. Fabrizio Cicchitto, ex forzista oggi al Nuovo centrodestra, azzarda tre ipotesi.

GIOVANNI TOTI TWITTA IO STO CON DUDU GIOVANNI TOTI TWITTA IO STO CON DUDU

 

«Adesso la vita politica italiana è dominata da patti scritti e non firmati. Non si capisce se quella di Toti è una gaffe, un siluro o un minaccioso promemoria...». Ma anche all’interno dei partiti-contraenti del Patto, il fantomatico documento provoca mormorii, sospetti, sussurri.


Renato Brunetta, per esempio, è uno di quelli che da tempo chiede la pubblicazione del documento sottoscritto da Renzi e Berlusconi. «Al contrario di Toti, io quel foglietto non l’ho mai visto. Ma da quello che m’hanno detto — aggiunge il capogruppo di Forza Italia alla Camera — il 95 per cento del testo riguarderebbe la legge elettorale. Mentre solo il 5 per cento sarebbe relativo alla riforma del Senato».

 

Da qui le domande: «Com’è possibile che la legge elettorale, che avrebbe dovuto essere la prima cosa da fare per rispettare il Patto, è finita nel dimenticatoio? Per quello che ne so — conclude Brunetta — è poi subentrata col tempo una seconda versione del testo, che Berlusconi ha dovuto subire. E che ha invertito i tempi, portando avanti la riforma del Senato e rinviando a dopo l’Italicum».

denis verdini denis verdini


Al di là dei sospetti agitati soprattutto dal Movimento Cinquestelle — secondo cui nel patto Renzi-Berlusconi figurerebbero ora la riforma della giustizia, ora la tutela per le aziende del Biscione — se Toti («C’è un foglietto») e Brunetta («C’è una seconda versione») dicono il vero, dove sono contenute le modifiche sopravvenute col tempo? «In una serie di sms memorizzati dai quattro firmatari del Patto», che sono il tandem Renzi-Guerini per il Pd e il ticket Berlusconi-Letta per FI.

 

Almeno è quello che si mormora, da tempo, nel gotha forzista. Tra i Democratici, Pippo Civati vuole vederci chiaro: «Chiedo che quel foglietto venga pubblicato, anche perché il senso dell’azione del governo che sosteniamo sta là dentro. E visto che Renzi non me lo fa vedere, proverò a chiederlo a Toti...».

LORENZO GUERINI LORENZO GUERINI


Toti, ieri pomeriggio, scrive una nota per precisare meglio il senso delle sue parole. «In quel Patto non ci sono clausole segrete». Sempre a Ponza, il consigliere politico aveva chiarito che «il prossimo leader del centrodestra», stante l’incandidabilità dell’ex Cavaliere, «sarà scelto con le primarie». Un altro tassello del difficile cantiere della federazione del centrodestra. Oscurato, per un giorno, da un foglietto di carta. Sempre più misterioso.
 

BRUNETTA BRUNETTA

 

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