Liana Milella per “la Repubblica”
Orlando media, ma è ancora scontro tra politica e magistratura. Il Pd al governo fa leggi che le toghe mal vedono.
Come se ne esce? Lo abbiamo chiesto a Luciano Violante.
«Le proposte sulla giustizia, dove c’è un fisiologico conflitto tra avvocatura e magistratura, non sono destinate a piacere agli uni o agli altri; devono essere chiare, efficaci, difendibili davanti all’opinione pubblica e devono attuare i valori costituzionali. Quelle citate sono solo proposte di legge e c’è ancora la possibilità di correggere».
Delegittimazione dei giudici. Lei la vede?
«C’è una situazione contraddittoria. In alcune vicende, si pensi all’arresto del vicepresidente della Regione Lombardia, si accusano i magistrati di condizionare intenzionalmente la vita politica. In altri c’è una sorta di iperlegittimazione, che tende a strumentalizzare i magistrati per ragioni opposte, come avviene da parte di quei settori del mondo politico e della comunicazione che hanno trasformato il codice penale nella carta morale della politica e presentano una comunicazione giudiziaria come una sorta di verità rivelata.
Pasquale De Lise e Luciano Violante
In altri casi la magistratura funziona come una sorta di esercito di riserva della politica. Serve un’autorità anticorruzione e si incarica un magistrato; serve a Roma un assessore alla trasparenza e si nomina un magistrato; così via per decine di casi, grandi e piccoli».
Lei è stato magistrato. Poi ha attraversato un trentennio coprendo responsabilità politiche importanti. I giudici hanno ragione di lamentarsi o c’è del vittimismo?
Anna Finocchiaro e Luciano Violante
«Molti uffici giudiziari, in palese violazione della legge, hanno ammesso cittadini che non ne avevano il diritto alle cosiddette cure Stamina, con spese a carico del Servizio sanitario nazionale. Altre decisioni, poi cancellate dal gup o dai collegi giudicanti, anche con arresti, hanno arrecato danni enormi alla reputazione di personalità del mondo imprenditoriale e finanziario con gravi danni economici per le imprese e per l’Italia. Sono questioni difficili da spiegare a un investitore straniero. E i cittadini comuni come possono difendersi? Occorrono le virtù della competenza e della prudenza, in misura crescente».
LUCIANO VIOLANTE FRANCESCO RUTELLI
Quando Renzi taglia le ferie delle toghe e parla di «fannulloni », quando accredita l’idea che guadagnano troppo, quando reagisce con un “brrrr...che paura” alle critiche dell’Anm non suona delegittimante?
«Non mi pare questo il modo di affrontare problemi seri. Ne va di mezzo l’ autorevolezza del presidente del Consiglio, che non è un bene personale, ma un valore dell’intero paese».
La magistratura ha bisogno di essere “legittimata” dal consenso politico e popolare per fare il suo lavoro?
“Le leggi, per la confusa formulazione, non sono più idonee, da sole, a fondare la credibilità della magistratura. Il consenso popolare non deve interessare ai magistrati. Si tratta della stima, della fiducia e del rispetto che devono meritarsi con i comportamenti quotidiani (e molti lo fanno) e che tutti, a partire dal mondo politico, devono mettere in campo con sobrietà, guardando alla credibilità della magistratura come a un bene dell’intero Paese».
Orlando dice che l’attuale politica delegittimata non può delegittimare le toghe.
«Ha ragione. Non ci deve essere una competizione per chi ha meno credibilità tra magistratura e politici. Così un Paese va a rotoli”.
Intercettazioni. La politica ha paura di quello che rivelano?
«Esiste un confine invalicabile tra giudizio morale e giudizio penale. Quelle irrilevanti vanno cestinate. I tempi dei processi staliniani, dove si cercava qualsiasi dato anche penalmente irrilevante, per infangare l’accusato, non devono tornare neppure con mascheramenti moderni».
alfonso sabella ignazio marino