TUTTE LE FALLE DELL’IMPONENTE SISTEMA DI SICUREZZA FRANCESE, CHE QUANDO SCOPRE CHE A “CHARLIE HEBDO” SI SPARA COI KALASHNIKOV, MANDA UN’AUTO CON DUE POLIZIOTTI

Non solo i fratelli erano noti jihadisti appena tornati dalla Siria (ma non monitorati), non solo a tutelare “Charlie”, la cui redazione fu bruciata da estremisti islamici, c’era un solo agente. Ma i due hanno potuto fuggire indisturbati, mentre la procura dava comunicazioni schizofreniche...

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Carlo Panella per "Libero Quotidiano"

 

said kouachi said kouachi

Le forze della sicurezza francesi brancolano nel buio, totalmente inefficaci, prima, durante e dopo la strage dei giornalisti di Charlie Hebdo. Un livello di impreparazione, inefficienza e confusione indegna di un Paese moderno, anche del terzo mondo. Ancor meno di un Paese impegnato in prima fila contro il jihadismo islamico. Per di più avvisato a gran voce dai leader jihadisti delle certa punizione che avrebbe subito a seguito della sua partecipazione alla Coalizione Internazionale all'opera - per così dire - in Siria e Iraq. Nell'ordine, gli errori marchiani iniziano dalla incredibile sottovalutazione del fatto che Charlie Hebdo era uno dei principali obbiettivi di una “vendetta” jihadista.

cherif kouachi cherif kouachi

 

Un solo poliziotto - uno - è dentro la redazione al momento dell'attacco, non per presidiarla - non è all'esterno - ma per proteggere il direttore “Charb”. Pure, Charlie Hebdo aveva subito ben due disastrosi attentati incendiari, chiara, indubitabile indicazione che era un “target” prioritario per gli jihadisti che vi sono entrati come coltelli nel burro.

 

Incredibile poi la reazione della polizia parigina quando arriva la notizia della strage: invia una sola vettura, non blindata, con due soli poliziotti. Sono abbattuti con estrema facilità dalle due “macchine della morte”, che hanno tutto l'agio - non è alle viste nessuna altro “flic” - di perdere tempo per attraversare la strada e giustiziare il povero poliziotto - arabo - che già ferito alza inutilmente le mani in segno di resa.

 

Presa la fuga sulla loro Clio nera, i due (è passato ormai più di un quarto d'ora, nel pieno centro di Parigi), non solo non sono inseguiti da nessuno, ma hanno tutto l'agio di scendere dalla Clio, fermare un'altra auto, fare scendere l'anziano guidatore e addirittura di fermarsi poco dopo per liberarsi del cagnolino trovato all’interno. Sempre indisturbati.

tignous, charb et cabu tignous, charb et cabu

 

Fatte perdere le loro tracce e liberatisi delle loro tute nere, i due scompaiono nel nulla. Inizia allora la sarabanda tragicomica dei comunicati del Parqet - la procura - del Dsge - i Servizi - e della polizia che li danno per individuati… no, catturati… no, circondati… no, non se ne sa nulla, prima a Reims, poi in altre località. Nel frattempo emerge la falla più incredibile: Cherif Kouachi, l'autore della strage non solo era stato condannato nel 2008 per fatti di terrorismo, ma nel 2005 era stato intervistato dalla emittente France 3 e aveva a lungo spiegato la sua intenzione di darsi al jihad.

 

charb direttore di charlie hebdo charb direttore di charlie hebdo

Ma nessuno lo sorvegliava. O - ancora peggio - era sorvegliato svogliatamente, anche se il Dsge ben sapeva che era andato col fratello Sayed a combattere in Siria. Esattamente come sorvegliato dal Dsge era Mohammed Merah che nel 2008 ha maciullato tre bambini ebrei e il loro insegnante a Tolosa (giorni prima aveva ucciso tre parà), al pari di Mehdi Nemmouche che a maggio ha ucciso 4 ebrei davanti a Bruxelles. Siccome al peggio non c'è mai fine, ieri mattina si scopre che il terzo uomo individuato dal Dsge, Amid Mourad, invece era a scuola nel suo liceo!

 

AHMED MERABET UCCISO PER DIFENDERE LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO AHMED MERABET UCCISO PER DIFENDERE LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

Al momento di chiudere il giornale, una sola notizia è certa: sono ben 88.000 gli agenti lanciati, con ritardi e impacci, alla caccia degli assassini. Ne bastavano non 88, non 8, ma 4 a presidio di Charlie Hebdo per evitare la strage. Il fatto ancora più grave è che questa incredibile serie di castronerie ha con tutta evidenza una radice tutta politica, non funzionale.

 

La Francia ha dichiarato guerra al terrorismo ma fa finta di non essere in guerra, non allerta il suo pur imponente apparato di sicurezza per proteggersi. Ferma e distratta dentro la sua nuova linea Maginot, in una nuova drõle de guerre, mentre il nuovo nazismo avanza e la vìola. Ma non c'è da stupirsi: sono stati i Servizi francesi a fornire i report che hanno indotto Sarkozy e Cameron ad abbattere Gheddafi per consegnare la Libia a un radioso avvenire. S'è visto come è finita.

AHMED MERABET UCCISO PER DIFENDERE LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO AHMED MERABET UCCISO PER DIFENDERE LA REDAZIONE DI CHARLIE HEBDO

 

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