VEDI OMAR QUANT’È BELLO - MARCO MANCINI, EX NUMERO 2 DEL SISMI COINVOLTO NEL PROCESSO SUL RAPIMENTO ABU OMAR, FA CAUSA AL “FATTO” E ACCUSA IL PM SPATARO DI AVER PASSATO A TRAVAGLIO CARTE COPERTE DA SEGRETO DI STATO

Gianni Barbacetto per il "Fatto quotidiano"

Uno dei più noti magistrati milanesi, Armando Spataro, è stato "denunciato" al Consiglio superiore della magistratura con un esposto che gli imputa di aver violato il segreto di Stato, rilasciando copia di documenti riservati a Marco Travaglio. Lo racconta Panorama nel numero in edicola.

A spedire l'esposto al Csm è stato Marco Mancini, ex numero due del servizio segreto militare Sismi, che è stato indagato da Spataro per la sua presunta partecipazione, nel 2003, al sequestro a Milano dell'imam egiziano Abu Omar. Nei processi che sono seguiti, per quel rapimento sono stati condannati i 26 agenti americani che hanno realizzato la extraordinary rendition, mentre Mancini è stato prima condannato e poi "salvato" dal segreto di Stato e definitivamente assolto.

LA VICENDA ORA approdata al Csm inizia nell'agosto 2012, quando Travaglio scrive sul Fatto Quotidiano un articolo sulle intercettazioni telefoniche dal titolo "Bavaglio: tutto quello che non sapremmo". E accenna a intercettazioni che riguardano, fra gli altri, sia pure indirettamente, due ex presidenti della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro e Francesco Cossiga, che avevano assunto due comportamenti opposti: "Nell'inchiesta Abu Omar, lo 007 del Sismi Marco Mancini tentò di salvarsi dai magistrati raccomandandosi a Cossiga e Scalfaro.

Cossiga si mobilitò subito attaccando e denunciando a Brescia i pm Pomarici e Spataro che indagavano sul sequestro. Scalfaro invece non mosse un dito (diversamente dal suo successore Napolitano con Mancino): anzi, suggerì a Mancini di rivolgersi ai pm".

Mancini si sente diffamato e avvia, contro Travaglio e contro questo giornale, un'azione civile davanti al Tribunale di Ravenna. Per difendersi, l'avvocato difensore del vicedirettore del Fatto chiede copia degli atti processuali che dimostrano che quanto scritto è vero.

Sono intercettazioni e interrogatori del processo Abu Omar contenuti nel fascicolo dell'accusa: la telefonata con cui Mancini chiede l'intervento a suo favore di Cossiga, che infatti si precipita alla Procura di Brescia a denunciare i magistrati di Milano (poi tutto finisce in archiviazione); e le carte che provano la richiesta d'intervento di Mancini al caposcorta di Scalfaro, il quale, contattato, non interviene affatto, ma anzi consiglia all'indagato di affidarsi ai magistrati di Milano.

Sono documenti risolutivi, che chiuderebbero la causa a favore di Travaglio. Ma, non appena arrivano al Tribunale di Ravenna, Mancini e il suo legale fanno fuoco e fiamme: le carte non possono essere utilizzate - sostengono - perché sono coperte dal segreto di Stato.

Così fanno partire l'esposto al Csm contro Spataro, accusato di aver violato il segreto, oltre che la norma del codice di procedura penale secondo cui gli atti processuali, nella fase in cui si trovava quel giudizio, avrebbero dovuto (eventualmente) essere messi a disposizione non dal pm, ma dal giudice (in questo caso, la Cassazione davanti a cui pendeva il giudizio, dopo la pesante condanna in appello di Mancini e dei suoi coimputati). È la reazione di un ex imputato contro il magistrato che lo ha indagato. Scatenata in un momento delicato, visto che il Csm dovrà decidere, proprio a maggio, se accogliere la domanda di Spataro di essere nominato procuratore capo a Torino: ora la nomina s'incrocia con il procedimento nato dall'esposto di Mancini.

LA PROCURA di Milano non replica a Mancini. Ha però già inviato al Csm una memoria in cui controbatte punto per punto agli argomenti del suo esposto. Spataro e Pomarici hanno infatti ricevuto una regolare richiesta di accesso agli atti processuali depositati da anni agli imputati e, dunque, non più segreti.

Ne hanno quindi legittimamente rilasciato copia all'avvocato Caterina Malavenda, difensore di Travaglio e del direttore del Fatto , Antonio Padellaro, dopo aver avuto il parere positivo del procuratore della Repubblica Edmondo Bruti Liberati. Erano due verbali di intercettazioni telefoniche e due interrogatori, su cui erano stati comunque apposti amplissimi omissis su ciò che non riguardava la causa civile.

Per il resto, la materia coperta dal segreto di Stato non ha nulla a che fare con quella oggetto della causa contro Travaglio, e cioè l'attivarsi di Mancini durante le indagini, più di tre anni dopo il sequestro di Abu Omar: non c'è alcun segreto di Stato sui contatti tra Mancini, Cossiga e Scalfaro nel 2006.

Le copie, inoltre, furono rilasciate il 18 ottobre 2013, cioè dopo la "caduta" del segreto di Stato conseguente alla prima sentenza della Cassazione del settembre 2012, e dopo la condanna degli imputati del Sismi, incluso Mancini, da parte della Corte d'appello, nel febbraio 2013. D'altra parte, quei documenti, necessari a esercitare il diritto di difesa in sede civile, non potevano essere chiesti alla Cassazione, che non li aveva neppure, ma solo ai pm. Ora la parola passa al Csm.

 

abu omar MARCO MANCINIspataro SpataroMARCO TRAVAGLIO FOTO ANDREA ARRIGA Marco Travaglio

Ultimi Dagoreport

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

DAGOREPORT - L’ANSIA ATTANAGLIA LA ‘’MILANO DEL BALLO DEL MATTONE’’. ‘’QUI SALTA TUTTO!’’, BALBETTANO PIÙ SPAVENTATI DI UN CONIGLIO - SE IL GIP DELLA PROCURA DECIDESSE DI ACCOGLIERE LE PROPOSTE DEI PM, A QUEL PUNTO, ESPLODEREBBE UNA SANTA BARBARA A MISURA DUOMO. E POTREBBE RIPETERSI CIÒ CHE SUCCESSO ALL’EPOCA DI TANGENTOPOLI: A TANTI DEI 74 INDAGATI, LA PAURA DI FINIRE IN GABBIA A SAN VITTORE APRIREBBE DI COLPO LE VALVOLE DELLA MEMORIA - DA PARTE SUA, IL SINDACO BEPPE SALA, INDAGATO, INTASCATA LA SOLIDARIETÀ DA DESTRA E SINISTRA, HA RIPRESO A MACINARE ARROGANZA, E HA SPARATO TESTARDO E SPAVALDO: “LE DIMISSIONI NON AVREBBERO FATTO COMODO A NESSUNO…” – QUALCHE ANIMA PIA GLI RICORDI CHE L’USO SBARAZZINO DELL’URBANISTICA MENEGHINA È AVVENUTO SOTTO IL SUO NASONE... 

urbano cairo sigfrido ranucci la7 fiorenza sarzanini

DAGOREPORT - SIETE PRONTI? VIA! È PARTITA LA GRANDE CAMPAGNA ACQUISTI (A SINISTRA!) DI URBANO CAIRO - IL COLPACCIO SU CUI LAVORA URBANETTO: PORTARE A LA7 SIGFRIDO RANUCCI E L’INTERA SQUADRA DI “REPORT”, A CUI TELE-MELONI STA RENDENDO LA VITA IMPOSSIBILE - IL PROGETTO È GIÀ PRONTO: PRIMA SERATA DI LUNEDI', SECONDE SERATE CON "REPORT-LAB", COINVOLGENDO SITO, SOCIAL E L'EDITRICE SOLFERINO - MA NON FINISCE QUI: CAIRO VUOLE RIPOSIZIONARE IL “CORRIERE DELLA SERA”: ESSERE LA GAZZETTA DI FAZZOLARI NON PORTA ALL'EDICOLA NUOVI LETTORI, CHE PREFERISCONO L'ORIGINALE: "IL GIORNALE", "LIBERO", "LA VERITA'": MEGLIO RITORNARE AL CENTRO-SINISTRA. IN ARRIVO GIOVANI GIORNALISTI BEN DISTANTI DAL MELONISMO...

mara venier gabriele corsi

PERCHÉ GABRIELE CORSI HA MOLLATO “DOMENICA IN”? LA SUA PRESENZA AL FIANCO DI MARA VENIER ERA STATA FRETTOLOSAMENTE ANNUNCIATA DA ANGELO MELLONE, DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI RAI. E INVECE, SOLO DUE GIORNI FA, CORSI HA ANNUNCIATO DI ESSERSI TIRATO INDIETRO - COSA È SUCCESSO? LA RAI AVEVA TENTATO DI COMMISSARIARE LA "ZIA MARA", PIAZZANDOLE ACCANTO I "BADANTI" NEK E CORSI. MA L'ARZILLA 74ENNE, FORTE DI BUONI ASCOLTI, HA FATTO TERRA BRUCIATA AI SUOI DUE "VALLETTI", USANDO L’ARMA DA FINE DEL MONDO: “SE IO MOLLO AD AGOSTO CHI CI METTETE?". E COSÌ, UNA VOLTA VISTO IL SUO SPAZIO RIDOTTO A QUALCHE MINUTO DI UN QUIZ, IL CONDUTTORE SI È CHIAMATO FUORI (NEK ERA GIÀ SCAPPATO A "THE VOICE") - LA VENIER HA TENTATO DI DISSIPARE I DUBBI SULLE SUE “COLPE” POSTANDO UNA STORIA IN CUI SI INSINUAVA CHE CORSI AVESSE MOLLATO PER I SOLDI (POCHI). MA A SMENTIRE LA SUA VERSIONE È STATO IL MANAGEMENT DEL CONDUTTORE…

antonio spadaro papa leone xiv robert prevost

FLASH! – SPADARO DI FUOCO! IL GESUITA, ORFANO DI BERGOGLIO, , OGGI SU ''LA STAMPA”, SPACCIA COME SUA ''INTERVISTA INEDITA'' UNA VECCHIA CONVERSAZIONE PUBBLICA CHE L'ALLORA CARDINALE ROBERT FRANCIS PREVOST TENNE A NEW LENOX, IN ILLINOIS, IL 7 AGOSTO 2024 - IL GESUITA HA PRESO IL TESTO SBOBINATO E L’HA INFRAMEZZATO CON DOMANDE SUE: UN CAPOLAVORO DI AUTO-PROMOZIONE DEGNO DI UN VERO INFLUENCER... - LA PRECISAZIONE DELLA CASA EDITRICE EDB: "SOLLEVIAMO DA OGNI RESPONSABILITA' PADRE SPADARO CIRCA OGNI FRAINTENDIMENTO TRA LA STAMPA E LA CASA EDITRICE" - VIDEO

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)