LA ZUPPA DEL CASALEGGIO? L’HA INVENTATA TONINO - SETTE MESI PRIMA DEL VAFFA-DAY, IL PARA-GURU DEL M5S E DUE SUOI SOCI VENNERO ARRUOLATI DA DI PIETRO COME ‘ESPERTI’ DI COMUNICAZIONE ALLE INFRASTRUTTURE (TRA ‘AMERIKANI’ SI CAPIVANO)

Martino Cervo per "Libero"

«Ho avuto un rapporto di stima e di collaborazione con Di Pietro», ha detto Gianroberto Casaleggio a Marco Travaglio nella lunga e discussa intervista rilasciata al Fatto Quotidiano due giorni fa: la stessa in cui non ha escluso, salvo poi smentirlo,di fare il ministro assieme a Beppe Grillo, con lui fondatore del Movimento 5 Stelle.

Libero è in grado di documentare in maniera meno vaga la natura di questa collaborazione tra Tonino e il «padre » del movimento politico che rischia di scombinare i piani di Matteo Renzi alle Europee. I documenti in pagina recano la data dell'8 febbraio 2007: al ministero delle Infrastrutture del governo Prodi siede l'ex pm di Montenero di Bisaccia.

Beppe Grillo è un comico di successo che da un paio d'anni ha patrocinato, sulla scorta di un modello in voga negli Usa, i meet-up: raduni su Internet per sollecitare una sorta di democrazia dal basso. Conosce Casaleggio nel 2004. Tre anni più tardi nasce l'idea che darà la svolta al movimento: il Vaffa-day dell'8 settembre 2007. Esattamente sette mesi prima, Gianroberto Casaleggio diventa consigliere del ministro Di Pietro, come sancisce il documento controfirmato dal Tesoro, allora occupato da Tommaso Padoa-Schioppa.

Il link Di Pietro-Casaleggio non è nuovo: la società del padre ideologico dei 5 Stelle gestiva la piattaforma dei siti di Grillo e di Tonino. «Quando ho cominciato io a fare politica, per schiacciare i bottoncini di Twitter e di Facebook sono andato a scuola da lui. E lui è quello che per primo mi ha costruito la macchina informatica ed è stato pagato per questo,ha fatto un servizio», spiegò il fondatore dell'Italia dei Valori parlando del «guru».

E proprio la gestione del sito, e i suoi costi, sarebbero stati all'origine della rottura tra i due, come ha raccontato un retroscena dell'Unità nel giugno 2013. Perché Antonio Di Pietro ha voluto con sé Casaleggio? L'incarico affidatogli non è di secondo piano: non prevede compensi ma un rimborso di missione secondo il trattamento per i dirigenti di prima fascia. La «missione» affidatagli in qualità di esperto è relativa allo «studio [...]delle attività relative alla comunicazione istituzionale nei diversi settori dell'informazione: stampa, radiotelevisione e Internet».

Casaleggio viene affiancato, con le stesse mansioni e «per l'esperienza e la comprovata competenza » posseduta «nelle strategie della comunicazione», dal dottor Mario Bucchich e dall'ingegner Luca Eleuteri. Entrambi risultano soci fondatori della Casaleggio&associati, nata tre anni prima dei fatti, nel 2004.I tre diventano così «Consiglieri del Ministro delle Infrastrutture per lo studio delle attività inerenti la comunicazione istituzionale» in uno dei dicasteri con la maggior disponibilità di spesa del governo, alle dirette dipendenze di Antonio Di Pietro.

Ben dentro i palazzi della «casta». Ma più che la polemica, è utile qualche domanda. Il 2007 è l'anno in cui matura la svolta «politica» del movimento: come detto a settembre il V-day crea più di un problema al governo Prodi. In un certo senso, anzi, la progressiva evaporazione dell'Idv viene sostituita dalla forza anti-sistema di Grillo. Tanto che l'ex pm nel 2012 si schermisce alla inevitabile domanda su una possibile fusione col Movimento 5 Stelle: «Io alleato con Beppe? È come se mi chiedessero se voglio sposare la Schiffer.

Prima bisogna sapere se lei vuole sposare me...». È successo che la Schiffer (Grillo) si è mangiata l'aspirante Tonino. E il M5S si è guadagnato l'attenzione delle cancellerie, come mostra l'incontro con l'ambasciatore inglese nell'aprile 2013, rivelato daCasaleggio a Travaglio.

C'è qualcosa che è sopravvissuto tra i due partiti, oltre all'aura di movimento dal basso, di «nuova politica»,di «è tutto un magna-magna» che li rende - in anni diversi - catalizzatori di un voto di protesta? Sui presunti legami americani di Di Pietro si è detto e scritto molto: destò scalpore l'intervista alla Stampa (2012) in cui l'ex console Usa a Milano Peter Semler disse che l'allora toga gli anticipò l'inchiesta Mani Pulite addirittura alla fine del 1991: «Mi preannunciò l'arresto di Mario Chiesa e mi disse che le indagini avrebbero raggiunto Craxi e la Dc.

Poi fece il viaggio negli Stati Uniti organizzato dal Dipartimento di Stato». E aggiunse: «Di Pietro mi piacque molto»,definendolo «un personaggio straordinario ». Un «endorsement» simile arrivò nel 2008 (fu rivelato più tardi, ancora dalla Stampa) col telegramma che l'ambasciatore Ronald Spogli spedì a Condi Rice spiegando che Grillo, con cui aveva pranzato, era «bene informato, competente sulla tecnologia, provocatorio e grande intrattenitore, [...] unico, una voce solitaria nel panorama politico italiano. [...] ha un grande potere di attrazione ».

Nuovo ambasciatore, altro endorsement: David Thorne, agli studenti del liceo Ennio Quirino Visconti disse (2013): «Voi giovani potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento », con annesso Pd a denunciare la «gravissima ingerenza nelle vicende italiane ». Ora tra i due «americani» c'è anche un link più istituzionale.

 

CASALEGGIO E GRILLO f afd a a f f d a ea CASALEGGIO ANTONIO DI PIETROANTONIO DI PIETRO grillo di pietro GRILLO E DI PIETROIL CONSOLE Peter Semler yteo23 ronald spogli

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”