di Giancarlo Dotto (Rabdoman) per Dagospia
Quando Pjanic spreca a porta vuota la palla del 3 a 0 le anime giallorosse più tremule hanno cominciato a sudare freddo. Brucia l’ustione di Leverkusen. Come riuscirà la Roma a non vincere anche questa partita? Con quali imprese rovesce? Pensieri neri, autorizzati dal tremendo vissuto del lupacchiotto di mezza età.
E, invece, proprio nella follia di Leverkusen è venuto al mondo il probabile miracolo di un mucchio di singoli talentuosi ma per lo più anarcoidi trasformati in una squadra. Rudi Garcia è stato bravo a raccontare ai suoi la disperante vacuità di essere tutto e nulla allo stesso tempo. E di quanto sarebbe penoso a giugno il rimpianto di un’occasione sprecata.
Sta di fatto che a Firenze abbiamo visto una Roma capace di fare assatanato pressing offensivo all’inizio, quando serviva far male, e un’altra Roma capacissima di difendere anche con nove uomini dopo la perla di Salah (non sarai mai uno qualunque se sei capace di uno sfregio così in faccia alla gente che ti odia) e il raddoppio a campo libero di Gervinho.
Quasi commovente vedere i due, l’egiziano e l’ivoriano, raddoppiare da terzini. Aggiungi il Florenzi strepitoso cocktail calcistico di sempre e stavolta pure capitano, il Manolas roccia, uno Dzeko che si sbatte da gregario e vedi in azione l’esempio contagioso che farà la squadra.
Da Verona, arriva la conferma che sarà il Napoli a mettersi di traverso tra la Roma e la sua chimera. Quello di Rafa Benitez l’avrebbe di sicuro persa questa con il Chievo. Era un Napoli che si squagliava nelle trincee di provincia. Quello di Sarri ha gioco, identità e spirito di corpo. Ci credono e hanno davanti il miglior Higuain di sempre.
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Nel mucchio delle seconde c’è anche la Lazio che all’Olimpico vince sempre anche quando è il deserto. Felipe Anderson lascia tracce abbaglianti del suo talento. La Juventus risale con Dybala (fossi Agnelli licenzierei Allegri solo per la citazione di Fantozzi e certa grottesca arroganza che gli è spuntata da qualche tempo come una deformità) e il Milan si salva con un regalo arbitrale che cancella dal campo il portiere del Sassuolo.