“IL SAN PAOLO E’ UN CESSO, MI VERGOGNO” - DE LAURENTIIS SI SCAGLIA CONTRO IL COMUNE: “SE NON HO LA CONVENZIONE ENTRO IL 31 OTTOBRE, COSTRUISCO UN NUOVO STADIO” - DIETRO LE TENSIONI CON IL SINDACO DE MAGISTRIS LA RISTRUTTURAZIONE DEL SAN PAOLO
Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera”
Ennesima polemica a distanza sul futuro dello stadio San Paolo tra il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis (foto) e il sindaco Luigi de Magistris. Stavolta però i toni, almeno da parte di De Laurentiis, sono più duri del solito.
Probabilmente irritato dallo slittamento del voto in consiglio comunale — per mancanza di numero legale — della delibera sul rinnovo della convenzione ponte (scaduta ieri) tra amministrazione cittadina e società per l’utilizzo dell’impianto, il presidente del Napoli ha utilizzato i microfoni della radio ufficiale per attaccare il Comune. «Me lo hanno fatto strapagare il San Paolo, e invece me lo dovrebbero dare gratis. È un grande cesso, e mi vergogno a entrarci», ha detto.
Minacciando poi che «se entro il 31 ottobre non ho una convenzione ponte, il 2 novembre dichiarerò il de profundis del San Paolo con la morte nel cuore. Vado a cercare un terreno e costruisco un nuovo stadio».
In realtà il vero motivo delle tensioni è la ristrutturazione dello stadio, che il Calcio Napoli dovrebbe accollarsi in cambio di una concessione per 99 anni. Il tavolo tecnico aperto tra Comune e società va avanti da tempo, ma sulla cifra da investire le parti sono ancora lontane.
I 20 milioni a cui pensa De Laurentiis non bastano al sindaco, che ieri, replicando alle dichiarazioni del presidente ha liquidato il discorso sulla convenzione («Approveremo la delibera nella seduta del 7 ottobre») per spostare poi l’attenzione sulla ristrutturazione dello stadio. «Della questione si stanno occupando il mio capo di gabinetto e l’assessore allo Sport, ma io personalmente sto lavorando anche a un piano alternativo».
Sul San Paolo de Magistris si è esposto molto, ha garantito che con lui sindaco Napoli avrebbe avuto uno stadio degno di questo nome e ovviamente deve raggiungere il risultato per portarlo in campagna elettorale la prossima primavera. Ma, insiste, «investire 20 milioni per avere in pratica la proprietà dello stadio, non ci siamo proprio. Se bastasse quella cifra, tra credito sportivo e istituzioni pubbliche, faremmo tutto da soli. Senza doverlo dare poi in gestione a nessuno».
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