giuseppe primoli gege

METTI BUFFALO BILL A PIAZZALE CLODIO - GEGE' PRIMOLI, ARISTO-PAPARAZZO DELLA ROMA UMBERTINA, IN MOSTRA NELLA SUA FONDAZIONE A ROMA - UN PO' LORD SNOWDON UN PO' DAGOSPIA OTTOCENTESCO CHE SI CIMENTO' CON L'EXPO, D'ANNUNZIO, NOZZE E FUNERALI E SCENE DI VITA ROMANA

Michele Masneri per ''Il Foglio''

 

la principessa mathilde bonaparte e charles gounodla principessa mathilde bonaparte e charles gounod

Il padiglione dell'India, quello della Tunisia, quello dell'Algeria. E in mezzo, invece dell'Albero della Vita, ecco la nuovissima Torre Eiffel appena ultimata. Nelle piccole istantanee del conte Primoli, presso l'omonima fondazione romana, fino al 31 ottobre, ecco lo stupendo e raffinato controcanto all'Expo milanese ormai in chiusura. "Mes petits instantanés", si intitola la mostra, le mie piccole istantanee ma al maschile come usava a fine Ottocento, raccontano questo Expo 1889 in bianco e nero, con paesi oggi non più esistenti o cambiati di nome o radunati in "cluster".

 

giuseppe primoli fotografa jean louis forain e jeanne boscgiuseppe primoli fotografa jean louis forain e jeanne bosc

Un po' Lord Snowdon un po' Dagospia, Giuseppe (Gegè) Primoli era un personaggio, nella Roma umbertina. L'estate del 1899 era partito per Parigi per questo Expo dedicato non a nutrire il pianeta ma orgogli napoleonici (era un secolo esatto dalla Rivoluzione, e Primoli si considerava “soprattutto un Napoleonide” essendo figlio di Carlotta, andata in sposa a un conte Primoli, e nipote di Luciano Bonaparte, ed era poi la grande famiglia disfunzionale dei Napoleonidi che a Roma aveva già dato in sposa al principe Borghese Paolina Bonaparte).

giuseppe primoli e la madre charlotte bonapartegiuseppe primoli e la madre charlotte bonaparte

 

Era nato a Roma ma cresciuto ed educato a Parigi, Primoli, dove dopo gli studi aveva frequentato la corte di Napoleone III, ed era diventato un simpatico intermediario tra Roma e Parigi, portando in Italia Guy de Maupassant, Paul Bourget, Alexandre Dumas figlio, Sarah Bernhardt), e a Parigi Verga, Serao, D'Annunzio, Eleonora Duse.

 

A Parigi, per l'Expo, era giunto il 1 giugno 1899 e ne era ripartito il 20 agosto, con piccole deviazioni dai parenti araldici – dalla zia principessa Mathilde a Saint Gratien, dall’ex imperatrice molto proustiana Eugenia, in Inghilterra. A questa esposizione universale, era soprattutto rimasto molto colpito dalla Tour Eiffel appena ultimata, dopo due anni soltanto di lavori, già molto vituperata però dai suoi amici.

giseppe primoli foto maria d annunzio col figlio mario  giseppe primoli foto maria d annunzio col figlio mario

 

Lettere di protesta: una firmata da Zola, Dumas figlio, l’architetto Garnier dell’omonima Opera, e poi soprattutto Maupassant che addirittura se ne va dalla Francia tipo fuga dei cervelli  “perché la Tour Eiffel m’ha troppo seccato”. (Però poi Zola viene beccato a mangiare al ristorante al primo piano, come tanti detrattori oggi poi da Davide Oldani o da Eataly).

foto di giuseppe primoli foto di giuseppe primoli

 

L'Expo 1889 era stato poi un successo, con 32 milioni di  visitatori e 30 soli padiglioni, c'erano pochi Stati prima della fine degli Imperi e la decolonizzazione. E al centro, la torre, fotografata da tutte le angolazioni da Primoli: da sotto, dall'ascensore, dall'alto: con la postazione del Figaro coi suoi cronisti; ecco le persone, con tanti scatti del protagonista assoluto di quell’Expo, il re della lampadina, Thomas Edison, con bombetta e soprabito, che parla con Monsieur Adolphe Salles, collaboratore di Monsieur Eiffel.

expo parigi gege primoliexpo parigi gege primoli

 

 

E poi l’esotico, di cui Primoli è ghiotto: dunque i padiglioni più strani e interessanti, allora come oggi: ecco la Tunisia, con ricostruzione d’un baretto splendido di legni scuri, e gran degustazione di vini tunisini gratis; e che differenza con la fiera odierna, dove è impossibile bere o nutrirsi senza pagare; e chissà se oggi dopo le primavere arabe ci sono ancora produzioni enologiche di quel livello. Ecco il padiglione dei Produits Alimentairs non ancora Slow Food.

 

eleonora duse with matilde serao, francesco paolo and tristan bernard foto giuseppe primolieleonora duse with matilde serao, francesco paolo and tristan bernard foto giuseppe primoli

E il padiglione del Siam, l’odierna Thailandia, identico a quello oggi del Tibet con gran pagoda lignea intagliata, ecco quello boliviano, molto liberty tipo villa viareggina, ecco il Venezuela, quello dell'Angkor Wat in una grande pagoda filologica che pare la stazione centrale di Milano; e l'Annam-Tonchino, e la Cina e la Cocincina, sempre con tanti comodi risciò, che sarebbero così utili sul Decumano sterminato, oggi, per evitare mali ai piedi.

 

Ma i pavillons preferiti del conte Primoli restano l’Algeria e la Tunisia e il Nordafrica in genere, dunque nostalgie dell'Impero, Primo o Secondo, e qui signori in turbante e gallabia che percorrono una “rue du Caire” perfettamente ricostruita, che pare oggi un po’ quella tra i padiglioni degli Emirati e Sultanati indipendenti e affluenti col loro gas naturale.

eleonora duse gege primolieleonora duse gege primoli

 

Molti asini e asinelli e commercianti davanti a botteghe e fumerie di narghilé, e una perfetta pasticceria marocchina meglio di un Grom, con offerta “glaces orientales” a 15 franchi (da asporto) o 20 (seduti), gusto vaniglia caffè limone arancia pistacchio, oppure una acquavite di datteri a 30 franchi.

 

buffalo bill a piazzale clodio giuseppe primolibuffalo bill a piazzale clodio giuseppe primoli

E poi barbieri arabi, artigiani di vasi e anfore. E poi lo Scià di Persia, con occhialetti e baffi e cappello, che prova l’attrazione dell’anno, la mongolfiera di Godard (seguace dei fratelli Montgolfier), mentre viene indispettito da una patronessa o poetessa pingue (e il conte Primoli annota nel suo Diario, “una grossa bionda scollata declama allo scià dei versi di Clovis, lo Scià seccato batte i piedi per terra con impazienza e urla: ‘Basta!; lei declama ancora più forte”).

 

giuseppe primoli fotogiuseppe primoli foto

E poi arriva Buffalo Bill, che con il suo circo batte l’Europa, eccolo qui ai piedi della Torre Eiffel con i suoi indiani, e Buffalo Bill è una passione del conte Primoli: quando l'ex colonnello divenuto attore arriva a Roma nel marzo 1890, l’anno dopo, il conte-fotografo si farà costruire una vera e propria tenda da campo per seguire “l’evento”, che si tiene nell’odierno piazzale Clodio, prima degli orridi palazzi di Giustizia - e piazzale Clodio con gli indiani sarebbe una di quelle cosa da avere la macchina del tempo.

 

Quell’anno il Wild West Show fa un tour in Italia, è stato a Verona e Venezia, adesso è il turno di Roma. Nello show, oltre al Colonnello si esibiscono Toro Seduto e Calamity Jane, e la leggendaria tiratrice Anna Oakley, che per il conte impenna sul suo destriero in una foto leggendaria.

giuseppe primoli fotografa annie oakleygiuseppe primoli fotografa annie oakley

 

Preceduto da un'ampia campagna pubblicitaria "all'americana", lo spettacolo vende 160.000 biglietti, dovrebbe tenersi al Colosseo ma poi motivi di organizzazione impediscono la location, ecco dunque  Prati, dove si tengono i "classici" di Buffalo Bill: l'assalto alla diligenza, e la battaglia di Little Big Horne dove muore il generale Custer. Ma poi, "live", c'è uno storico scontro con i butteri dell'Agro Pontino, e Buffalo Bill perderà la sfida a domare i cavalli senza esserne sbalzato, contro le squadre del duca di Sermoneta. Poi viene ricevuto da papa Leone XIII nella Sistina. 

 

giuseppe primoli degas a parigigiuseppe primoli degas a parigi

Primoli fotografa tutto, il Colonnello, i butteri, i duchi, gli spettatori paganti e i "portoghesi" arrampicati sugli alberi: e tutto è conservato nei quindicimila scatti digitalizzati dalla Fondazione e messi online; nel palazzetto sul Lungotevere che era la sua casa, rifatta dall'architetto e amico Raffaello Ojetti, c'era il salotto più eccentrico e colto della Roma Umbertina.

 

giuseppe primoli fotografa scherma a villa doria pamphiligiuseppe primoli fotografa scherma a villa doria pamphili

L'amico d'Annunzio firma cronache mondane celebri con lo pseudonimo di Duca Minimo e così descrive questa casa appena rimessa a posto con alte boiserie: "tutto l'appartamento è di una così elegante comodità, il buffet così fino e così lauto e così dottamente parigino che gli invitati possono in verità passare tre o quattro ore deliziosissime in una varietà di sensazioni straordinaria". Da Primoli si possono trovare "un romanziere ricercatissimo, una signorina che voi amate, un signore che voi odiate, l'aristocrazia del sangue e quella dell'ingegno".

 

giuseppe primoli nella galleria di palazzo colonnagiuseppe primoli nella galleria di palazzo colonna

Primoli fotografa la società come un Proust dotato di teleobiettivo o grandangolo, e senza neanche la fatica di dover fare scalate sociali perché è già al top: dunque ritratti dei più araldici, tableaux vivants in cui talvolta compare lui stesso; banchetti e gente che mangia, come foto d'Umberto Pizzi; e la Roma Umbertina alle prese coi nuovi reali piemontesi, le mega speculazioni edilizie, il nuovo ruolo di Capitale.

 

Tutto: funerali (quello di Umberto I), nozze reali (Vittorio Emanuele III con Elena del Montenegro), manifestazioni di piazza (il 1 maggio 1891), visite di sovrani stranieri, apertura della Legislatura alla Camera dei Deputati (con ampio baldacchino nero sull'entrata di Montecitorio, e carrozze, e corazzieri a cavallo, in epoche pre-Casta), e pecore, butteri, manifesti abusivi e bancarelle e mendicanti a piazza Navona, in una Roma già in pieno degrado, tipo sito Romafaschifo; e corse di cavalli (alle Capannelle) e cacce alle Volpi nelle tenute Grazioli dei futuri padroni di casa del Cav., e cene, banchetti, colazioni, parate, processioni, botteghe. Eleonora Duse e Sarah Bernhardt, massime attrici dell'epoca.

 

giuseppe primoli parata militare a piazza indipendenza napoligiuseppe primoli parata militare a piazza indipendenza napoligiuseppe primoli pastore con flautogiuseppe primoli pastore con flauto

Le foto, 9x9, sono appiccicate a dei "cartoni" che costituiscono le pagine del suo album. Sono frutto di passione, forse ossessione: come una Vivian Mayer gentilizia gira con le sue piccole macchine fotografiche seguito da un nugolo di servitori che gli porgono continue lastre (una foto, una lastra). "Strano tipo questo Primoli. E' amabile, bonaccione, piuttosto distinto. Ha la mania della fotografia" scrive il francese Romain Rolland. "Ha fotografato il Papa in giardino, tutto sbilenco, appoggiato a un bastone. La signora Carnot vista di spalle mentre scende dalla carrozza. L'Imperatrice di Germania in Campidoglio".

 

Dal palazzetto del Lungotevere, che oggi ospita anche il museo napoleonico, e dove abitò poi in magica locazione anche Mario Praz, Primoli guardava di fronte ai nuovi Prati di Castello deserti, e alle nuove speculazioni edilizie, le stesse che Emile Zola accusava nel suo "Roma", quelle in cui i Ludovisi sventrano la villa per cartolarizzare ;

 

e pure Leone XIII investe e perde del suo, in una città che nasce col core business del consumo di suolo; ma il conte fotografa tutto; tanti bambini, bambini ricchi e bambini poveri, cerimonie in Vaticano, il Papa che in sedia gestatoria vede Primoli si mette in posa, e incidenti come lo scoppio della Polveriera di Monteverde, e tutto è catalogato in questi grandi cartoni suddivisi in categorie: "Mercati"; "Esplorare argomenti", "Bambini", "celebrità", "Roma che se ne va".

giuseppe primoli buffalo bill a romagiuseppe primoli buffalo bill a roma

 

La capitale neonata, forse predestinata al Cafonal, tollerava il suo paparazzo gentilizio. Con macchine celate nel bavero della giacca riprende cardinali che si abbuffano. "Col suo ridicolo apparecchio ha due o tre volte fotografato al buffet i piccoli dolci e la gente che sbafava" scrive Rolland. Alla capitale neonata farsi foto piace comunque tantissimo.

 

 Nel 1889 la meglio società si riunisce nella "Associazione degli amici della fotografia in Roma", i Colonna, i Gaetani, i Pignatelli, tutti fotografi, in una mania da selfie collettivo. Nella prima mostra dell'associazione, la regina Margherita si trattiene nelle sale per più di un'ora, raccontano le cronache d'epoca. "In società, nei salotti, si sente improvvisamente un 'clic'" scrive Rolland. "Non c'è niente da fare", è arrivato Primoli. "Siamo, siete, tutti fotografati. Tout le monde est instantanisé". 

giuseppe primoligiuseppe primoligiuseppe  primoligiuseppe primoligiuseppe primoli   giuseppe primoli giuseppe primoli giuseppe primoli

 

giuseppe primoli sulla via ardeatinagiuseppe primoli sulla via ardeatinagiuseppe primoli ponte nomentanogiuseppe primoli ponte nomentano

 

giuseppe  primoli giuseppe primoli

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci giorgia meloni massimiliano fedriga luca zaia

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI HA GLI OCCHI PUNTATI SULLA TOSCANA! NELLA REGIONE ROSSA SARÀ CONFERMATO EUGENIO GIANI, MA ALLA DUCETTA INTERESSA SOLO REGISTRARE IL RISULTATO DELLA LEGA VANNACCIZZATA – SE IL GENERALE, CHE HA RIEMPITO LE LISTE DI SUOI FEDELISSIMI E SI È SPESO IN PRIMA PERSONA, OTTENESSE UN RISULTATO IMPORTANTE, LA SUA PRESA SULLA LEGA SAREBBE DEFINITIVA CON RIPERCUSSIONI SULLA COALIZIONE DI GOVERNO – INOLTRE ZAIA-FEDRIGA-FONTANA SONO PRONTI A UNA “SCISSIONE CONTROLLATA” DEL CARROCCIO, CREANDO DUE PARTITI FEDERATI SUL MODELLO DELLA CDU/CSU TEDESCA - PER LA MELONI SAREBBE UNA BELLA GATTA DA PELARE: SALVINI E VANNACCI POTREBBERO RUBARLE VOTI A DESTRA, E I GOVERNATORI IMPEDIRLE LA PRESA DI POTERE AL NORD...

matteo salvini luca zaia giorgia meloni orazio schillaci

FLASH! – L’”HUFFPOST” RIPORTA CHE SALVINI VUOL CONVINCERE LUCA ZAIA A PORTARE IL SUO 40% DI VOTI IN VENETO MA SENZA CHE IL SUO NOME BRILLI SUL SIMBOLO – PER ACCETTARE IL CANDIDATO LEGHISTA STEFANI, LA MELONA INSAZIABILE, PAUROSA CHE L’EX GOVERNATORE VENETO PORTI VIA TROPPI VOTI A FDI, L’HA POSTO COME CONDIZIONE A SALVINI – PER FAR INGOIARE IL ROSPONE, OCCORRE PERÒ CHE ZAIA OTTENGA UN INCARICO DI PESO NEL GOVERNO. IL MAGGIORE INDIZIATO A LASCIARGLI LA POLTRONA SAREBBE ORAZIO SCHILLACI, MINISTRO TECNICO IN QUOTA FDI, ENTRATO IN COLLISIONE CON I TANTI NO-VAX DELLA FIAMMA - AVVISATE QUEI GENI DI PALAZZO CHIGI CHE ZAIA SUI VACCINI LA PENSA ESATTAMENTE COME SCHILLACI…

monique veaute

NO-CAFONAL! – ARCO DI TRIONFO PER MONIQUE VEAUTE, QUELLA VISPA RAGAZZA FRANCESE CHE NEL 1984 GIUNSE A ROMA PER LAVORARE ALL’ACCADEMIA DI FRANCIA DI VILLA MEDICI - DA ABILISSIMA CATALIZZATRICE DI GENIALI E VISIONARIE REALTÀ ARTISTICHE INTERNAZIONALI, DETTE VITA A UN FESTIVAL CHE SCOSSE LO STATO DI INERZIA E DI AFASIA CULTURALE IN CUI ERA PIOMBATA ROMA DOPO L’ERA DI RENATO NICOLINI – L'ONORIFICENZA DI ''COMMANDEUR DE L'ORDRE DES ARTS ET DES LETTRES'' NON POTEVA NON ESSERE CONSEGNATA DALL’AMBASCIATORE FRANCESE SE NON A VILLA MEDICI, DOVE 40 ANNI FA TUTTO È NATO….

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...