ARRIVA! ARRIVA! MA QUANDO ARRIVA? - SONO GIORNI CHE SI PARLA DELLA FANTOMATICA “LETTERA DI ETIHAD” PER ALITALIA. CHE NON SARÀ COMUNQUE L’OFFERTA DEFINITIVA
Gianni Dragoni per “Il Sole 24 Ore”
La trattativa di Alitalia con Etihad Airways sta per affrontare il passaggio più delicato. Ma forse non è ancora il momento della svolta nel difficile negoziato tra Roma e Abu Dhabi.
Fonti vicine alla compagnia presieduta da Roberto Colaninno e ad ambienti ministeriali da qualche giorno danno come imminente l'arrivo da Abu Dhabi della lettera di risposta di Etihad all'ultima proposta inviata da Alitalia il 15 maggio.
Ieri si era sparsa la voce che «tra ieri e oggi» sarebbe potuta o potrebbe arrivare l'agognata lettera, così hanno riferito quasi tutte le agenzie di stampa citando anonime «fonti di governo». Lettere però fino a ieri sera all'Alitalia non ne erano arrivate. E nessuna fonte attendibile ha confermato che il postino suonerà oggi. Anzi, è possibile che trascorra ancora qualche giorno.
Il punto chiave però, come fanno notare fonti autorevoli, non è tanto la data di eventuali missive, ma quale sarà il contenuto dell'ipotizzata lettera di Etihad.
Nella migliore delle ipotesi, se cioè gli arabi accettassero quanto prospettato dall'Alitalia nell'ultima replica alle loro condizioni, ma restava una divergenza sui debiti finanziari (Etihad aveva chiesto la cancellazione di 560 milioni di debiti, le banche rinuncerebbero a un terzo di questa somma, mentre vorrebbero convertire in capitale gli altri due terzi), invierebbero una lettera d'intenti, una sorta di offerta preliminare: questo documento consentirebbe alle parti di sedersi al tavolo per la trattativa finale in esclusiva per stendere il contratto che dovrebbe portare all'ingresso di Etihad in Alitalia con poco meno del 50%, un lavoro complesso che richiedebbe ancora almeno un mese.
Ma il vettore degli Emirati Arabi potrebbe anche non essere soddisfatto in pieno delle risposte di Alitalia. Fonti in contatto con Etihad hanno riferito al Sole 24 Ore che non vi sarebbero ancora le condizioni per un sì del vettore emiratino. In questo caso, il contenuto dell'eventuale lettera attesa a Roma non sarebbe rassicurante per Alitalia. Oppure sarebbe solo un documento intermedio, tipo una bozza di lettera d'intenti.
Ieri sera molti degli entusiasmi che si erano accesi durante la giornata apparivano ridimensionati. «Sono trattative molto delicate, aspettiamo, vediamo», ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. «Siamo in attesa di una comunicazione formale, ci sono diverse voci per cui ci sarebbe una decisione positiva ma non abbiamo ricevuto ancora alcuna comunicazione», aveva detto ieri mattina Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, la banca che è il terzo azionista di Alitalia (con il 12,99%) e la seconda per volume di crediti, dopo Intesa Sanpaolo che è il primo azionista (con il 20,59%). Carlo Messina, a.d. di Intesa, era apparso più prudente: «Non ho evidenza del ricevimento di una lettera da Etihad per Alitalia». Alla domanda se si sia alla stretta finale, Messina ha risposto: «Siamo nella fase in cui Etihad dichiarerà le sue aspettative».
I tempi si fanno stringenti per Alitalia, che ha rimandato l'approvazione del bilancio 2013 alla fine di giugno, ma non può aspettare ancora più di qualche settimana. Nel bilancio è già stimata una perdita gestionale di oltre 300 milioni. Ma potrebbero esserci ulteriori oneri straordinari e svalutazioni legati alla tecnica dell'accordo ipotizzato con Etihad, se si dovesse creare una nuova compagnia per separare il contenzioso del passato dei Capitani coraggiosi dal futuro targato Etihad. Il cda di bilancio è previsto intorno a metà giugno. Quello sembra l'ultimo termine per la sofferente Alitalia per aspettare le mosse degli emiratini.