BRAND E PORTA A CASA IL MONDIALE - L’ALTRA SFIDA CHE SI GIOCA IN BRASILE E’ QUELLA TRA ADIDAS E NIKE: LA “COPPA ECONOMICA” VALE 100 MILIONI DI EURO

La Adidas finirà con il vendere 8milioni di magliette legate alla competizione brasiliana, cioè 1 milione e mezzo in più rispetto al Sudafrica del 2010 ma i morsi di Suarez sono un bel danno d’immagine - La grande occasione per la Nike è soprattutto legata al successo del “soccer” negli Stati Uniti…

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Arturo Zampaglione per “Affari&Finanza - la Repubblica

 

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“Siamo chiaramente il numero uno del calcio globale”, esulta Herbert Hainer, ceo della Adidas, la multinazionale tedesca di abbigliamento e attrezzature sportive. Secondo Hainer, infatti, che non ha badato a spese per vincere la “coppa economica” del campionato del mondo (si parla di 100 milioni di dollari), la Adidas finirà con il vendere 8milioni di magliette legate alla competizione brasiliana, cioè 1 milione e mezzo in più rispetto al Sudafrica del 2010, e soprattutto con il raggiungere nell’anno in corso i 2,7 miliardi di dollari di fatturato nelle attività calcistiche.

 

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Al di là del trionfalismo dell’Adidas, è però ancora presto per decretare il vincitore della sfida economica: innanzitutto a causa di un morso, quello dell’uruguayano Luis Suarez sulla spalla dell’italiano Giorgio Chiellini; e poi soprattutto dell’insolito e massiccio interesse manifestato per la “World cup” dal pubblico degli Stati Uniti. Che c’entrano queste due vicende? Potrebbero aprire nuove prospettive per Mark Parker, capo della Nike e rivale americano di Hainer.

 

La Nike è entrata nel 1994, cioè con molto ritardo, nel business del calcio, ma facendo leva sui suoi mezzi economici, sulla posizione di leader nel settore sportivo e sulle dimensioni del mercato americano, ha l’ambizione di superare l’Adidas anche nel pallone. Cominciamo dal morso di Suarez.

 

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Finora il campione uruguayano era ritratto negli spot con le scarpe Adidas ai piedi e la bocca sempre aperta: quella bocca rischia ora di essere controproducente in termini di immagine perché associata alle ironie e alle punizioni per il morso durante la partita che ha mandato a casa la nazionale italiana. Insomma, una pessima pubblicità per la Adidas, che ha anche messo le tre strisce del suo logo ai piedi dei giocatori di Germania, Argentina (e Spagna).

 

Ma la grande occasione per la Nike è soprattutto legata alla scoperta del “soccer” negli Stati Uniti. La partita tra la nazionale americana e quella portoghese è stata vista da 24,7 milioni di spettatori al di là dell’Atlantico, battendo ogni record. I dati definitivi sull’audience del match decisivo, quello di giovedì scorso contro la Germania, dovrebbero corroborare questo trend, aprendo nuove prospettive alla Nike, le cui quotazioni a Wall Street si sono da poco risvegliate, avvicinandosi al massimo di 80 dollari e soprattutto alimentando l’interesse degli analisti.

 

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Non solo: anche i dati trimestrali annunciati da Hainer la settimana scorsa sembrano puntare a una forte crescita nel settore calcistico. Di qui l’acuirsi della sfida dei due colossi, che hanno rispettivamente 67 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa (Nike) e 21 miliardi (Adidas), e che sui campi di calcio continueranno a competere a lungo. 

 

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