volkswagen

LA CADUTA DEGLI DEI A GASOLIO - LE RAGIONI DELL'IMPAZZIMENTO DI FRONTE ALLO SCANDALO VOLKSWAGEN - CERTO, C'E' IL DANNO ALLA NOSTRA SALUTE MA BEN RICOMPENSATO NEL VEDERE LA GERMANIA DELLA KAISER MERKEL IN GINOCCHIO - "QUATTRORUOTE": “ESISTONO EPISODI PIÙ GRAVI, SE NON FOSSERO STATI TEDESCHI SAREBBE STATO DIVERSO”

Michele Masneri per “il Foglio”

VOLKSWAGEN MOTORE PULITO TRUFFAVOLKSWAGEN MOTORE PULITO TRUFFA

 

A voler cercare dei presagi, il salone dell' auto di Francoforte quest' anno si era aperto con segnali inquietanti. Ecco l' amministratore delegato di Bmw, Harald Krueger, colto da coccolone, svenuto sul palco.

 

Poi la stizzita risposta dei tedeschi allo spauracchio globale dell' auto, quello di Google e Apple pronte a intervenire nel settore. "Non diventeremo un iPhone a quattro ruote", aveva detto il numero uno di Volkswagen Martin Winterkorn. Poco prima del Diesel -Gate che l' avrebbe travolto.
 

MERKEL E WINTERKOM 02MERKEL E WINTERKOM 02

C' è una puntata nella seconda stagione del cartone americano Simpson ("Oh, fratello, dove sei") in cui Homer scopre di avere un fratello che è un potentissimo magnate dell' industria automobilistica, e dunque inopinatamente progetta un modello di auto destinata al consumatore medio del mercato americano (naturalmente l' auto è un fallimento e la casa automobilistica va venduta a un giapponese).

winterkorn merkel in cinawinterkorn merkel in cina

 

Come il cartone inventato da Matt Groening, anche il Diesel Gate ha implicazioni abbastanza sociologiche: non riguarda solo il mercato dell' auto ma è uno spaccato un po' sociologico del mondo globale 2015, tra cialtroneria internettiana, profezie che si autoavverano, informazione irrazionale.

 

MUELLER AD VOLKSWAGEN -Web-NazionaleMUELLER AD VOLKSWAGEN -Web-Nazionale

"Domenica 27 settembre il Corriere della Sera in prima pagina scriveva di 40.000 auto bloccate sui piazzali Volkswagen in Italia", dice al Foglio il direttore di Quattroruote, Gian Luca Pellegrini. "E' una cifra assurda, non ci sono tante auto in tutti i concessionari d' Italia messi insieme".

 

MERKELMERKEL

Ma è solo una delle tante informazioni sconclusionate che circolano in questi giorni. Per esempio, "il coinvolgimento di Bmw: è bastata una voce nei giorni scorsi che anche la casa di Monaco avesse gli stessi problemi, e il titolo ha perso l' 8 per cento in Borsa. Poi naturalmente non era vero niente. C' è una disinformazione totale, tanto che ormai la gente pensa: 'oddio, se mi fermano con la mia Golf, me la sequestreranno'".
 

merkel come madre teresa di calcuttamerkel come madre teresa di calcutta

Ma ad essere surreali sono soprattutto le famose emissioni da cui origina il caso.
Volkswagen avrebbe infatti installato una centralina che modifica non il tremendo Co2, ma il "banale" NOx, l' ossido di azoto, che è quel gas che si sprigiona quando si mette sul fuoco una pentola. "Tecnicamente non è un inquinante, è classificato come un irritante", dice sempre Pellegrini. "Volkswagen si ritroverebbe dunque a pagare la più alta sanzione nella storia dell' automobile senza aver causato neanche un incidente" ma per un' arietta oltre i limiti.

 

ELLEKAPPA - VOLKSWAGEN ELLEKAPPA - VOLKSWAGEN

"E' chiaro: hanno mentito e devono pagare caro", dice il direttore di Quattroruote, "ma nella storia ci sono state cause di cui non avete mai sentito parlare, che hanno fatto morti e feriti: nel 20002001 venne fuori che i difetti delle gomme di alcune auto Ford causarono almeno duecento morti: la vicenda ha portato risarcimenti per soli 3 miliardi di dollari; Toyota nel 2012 pagò 1,2 miliardi di dollari per richiamare alcune sue auto che ave vano un difetto al pedale dell' acceleratore (due morti); mentre almeno 56 morti sarebbero stati causati da un problema all' iniezione di alcuni modelli General Motors, con risarcimenti da soli 900 milioni di dollari".

 

Invece - pare - il più grande risarcimento della storia dell' automobile sarà ricordato per un caso in cui non si è fatto - né si farà - male nessuno.
 

 VOLKSWAGEN VOLKSWAGEN

L' altra surrealtà riguarda poi il senso degli Stati Uniti per il Diesel. In un paese popolato da suv-umani a otto cilindri benzina, il gasolio è una specie di fobia. "Qui la maggior parte delle auto sono pick-up, consumano un botto, ma sono considerati come camion, dunque non devono neanche sottostare alle normative per le auto.

 

Non devono superare i crash test, le prove di urto coi pedoni, non rispondono alle norme sulla sicurezza". I suv-umani "odiano il diesel perché hanno i ricordi di Los Angeles con la cappa di inquinamento dei vecchi motori a gasolio puzzolenti prima dei catalizzatori. E non è un caso che la California è lo stato al mondo che ha le restrizioni più alte". E che proprio da lì è nato il caso Vw".
 

MATTHIAS MUELLER VOLKSWAGENMATTHIAS MUELLER VOLKSWAGEN

Il caso poi fa il resto: c' è un tedesco ossessionato dai gas di scarico che si chiama Peter Mock, è il capo di una Ong che si chiama International Council on Clean Transportation, si batte per rendere più ecologici i mezzi di trasporto (sembra davvero un personaggio di Freedom, il penultimo romanzo di Franzen). l' Icct, con sedi a Washington, Pechino e Bruxelles, campa con finanziamenti privati, tra cui alcuni eredi della Hp (computer, stampanti) e della Climateworks, una ong nel cui board siede anche John Podesta, boss della campagna di Hillary Clinton.
 

MATTHIAS MUELLER VOLKSWAGENMATTHIAS MUELLER VOLKSWAGEN

Mock, appassionato del tema, ha condotto uno studio in cui si sottolinea "il gap tra i consumi reali e in test di laboratorio sulle auto in Europa". Ex dipendente della divisione ambiente della Mercedes, ha scoperto nel 2013 che alcuni veicoli Vw producevano gas di scarico molto più alti che nei test. Segnala dunque il problema all' Agenzia per l' ambiente della California (Epa, Environmental Protection Agency) che apre un' indagine e nel frattempo notifica alla Volkswagen il problema.
 

Siamo a maggio 2014. "La Volkswagen in un anno ha aspettato, ha scritto solo una lettera ai propri clienti in California dicendo: la prossima volta che passate in officina fate dare un' occhiata al motore", dice sempre Pellegrini. E qui entriamo nella lettura psicanalitica del Diesel -Gate.
 

"Io mi sono stupito di questo comportamento. Ma il problema dei tedeschi è che nell' emergenza si paralizzano". Così, la settimana scorsa, il dramma. Prima l' amministratore delegato della Volkswagen (poi dimissionario), Martin Winterkorn, esce con un video in cui ammette tutto: sì, è vero, siamo colpevoli, abbiamo tradito la fiducia dei clienti (messaggio non richiesto, le accuse erano generiche). "Poi per 48 ore poi non hanno detto più nulla. Martedì quando il titolo ha perso oltre il 30 per cento c' è stato un ulteriore messaggio, "sì è vero, abbiamo sbagliato", e il titolo ha perso un altro 8 per cento. "Poi ancora un altro messaggio" dice Pellegrini. Poi di nuovo silenzio, poi giovedì Winterkorn ha dato le dimissioni".
 

Siamo in un' altra puntata dei Simpson, "La paura fa Novanta, V": l' amico tedesco di Bart, Uter, viene macinato e trasformato in wurstel mentre la scuola di Springfield viene trasformata in una sorta di Oktoberfest bavarese. Pare un po' il destino della casa tedesca (tra l' altro nella realtà a Wolfsburg, cittadella Volkswagen in Bassa Sassonia, è in azione fin dai tempi hitleriani una pregiata fabbrica di wurstel, che non serve solo la mensa aziendale ma vende anche all' esterno).
 

volkswagen volkswagen

"Il problema, enorme, lo sanno tutti, è quello dei test", continua il direttore di Quattroruote. "I test sono fuorvianti, le legislazioni ambigue. Da sempre le case automobilistiche dichiarano valori che non sono mai reali, sono i cosiddetti valori di omologazione. Per farli, le macchine vengono sigillate, l' aria condizionata spenta, vengono montate ruote più strette, eccetera. Infatti Quattroruote, da sempre, pubblica il dato omologato e poi quello che testiamo su strada nel nostro centro prove".
 

Però qui è diverso. Stavolta Volkswagen ha barato."Non c' è dubbio, è una truffa, e però non si capisce perché l' abbiano fatta.
Gli Stati Uniti per Volkswagen sono marginali rispetto ad altri paesi come l' Europa o la Cina. Il mercato del diesel negli Stati Uniti oltretutto vale sì e no il 2 per cento dell' intero settore. Non li compra nessuno i diesel in America". Perché l' hanno fatto, allora? "Me lo chiedo anch' io. Perché un gruppo globale con una reputazione consolidata rischia di soccombere per dei guadagni totalmente irrisori?".
 

La tentazione della götterdämmerung, la caduta degli dei, e di altre metafore wagneriane di ambiente boscaiolo è facile.

 

volkswagenvolkswagen

Leadership riluttante? Classico connubio psicanalitico di grandiosità e tentazioni masochistiche, in risposta anche ad aspettative mortifere? "Io non ho mai visto tanto astio e tanta pubblicità per un caso del genere", sempre Pellegrini. "Mi colpisce l' eco mediatica sproporzionata all' effettivo danno ambientale, cresciuta fino alla psicosi. Se non fossero stati tedeschi sarebbe stato diverso".
 

La caduta degli dei a gasolio corrisponde infatti a tanta soddisfazione all' esterno; c' è molto entusiasmo infatti in questi giorni da parte di un Sud Europa smandrappato, tanti Pigs che finalmente possono esultare. Anche perché Volkswagen ovvero, per la proprietà transitiva, la Germania, viene punita (finalmente) anche dalla Bce. Un sogno, per i reietti dell' Eurozona.
 

volkswagen    volkswagen

"Le obbligazioni della Vw erano considerate talmente sicure da essere inserite nel paniere che la Banca centrale compra sul mercato, nel piano da 60 miliardi di euro annunciato da Draghi l' anno scorso per sostenere l' economia" dice Pellegrini.


"Come risultato del Diesel -Gate, Draghi per prima cosa ha escluso i bond della casa automobilistica, con la conseguenza che d' ora in poi Vw per trovare creditori dovrà pagare tassi più alti; questi tassi verranno trasferiti sui clienti; finiranno i tassi zero che i clienti Vw potevano avere sulle rate".

 

Contro questi tassi, produttori meno virtuosi protestavano molto. Ora però tutti tirano un sospiro. "La debolezza della Germania che non innova più", titolava un quotidiano italiano nei giorni scorsi. E un' esimia economista: "il Diesel Gate è frutto del neoliberismo!". Il buco dell' azoto è vivo e lotta insieme a noi.

DRAGHI SCHAUBLE   4280-a789-2fddfc41b407DRAGHI SCHAUBLE 4280-a789-2fddfc41b407martin winterkorn   amministratore delegato volkswagenmartin winterkorn amministratore delegato volkswagenimpianti di produzione volkswagenimpianti di produzione volkswagencatena di montaggio volkswagencatena di montaggio volkswagen

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump - immagine creata con grok

DAGOREPORT – CHE FINE HA FATTO IL FANTOMATICO "PONTE" CHE MELONI SOGNAVA DI CREARE TRA USA E UE? PRIMA DEL VERTICE BY MACRON, LA DUCETTA AVREBBE AVUTO LA TENTAZIONE DI CHIAMARE TRUMP, MA POI CI HA RIPENSATO. PERSINO LEI HA CAPITO CHE DALL'"IMPERATORE DEL CAOS" AVREBBE RICEVUTO SOLO ORDINI, VISTO CHE CONSIDERA I PAESI EUROPEI SOLO DEI VASSALLI - DAVANTI A UN PRESIDENTE AUTORITARIO CHE DIFFONDE MENZOGNE E RIBALTA LA REALTÀ (“ZELENSKY È UN DITTATORE MAI ELETTO. L’UCRAINA NON DOVEVA INIZIARE LA GUERRA. L'EUROPA HA FALLITO”), SIAMO SICURI CHE L’ANTIPATICO GALLETTO FRANCESE MACRON E L’EUROPA MATRIGNA (CHE COMPRA BTP E DA' 209 MILIARDI DI PNRR) SIANO PEGGIO DI UN INAFFIDABILE AFFARISTA TRAVESTITO DA PRESIDENTE?

donald trump bin salman zelensky putin xi jinping

DAGOREPORT - CHE COSA FRULLA NEL CAPOCCIONE DI DONALD TRUMP? QUAL E' IL SUO PIANO PER UN NUOVO ORDINE MONDIALE, A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA? - L'AFFARISTA FATTOSI PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI È CONVINTO CHE RILEGITTIMANDO LA RUSSIA DI PUTIN COME POTENZA MONDIALE, MOSCA SI SLEGHI DALL’ABBRACCIO COL SUO NEMICO N°1, LA CINA, E MOLLI L’IRAN AL SUO FATAL DESTINO - MA IL TRUMPONE LA FA TROPPO FACILE, AL PUNTO DA PROVOCARE PERPLESSITÀ IN UN ALLEATO DI FERRO COME IL SAUDITA MOHAMMED BIN SALMAN (NON E' UN CASO CHE RIAD OSPITI IL VERTICE PER LA PACE IN UCRAINA, ANZICHE' NELLA NEUTRALE SVIZZERA) – IL DIALOGO IMMAGINARIO TRA IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA E “THE DONALD” E TUTTE LE VARIABILI CHE TRUMP NON PRENDE IN CONSIDERAZIONE: DALLA REAZIONE CINESE ALLA DEPORTAZIONE DI DUE MILIONI DI PALESTINESI, DALLE SPACCATURE NELL’ISLAM A TAIWAN, PASSANDO PER L'EUROPA...

mediaset matteo salvini marina berlusconi piersilvio giorgia meloni paolo del debbio mario giordano nicola porro

DAGOREPORT – MATTEO SALVINI ATTACCA MARINA BERLUSCONI, REA DI AVER LIQUIDATO TRUMP COME "BULLO", PERCHÉ A MEDIASET NON SE LO FILANO PIÙ: IL CLUB DEGLI ''AMICI DI GIORGIA'' (PORRO-DEL DEBBIO-GIORDANO, CAPITANATO DA SALLUSTI) LO HA ESTROMESSO DAI TALK DI RETE4 – L’INTERVISTA RILASCIATA DALLA CAVALIERA AL ''FOGLIO'' È UN MANIFESTO PER LA FORZA ITALIA GUIDATA DALL'INETTO TAJANI, MARCANDO COSI' LA SUA DISTANZA DA MELONI. E ANCHE DA CHI IN MEDIASET, SUONA OGNI SERA LA GRANCASSA ALLA DUCETTA (E INFATTI LE PAROLE DELLA FIGLIA PREDILETTA DI SILVIO BERLUSCONI HANNO INDISPETTITO IL POCO CORAGGIOSO PIER SILVIO…)

giorgia meloni vertice parigi eliseo emmanuel macron

DAGOREPORT- PER CAPIRE COSA È SUCCESSO AL VERTICE PARIGINO DI MACRON, BASTA VEDERE IL VOLTO INGRUGNITO DI GIORGIA MELONI - PER DARE UN SEGNALE A TRUMP DEL SUO STATO D’ANIMO ALLA ‘’CONVOCAZIONE’’ DEL PRESIDENTE FRANCESE, È ARRIVATA ALL’APPUNTAMENTO CON UN’ORA DI RITARDO, PER POI PRODURSI IN UNA FIGURA BARBINA QUANDO HA AFFERMATO DI NON ESSERE D’ACCORDO SULL’IDEA DI PROPORRE UNA VIA EUROPEA AL CESSATE IL FUOCO IN UCRAINA: L’UNIONE DA SOLA NON VA DA NESSUNA PARTE, QUINDI OCCORRE ‘’RAGIONARE’’ CON TRUMP. A QUEL PUNTO, LA PREMIER MUSK-ERATA SI È RITROVATA ISOLATA, CON I PRESENTI CHE IN CORO LE HANNO FATTO PRESENTE CHE, FINO A PROVA CONTRARIA, È IL PRESIDENTE AMERICANO CHE NON INTENDE “RAGIONARE” CON L'EUROPA (VEDI LE TRATTATIVE RUSSIA-USA IN CORSO A RIAD...)

giorgia meloni donald trump emmanuel macron

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI NON AVEVA ALCUNA VOGLIA DI VOLARE A PARIGI AL VERTICE ORGANIZZATO DA MACRON PER L’UCRAINA (E SI VEDEVA), MA HA DOVUTO ABBOZZARE – IL TOYBOY DELL’ELISEO HA APPARECCHIATO UN TAVOLO CON TUTTI I PRINCIPALI LEADER EUROPEI (PIÙ IL BRITANNICO STARMER, PRIMO CONTRIBUTORE DI KIEV, DOPO GLI USA) E LA DUCETTA NON POTEVA DISERTARE – A CONVINCERLA È STATO ANCHE IL PRESSING DELLA "FIAMMA MAGICA", CHE LE HA FATTO NOTARE CHE NON PRESENZIARE L’AVREBBE ISOLATA COMPLETAMENTE. MEGLIO PARTECIPARE, E MARCARE LA PROPRIA DISTANZA AGENDO COME “DISTURBATRICE” TRUMPIANA. E COSÌ È STATO – IL PIANO DI TRUMP: RIAVVICINARE PUTIN ALL’ORBITA EURO-ATLANTICA PER LASCIARE SOLO XI JINPING...