CALIFORNIA DREAMIN’ – DOVE E’ FINITO IL SUPER RICERCATO PRESIDENTE DEL CONSORZIO VENEZIA NUOVA, MAZZACURATI? SI SOLLAZZA DALLE FATICHE DI CONSEGNARE MAZZETTE SULLA COSTA DI SAN DIEGO

Andrea Pasqualetto per il "Corriere della Sera"

 

giovanni mazzacurati 2giovanni mazzacurati 2

Lo davano a Los Angeles, a New York, a Parigi. «Si sta curando». «No, sta fuggendo». Il lungo silenzio era sospetto e così intorno a Giovanni Mazzacurati è cresciuta l’idea dell’uomo furbo e scaltro che si sta godendo i milioni del Mose in qualche angolo bello della Terra. E in effetti la cittadina oceanica di La Jolla brutta non è con le sue dolci colline, le mille curate villette e il Pacifico che schiumeggia sotto un cielo così azzurro da sembrare lavato a secchiate.

 

Eccolo, dunque, il rifugio del Presidentissimo del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), l’eminenza grigia che sta facendo tremare i potenti della laguna con la chilometrica confessione delle tangenti versate per anni in nome della più imponente e costosa creatura artificiale del mare, il Mose.

 

Alla vigilia dello scandalo, dopo aver fatto nomi cognomi e cifre ed essersi così guadagnato la libertà, l’ottantaduenne ingegner Mazzacurati ha salutato l’Italia ed è venuto in questa quieta località di frontiera sulla costa californiana di San Diego, a una cinquantina di chilometri dal confine messicano. Una scelta, come dire, naturale: casa confortevole su due piani, giardino verdeggiante, clima mite e distanza rassicurante da Venezia e dalle sue acque diventate di colpo ostili e limacciose.

 

mazzacurati giovannimazzacurati giovanni

Il campanello accanto al portone d’ingresso è minuscolo ma rompe di colpo il silenzio. Dal terrazzo si affaccia stupita una signora bionda che cerca di focalizzare l’anomala presenza. È Rosangela Taddei, la moglie di Mazzacurati, da un mesetto ribattezzata lady Mose perché il suo nome spunta spesso fra le pagine dell’inchiesta che comunque non la vede indagata.

 

giovanni mazzacurati giovanni mazzacurati

«Nooo, anche qui!», scuote la testa quando capisce che non è il postino. «Come hai avuto questo indirizzo?», chiede preoccupata in un curioso italocaliforniano. Poi si calma e un po’ racconta: «È un momento molto difficile per noi, siamo stati colpiti da varie vicende e abbiamo entrambi dei problemi di salute. Lui deve andare all’ospedale, io ho un dolore intenso qui, al braccio, non riesco nemmeno a muoverlo».

 

La signora sembra sofferente ma determinata a difendere la posizione: «Anche se ci sta crollando il mondo addosso, anche se ci attaccano, penso che sia il caso di dare la parola alla giustizia». E il marito? «In questi giorni lasciatelo stare per favore, non sta affatto bene. Siamo messi così, io ho difficoltà anche a fare le scale». Il supertestimone, che gli ex amici chiamano oggi grande burattinaio, fa la spola con San Diego, dove c’è l’ospedale e dove ci sono Mark e Maria Elettra Snow, figli di prime nozze della moglie che è americana. Dopo aver collaborato a lungo con i magistrati, ha deciso di cucirsi la bocca per non infastidirli troppo, visto che hanno in mano il suo destino.

giovanni mazzacurati 3giovanni mazzacurati 3

 

Al momento gli è andata benissimo: nonostante la grande corruzione si ritrova libero in questo piccolo paradiso, senza vincoli di sorta o beni sequestrati. Un privilegio che sta facendo venire qualche mal di pancia a Venezia, attraversata da una sorta di pensiero unico sul suo conto: «Questo corrompe, devasta una città, poi confessa e se ne va in vacanza all’estero, comodo così».

 

Non è esatto: c’è il privilegio, è vero, ma c’è anche l’incertezza. Mazzacurati è indagato, potrebbe essere processato, condannato ed estradato, sempre che non riesca a chiudere la partita in anticipo scendendo a patti con gli inquirenti e restituendo il maltolto, che poi è il suo primo obiettivo. Per questo non vuole parlare ufficialmente.

 

Ma in privato non fa mistero delle sue idee: dice che era il sistema a stimolare le mazzette, dice che per rispettare i tempi del Mose bisognava agire così, pagare tutti, dice che non è il Mose ad essere malato ma l’Italia. Un sistema onnivoro. «All’onorevole Milanese 500 mila... — ha scritto di suo pugno — al candidato sindaco Orsoni 4/500 mila... al generale Spaziante 500 mila... all’ex ministro Matteoli contanti per le campagne elettorali... al Magistrato alle acque 200 mila ogni sei mesi... al magistrato della Corte dei Conti 150-00 mila due volte l’anno…».

 

mazzacurati soldi 130716172649 bigmazzacurati soldi 130716172649 big

E avanti così, per decine di nomi e milioni di euro. Un terremoto. Rispetto al quale passano quasi in secondo piano i favori familiari del Cvn, dove la moglie e i figli sono pur presenti. Elena che chiede un anticipo, le cartelle di Carlo, l’impianto di climatizzazione, la casa di Piazza di Spagna che i coniugi avrebbero voluto prendere «mescolando dentro il Consorzio».

 

Un quadro nel quale sembra rientrare anche la villa di La Jolla. Di proprietà della signora Taddei, sarebbe stata considerata per anni una sorta di base-foresteria californiana del Consorzio e come tale beneficiaria di un affitto. Naturalmente a spese del Cvn che, è bene ricordarlo, lavora con fondi pubblici ministeriali (5,4 miliardi solo il Mose).

 

La piccola La Jolla di Rosangela Taddei, distante un oceano e due continenti da San Marco, era diventata un punto di riferimento del Consorzio già nel 2005, quando una parte dei denari riservati alla tutela della città lagunare fu destinata a un progetto con il locale centro di ricerca, lo «Scripps institution of Oceanography», che sorge sul mare a una manciata di miglia dalla villa di famiglia.

 

Oggetto del lavoro? «La determinazione sperimentale degli effetti del riutilizzo dei più diffusi sedimenti marini». I maligni sorridono: progetto inutile. Venne promosso in grande stile dal Ministero delle Infrastrutture attraverso il Magistrato alle acque, cioè quella Maria Giovanna Piva alla quale Mazzacurati giura di aver versato uno stipendio in nero per anni.

VENEZIA CANTIERI DEL MOSE VENEZIA CANTIERI DEL MOSE

 

Nel frattempo è arrivato Mark, il figlio della Taddei, che scende dal Suv con un balzo . «Lui parla solo americano», avverte la signora. Yes, pleasure, bye , sorride e va. Mark ha i pantaloni corti, esce scalzo e vive di corsa. «Non conosco questa vicenda — dice al volo — so solo che l’ingegnere e mia madre non stanno bene. Io non so nulla dell’Italia, give me your address, bye ».

 

Lui ha fretta e il cagnolino, Jewel, s’arrabbia e abbaia. Jewel, gioiello, come viene anche chiamata La Jolla. Un tempo era terra di cercatori d’oro, avventurieri che devono aver partorito una generazione di uomini in bermuda e infradito, a giudicare da quel che si vede. Gente un po’ foolish ma aperta, sorridente e fantasiosa. I Mazzacurati ne sono circondati.

 

mose veneziamose venezia

Di fronte alla villa c’è un pastore di anime, padre Adam Stadtmiller, che ha creato una nuova chiesa cristiana. «Non abbiamo ancora un nome — spiega il “sacrestano” Dave Peterson —. Siamo un po’ battisti e aspettiamo nuovi fedeli, anche il signor Mazzacurati che non ho ancora conosciuto». Questo però non è il periodo giusto: il Presidentissimo sta facendo la valigia perché gli scade il visto dei tre mesi e dunque deve lasciare gli States. Non sarà un addio. Il suo desiderio è scritto: punta a fare il californiano nel buen retiro di San Diego. 

 

Carlo Nordio Carlo Nordio

Ultimi Dagoreport

marina paolo berlusconi antonio tajani ursula von der leyen antonio angelucci

DAGOREPORT – GETTATA DALLO SCIROCCATO TRUMP NEL CESTINO DELL'IRRILEVANZA, MELONI ARRANCA IMPOTENTE, E SI SPACCA PURE LA FAMIGLIA BERLUSCONI: ALL’EUROPEISTA MARINA SI CONTRAPPONE IL TRUMPIANO ZIO PAOLO (TRA I DUE C’È STATO UN BOTTA E RISPOSTA TELEFONICO CON CAZZIATONE DELLA NIPOTINA: MA TU, CHI RAPPRESENTI?) – UNICO MINISTRO DEGLI ESTERI EUROPEO AD ESSERE IGNORATO DAL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO MARCO RUBIO, TAJANI E' IMPOTENTE DAVANTI ALLE SBANDATE ANTI-UE DI SALVINI (IN COMPAGNIA DI MARINE LE PEN) E AL CAMALEONTISMO-BOOMERANG DELLA ''GIORGIA DEI DUE MONDI", FINITA "ESPULSA'' DALL'ASSE MACRON-MERZ-TUSK – E QUANDO RICICCIA LA QUESTIONE DEL MES (L'ITALIA E' L'UNICO DEI 27 PAESI EU CHE NON L'HA RATIFICATO), SI APRE UNA NUOVA CREPA TRA FORZA ITALIA E LEGA – L’ASSALTO DI “LIBERO” E “TEMPO” A URSULA VON DER LEYEN (IL MELONIZZATO ANGELUCCI È TORNATO SALVINIANO?) - UNICA SODDISFAZIONE: FINCHE' L'ALTERNATIVA SI CHIAMA ELLY SCHLEIN, GIUSEPPE CONTE E FRATOIANNI-BONELLI, IL GOVERNO DUCIONI CAMPA TRANQUILLO...

donald trump - mohammed bin salman - netanyahu al jolani

DAGOREPORT - QATAR-A-LAGO! A GUIDARE LE SCELTE DI DONALD TRUMP, SONO SOLTANTO GLI AFFARI: CON IL TOUR TRA I PAESI DEL GOLFO PERSICO, IL TYCOON SFANCULA NETANYAHU E SI FA "COMPRARE" DA BIN SALMAN E AL-THANI – LA FINE DELLE SANZIONI ALLA SIRIA, LE TRATTATIVE DIRETTE CON HAMAS PER LA LIBERAZIONE DELL'OSTAGGIO ISRAELIANO, IL NEGOZIATO CON L’IRAN SUL NUCLEARE E GLI AIUTI UMANITARI USA A GAZA: ECCO COSA DARA' TRUMP AGLI STATI ARABI IN “CAMBIO” DEL FIUME DI PETROLDOLLARI IN DIREZIONE WASHINGTON - IL TYCOON MANIPOLA LA REALTÀ PER OCCULTARE IL FALLIMENTO DELLA POLITICA DEI DAZI: MA SE ENTRO IL 30 GIUGNO NON SI TROVA L'ACCORDO, L’UE È PRONTA ALLA RITORSIONE – APPUNTI PER LA DUCETTA: COME DIMOSTRA L’ISRAELIANO “BIBI”, SEDOTTO E ABBANDONATO, NON ESISTONO “SPECIAL RELATIONSHIP” CON IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO MA SOLO CIO' CHE GLI CONVIENE… - CIRCONDATO DA YES MEN E MILIARDARI IN PREDA AI DELIRI DELLA KETAMINA COME MUSK, A FAR RAGIONARE TRUMP È RIMASTO SOLO IL SEGRETARIO AL TESORO, SCOTT BESSENT...

andrea delmastro emanuele pozzolo

FRATELLI D'ITALIA HA ESPULSO EMANUELE POZZOLO! - IL PARLAMENTARE GIÀ SOSPESO DAL PARTITO, IMPUTATO PER PORTO ABUSIVO DI ARMI PER LA SPARO DEL CAPODANNO 2024, HA RACCONTATO A "REPORT" LA SUA VERITA’ SULLA VICENDA (PER POI FARE DIETROFRONT: "MAI DATO INTERVISTE, MI HANNO REGISTRATO") - POZZOLO HA CONTRADDETTO LE VERSIONI DEGLI ALTRI PARTECIPANTI ALLA FESTA, SOSTENENDO CHE DELMASTRO ERA PRESENTE AL MOMENTO DELLO SPARO - DONZELLI, CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA, AVEVA CONVOCATO IL DIRETTIVO DEL PARTITO CHE HA DECRETATO ALL'UNANIMITÀ L’ESPULSIONE DI POZZOLO...

pupi avati antonio tajani

DAGOREPORT! PUPI, CHIAGNE E FOTTI – ASCESE, CADUTE E AMBIZIONI SBAGLIATE DI PUPI AVATI, “CONSIGLIERE PER LE TEMATICHE AFFERENTI AL SETTORE DELLA CULTURA” DI ANTONIO TAJANI - IL REGISTA CHE AI DAVID HA TIRATO STOCCATE ALLA SOTTOSEGRETARIA AL MIC, LUCIA BORGONZONI, È LO STESSO CHE HA OTTENUTO DAL DICASTERO FONDI PER OLTRE 8 MILIONI DI EURO TRA IL 2017 E IL 2023 – L’IDEA DI UN MINISTERO DEL CINEMA AVALLATA DA TAJANI (“IL GOVERNO VALUTERÀ") PER TOGLIERE I QUASI 700 MILIONI DI EURO CHE IL MIC HA IN PANCIA PER PROMUOVERE, A SPESE DEI CITTADINI, IL CINEMA ITALICO – IL SEQUESTRO DEI BENI PER EVASIONE IVA DA 1,3 MILIONI CON L'INCREDIBILE REPLICA DI PUPI: “NON E’ UN BEL MOMENTO PER IL CINEMA ITALIANO...” - LA SUA SOCIETA', ‘’DUEA FILM’’, CHE DA VISURA PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI ROMA È IN REGIME DI CONCORDATO PREVENTIVO, DEVE A CINECITTÀ CIRCA 400 MILA EURO PER UTILIZZO DEGLI STUDI - L’86ENNE AVATI STA PER INIZIARE IL SUO 46ESIMO FILM (“NEL TEPORE DEL BALLO”) PER UN BUDGET DI 3,5 MILIONI CHE GODE GIÀ DI UN DOVIZIOSO FINANZIAMENTO DI RAI CINEMA DI UN MILIONE... – VIDEO

al thani bin salman zayed donald trump netanyahu saudita sauditi

DAGOREPORT – DOMANI TRUMP VOLA NEL GOLFO PERSICO, AD ATTENDERLO MILIARDI DI DOLLARI E UNA GRANA - PER CAPIRE QUANTI AFFARI SIANO IN BALLO, BASTA APRIRE IL PROGRAMMA DEL FORUM DI INVESTIMENTI USA-ARABIA SAUDITA. CI SARANNO TUTTI I BIG DELL’ECONOMIA USA: MUSK, ZUCKERBERG, ALTMAN, BLACKROCK, CITIGROUP, ETC. (OLTRE AL GENERO LOBBISTA DI TRUMP) - SAUDITI, EMIRATINI E QATARIOTI SONO PRONTI A FAR FELICE L'AMERICA "MAGA". MA PER INCASSARE LA CUCCAGNA, TRUMP QUALCOSA DEVE CONCEDERE: I REGNI MUSULMANI ARABI PERDEREBBERO LA FACCIA SENZA OTTENERE IL RICONOSCIMENTO DI UNO STATO PALESTINESE - L'INCONTRO DEI MINISTRI DEGLI ESTERI SAUDITA E IRANIANO PER UNA PACE TRA SCIITI E SUNNITI - PRESO PER IL NASO DA PUTIN SULL’UCRAINA E COSTRETTO DA XI JINPING A RINCULARE SUI DAZI, IL CALIGOLA DELLA CASA BIANCA HA DISPERATAMENTE BISOGNO DI UN SUCCESSO INTERNAZIONALE, ANCHE A COSTO DI FAR INGOIARE IL ROSPONE PALESTINESE A NETANYAHU…

starmer - zelensky - macron - tusk - merz - a kiev giorgia meloni fico putin

DAGOREPORT – DOVEVA ESSERE UNA “PONTIERA”, GIORGIA MELONI ORMAI È UNA “PORTIERA”. NEL SENSO CHE APRE E CHIUDE IL PORTONE AGLI OSPITI IN ARRIVO A PALAZZO CHIGI: L’ULTIMO CHE SAREBBE DOVUTO ARRIVARE TRA FRIZZI E LAZZI È ROBERT FICO, IL PREMIER SLOVACCO UNICO LEADER EUROPEO PRESENTE ALLA PARATA MILITARE, A MOSCA, SCAMBIANDOSI SMANCERIE CON PUTIN - PER NON PERDERE LA FACCIA, LA DUCETTA HA DOVUTO RIMANDARE LA VISITA DI FICO A ROMA AL 3 GIUGNO - QUESTI SONO I FATTI: L’AUTOPROCLAMATASI “PONTIERA”, TOLTA LA PROPAGANDA RILANCIATA DAI TROMBETTIERI DI ''PA-FAZZO'' CHIGI, NON CONTA NIENTE SULLO SCENA INTERNAZIONALE (LA PROVA? IL VIAGGIO DI MACRON, MERZ, STARMER E TUSK A KIEV E IL LORO ACCORDO CON TRUMP) - RUMORS: IL TEDESCO MERZ PERPLESSO SUL VIAGGIO IN ITALIA DI LUGLIO. E MELONI PUNTA A INTORTARLO DOMENICA ALLA MESSA DI INIZIO PONTIFICATO DI LEONE XIV, IN PIAZZA SAN PIETRO...