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CARTA NON CANTA, CI PENSA IL BANCOMAT: DALL'ANNO PROSSIMO SI POTRÀ USARE PER FARE ACQUISTI ONLINE (MA BISOGNA AVERE ATTIVATO L'HOME BANKING) - FUNZIONERÀ SOPRATTUTTO IN ITALIA, E SERVE A INCORAGGIARE CHI NON FA ACQUISTI PER PAURA DI TRUFFE

Rosaria Amato per “la Repubblica

 

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Il bancomat si smaterializza: da gennaio sarà possibile usare online anche la carta di pagamento più diffusa in Italia, mentre già nella scorsa estate si è conclusa una prima fase pilota per la verifica delle soluzioni contactless, che eseguono le transazioni in pochi istanti, non appena la carta viene accostata al Pos, grazie alla nuova tecnologia NFC (near field communication).

 

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I primi acquisti pagobancomat sul web sono partiti in questi giorni: li hanno effettuati i clienti delle banche che hanno partecipato come emittenti pilota al progetto del Consorzio Pagobancomat, e cioè Banca del Piemonte, Cassa di Risparmio di Asti, Cassa di Risparmio di Ravenna e Banca di Imola.

 

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Da gennaio qualunque banca e qualunque esercente commerciale potrà aderire al progetto (con una limitazione: il circuito Pagobancomat è italiano, dunque un operatore estero deve avere una convenzione con una banca italiana): la procedura si differenzia da quella standard delle carte di credito perché non si richiede la digitazione di alcun dato sensibile, ma si viene indirizzati al proprio sito di home banking.

 

coda al bancomatcoda al bancomat

Si tratta di un passo importante per lo sviluppo dei pagamenti elettronici in Italia: gli italiani, lo dicono i dati, si fidano di più di questa carta piuttosto che di quelle di credito. Infatti tra le oltre 90 milioni di carte di pagamento in circolazione al primo posto c’è il bancomat, con 36,3 milioni di pezzi, le carte di credito sono scese a 20 milioni, 22 milioni e mezzo sono le prepagate, e poi ce ne sono altri tipi come quelle emesse dalle Poste o quelle che permettono la rateizzazione.

 

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«Le utilizziamo poco - dice Sergio Moggia, direttore generale del Consorzio Bancomat - si contano 34-35 pagamenti annui pro capite a fronte di una media europea di 80, che però per alcuni Paesi particolarmente evoluti arriva a 130-140. Eppure la nostra rete di accettazione è imponente, al livello dei principali Paesi europei. Che ci sia una scarsa propensione ai pagamenti elettronici lo dimostra anche il numero di prelievi annui di contante registrato nei nostri sportelli Atm: nel 2014 sono stati 845 milioni».

 

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Infatti in Italia si effettua con monete e banconote un po’ più dell’80% delle transazioni. I pagamenti con il bancomat però crescono costantemente: nel primo semestre di quest’anno ne sono stati effettuati 625 milioni, con un aumento del 2% sul 2014: in testa l’abbigliamento con il 17%, poi gli alimentari, ma nella lista c’è un po’ di tutto, anche grazie alle sempre maggiori possibilità offerte dagli Atm, che permettono di acquistare in pochi minuti molti beni e servizi, dalle ricariche telefoniche ai biglietti del treno o del teatro al pagamento delle tasse universitarie.

 

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Il Consorzio Bancomat si sta muovendo però anche in direzione di quella che appare a tutti gli effetti la tecnologia del futuro, il mobile. «Sono fasi pilota che stiamo sviluppando. - spiega Moggia - Il mobile in particolare si avvia a diventare la prossima fase di evoluzione dei sistemi di pagamento con moneta elettronica. Certo, considerato che sulla nostra rete di 1.700.000 Pos solo 450.000, diffusi prevalentemente nella grande distribuzione, al momento accettano i pagamenti contactless, i margini di sviluppo sono ancora molto ampi».

 

LA CARTA DI CREDITO TI SBANCA LA CARTA DI CREDITO TI SBANCA

Secondo il report eFinance di Nielsen negli ultimi 12 mesi è aumentato dell’80% il numero degli italiani che fruiscono di servizi informativi e dispositivi via mobile. E secondo l’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano i pagamenti digitali nel 2014 sono cresciuti del 3,5% per un corrispettivo totale di 146 miliardi di euro. E se i “normali” pagamenti con carta di credito avanzano di appena l’1,6%, i new digital payment crescono del 20% e valgono il 12% del transato con carta, passando da 15 a 18 miliardi di euro.

 

 

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