1. PARTERRE
Da “Il Sole 24 Ore”
IL "SALUTO" DI BANKITALIA
Ultima visita di Bankitalia a UniCredit prima della Vigilanza unica: l'altroieri al cda ha preso parte il capo della Vigilanza, Carmelo Barbagallo, per leggere l'esito - positivo – dell'ispezione sui controlli interni e per ascoltare le contromisure ipotizzate dalla banca (come da tutte le altre) nel caso in cui dall'Aqr risultasse un gap di capitale. Alla fine, un saluto che sa di commiato: la prossima volta, il "mandante" sarà la Bce. (Ma.Fe.)
L'ARGENTINA PREPARA L'ASSEGNO PER GLI HEDGE
L'Argentina sembra pronta a "ballare" con i creditori ribelli: i negoziati sono ancora in corso, ma Buenos Aires secondo indiscrezioni sarebbe disposta a risarcire al 100% gli hedge fund statunitensi che avevano rifiutato lo scambio dei Tango bond in default con nuovi titoli "scontati". A staccare cioé un assegno, per saldare i conti compresi interessi e multe, da 1,65 miliardi di dollari in ottemperanza alla sentenza della giustizia newyorchese confermata dalla Corte Suprema.
Cristina Fernandez de Kirchner
Che sia davvero alle porte una conclusione senza più drammi della saga del debito argentina? Di sicuro i mercati mostrano ottimismo e il governo, che ha tempo per il compromesso fino a fine mese, ha fatto trapelare segnali incoraggianti. Gli ultimi sono stati riportati dal portale Infobae: il ministro dell'Economia Axel Kicillof avrebbe proposto al mediatore tra le parti, Daniel Pollack, una formula per pagare i fondi hedge e allo stesso tempo avere sufficienti risorse per evitare nuovi default tecnici sui titoli in portafoglio a risparmiatori e investitori che avevano invece partecipato - rimettendoci - agli swap nel 2005 e nel 2010.
Buenos Aires pagherebbe i ribelli con due tipi di titoli tra cui il Bonar 24, già utilizzato per sanare debito petroliferi. La transazione, se un acconto sarà ultimato, scatterebbe il prossimo gennaio per mettere il Paese al riparo da ricorsi questa volta da parte di chi aveva accettato gli originali scambi di titoli in perdita: allora sarà infatti scaduta una clausola che lo esporrebbe a denunce. Una simile soluzione richiede tuttavia il via libera del giudice responsabile del caso-Argentina, Thomas Griesa, che deve contestualmente sbloccare pagamenti congelati per 539 milioni sui bond ristrutturati. Per Buenos Aires potrebbe essere arrivato il momento dell'ultimo tango. (M. Val.)
DKC VUOLE BOCCHIOTTI I RUSSI RIPUNTANO SULL'ITALIA
I gruppi russi vogliono tornare a comprare con forza in Italia. Questa volta oggetto della possibile campagna acquisti è la Bocchiotti, azienda di Arenzano (in provincia di Genova) specializzata nei settori dei sistemi di canalizzazione dei tubi protettivi. Favorito per l'acquisizione, secondo i rumors, sarebbe il gruppo russo Dkc, uno dei produttori leader a livello internazionale di sistemi portacavi in Europa.
Ma Dkc, che ha già una radicata presenza in Italia, non sarebbe l'unico contendente in corsa per Bocchiotti, visto che all'advisor Banca Imi sarebbero arrivate altre due offerte da parte di aziende italiane. Le proposte sarebbero arrivate una decina di giorni fa e ora si attende una scelta da parte degli azionisti e del management di Bocchiotti, azienda che ha archiviato un fatturato di circa 120 milioni di euro.
Di sicuro, secondo quanto si apprende sul mercato, sembra pronto a riprendere con forza un trend di acquisizioni russe sul mercato italiano, dopo che i flussi di capitali da Mosca si erano un po' fermati negli ultimi anni. L'ultima operazione di Rosneft, uno dei colossi di Mosca dell'energia entrata con il 13% in Pirelli, ha infatti creato un rinnovato interesse per l'Italia. Nell'ultimo anno c'è poi stata l'acquisizione di Octo Telematics da parte della Renova Group del magnate Viktor Vekselberg. E, tra le possibili prede, c'è anche Stroili Oro, entrata nel radar di uno dei maggiori gruppi finanziari di Mosca, Vtb Capital.(C.Fe.)
TERCAS PRESENTA IL CONTO: 602 MILIONI
Come previsto, non sarà una passeggiata di salute. Ma per Tercas il percorso, finalmente, è almeno tracciato: nella serata di martedì il commissario straordinario dell'istituto, Riccardo Sora, ha convocato l'assemblea dei soci per il 29 luglio. Un punto fermo che si aspettava da tempo, e che rappresenta una buona notizia vista l'incertezza degli ultimi mesi; meno buona, invece, quella che l'ha accompagnata: i 602 milioni di perdite, svelate sempre dal commissario nella documentazione che accompagna la convocazione, accumulate dalla banca abruzzese 2012 a oggi.
E che ora andranno coperte. Come noto, il Fondo interbancario di garanzia sui depositi provvederà a un versamento di 265 milioni di euro, altri 230 milioni arriveranno invece dalla Popolare di Bari, che assumerà il pieno controllo della banca: per il resto si attingerà alle riserve. Con oltre mezzo miliardo di risorse fresche, Tercas dovrebbe ritrovare la sua linea di galleggiamento, con la fine dell'amministrazione straordinaria gestita da Riccardo Sora, reduce peraltro dal salvataggio della Cassa di Risparmio di Rimini.
Quindi la parola passerà alla nuova capogruppo: tra i primi provvedimenti, si attende la fusione tra Tercas e la Cassa di risparmio do Pescara, anch'essa finita commissariata (e assegnata alle "cure") dello stesso Sora, appena una settimana fa. (Ma.Fe.)
2. SUSSURRI E GRIDA
Dal "Corriere della Sera”
I RISPARMIATORI SCI RISARCITI, CONDANNATE SETTE BANCHE
Premio Guido Carli Federico Ghizzoni
(l.fer. ) Sette istituti di credito, seppure già archiviati in sede penale dall’accusa di insider trading, sono stati condannati dalla Cassazione civile a risarcire 14 risparmiatori per il danno indiretto arrecato ai loro investimenti in Borsa con l’utilizzo di informazioni «assolutamente privilegiate e confidenziali»: notizie grazie alle quali Credito Italiano (Unicredito), Cariplo (Banca Intesa), San Paolo Imi, Banca di Roma (Capitalia), Crt, Carige e Centrobanca nell’estate 1997 si alleggerirono, guarda caso appena in tempo, delle azioni detenute nella «Sci costruzioni», società genovese in crisi ma di cui i risparmiatori nello stesso periodo comprarono titoli fidandosi del proclamato impegno delle banche azioniste nel piano di risanamento.
A contare, nella sentenza con la quale la terza sezione della Cassazione ha confermato il verdetto di Corte d’Appello del 2007 che a sua volta aveva sposato la linea del Tribunale civile di Milano nel 2004, non è tanto l’entità del risarcimento ai risparmiatori patrocinati dall’avvocato Cino Raffa Ugolini, attorno ai 100.000 euro, ma è il principio.
La «Sci» fallì il 20 marzo 1998, ma ancora l’estate prima il bilancio la dipingeva come un’impresa in via di risanamento gestito dal Comitato ristretto delle banche creditrici, con il pieno sostegno finanziario appunto degli istituti di credito. Peccato che la realtà fosse invece quella del promemoria «strettamente riservato» che l’advisor legale «Vitale e Borghesi & C.» aveva consegnato alle banche il 10 giugno 1997, 20 giorni prima dell’approvazione del bilancio.
Lì le banche decisero che era il momento non solo di non mettere più un quattrino nella società, ma anche di uscirne a razzo prima del tracollo, tra agosto e ottobre 1997 «dismettendo alla chetichella gran parte dei titoli posseduti», per usare l’espressione del Tribunale milanese.
GIOVANNI BAZOLI E GIUSEPPE GUZZETTI
Così le banche salvarono dal crac 37 loro milioni di euro, e contribuirono «a illudere i fruitori del mercato che vi fosse un rastrellamento da parte di raiders». Colpa di quella «discrasia informativa» lamentata nella motivazione del Tribunale: «Il mercato borsistico non può essere giudicato come un territorio di giocatori d’azzardo, perché una simile prospettiva genererebbe solo sfiducia verso un mercato su cui si fonda l’intera economia di un Paese industrializzato».
SCARONI E BELLODI SOCI NELLA STRATEGIC ADVISORS
(c.tur. ) Non c’è solo la vicepresidenza dell’investment banking di Rothschild nell’immediato futuro di Paolo Scaroni, che a maggio ha concluso il suo terzo mandato all’Eni con una liquidazione (mai smentita) di 8,3 milioni. L’ex-capo del cane a sei zampe ha infatti dato vita alla Strategic advisors, sede a Milano, in società con Leonardo Bellodi, tra i suoi collaboratori più stretti all’Eni dove guidava le relazioni istituzionali (autorità, governi, ambasciate) e regolamentari.
Quote rispettive 60% e 40%, con l’idea di consolidare nel tempo una boutique che erediterà l’agenda di contatti dei due manager nel settore energetico a livello mondiale. Così Scaroni si dividerà tra gli uffici di Londra della banca guidata da David de Rothschild, dove ha intenzione di passare due-tre giorni alla settimana, e l’Italia per curare lo sviluppo della Strategic advisors. «Bisogna cambiare per continuare a sentirsi giovani», è quanto ha detto il top manager vicentino al “Financial Times” commentando il nuovo incarico di vicepresidente della banca d’affari della City londinese
IL PRANZO MILANESE DI GEITHNER E PROFUMO
Sono arrivati a passo spedito poco dopo le 12.30, quando il ristorante era pressoché deserto, come due normali clienti per il pranzo. Ma non sono riusciti a passare inosservati. Più Alessandro Profumo, in verità, che non l’ospite con cui si è attovagliato ieri al Don Lisander di Milano, sebbene non fosse certo uno sconosciuto. Anzi. L’ospite era Timothy Geithner. Il presidente del Montepaschi e l’ex segretario al Tesoro Usa hanno mangiato conversando fitto fitto per oltre un’ora, mentre attorno a loro i tavoli si riempivano e si infittivano gli sguardi e i bisbigli sull’inedita accoppiata. Di cosa abbiano parlato non si sa. E resta anche la curiosità su cosa ci facesse Geithner a Milano.