vincenzo consoli

CREDERE NEL PROPRIO LAVORO - SAPETE QUANTE AZIONI DI VENETO BANCA AVEVA VINCENZO CONSOLI, CHE HA PORTATO L'ISTITUTO IN VETTA (CON TRUCCHI CONTABILI) E POI NEL BARATRO? MILLE! HA PERSO SOLO 39MILA EURO - SAPEVA BENE CHE I TITOLI CHE 'SPACCIAVA' SAREBBERO DIVENTATI CARTA STRACCIA - C'È CHI, COME ZOPPAS, HA INVECE PERSO 10 MILIONI SECCHI...

Fabio Pavesi per www.ilsole24ore.com

 

Di solito se un capo-azienda crede nelle prospettive della sua impresa investe direttamente anche soldi suoi. Non è stato così per Vincenzo Consoli per quasi vent’anni a capo di Veneto Banca. L’ultimo libro soci del marzo del 2016 dice che l’ex dominus ha sì azioni della sua banca, ma al minimo sindacale. Un microscopico pacchettino di soli mille titoli. Ci ha perso 39mila euro. Per uno che guadagnava in media 900mila euro lordi l’anno e che ha un contenzioso aperto per 3,5 milioni della sua buonuscita non riconosciuti dai nuovi vertici, sono quisquilie.

VINCENZO CONSOLIVINCENZO CONSOLI

 

Eppure il valore dell’azione, autodeterminato dal Cda cresceva anno su anno. Un investimento a prova di bomba. Eppure Consoli non ne ha approfittato. Chi ha creduto di più alle sorti della banca erano l’ex presidente Flavio Trinca (43mila azioni) e l’ex vice-presidente Franco Antiga, che si ritrova con un pacchetto di 20mila titoli: 800mila euro che oggi sono a zero. Solo due ex consiglieri gli imprenditori Francesco Biasia e Gianfranco Zoppas hanno dimostrato di credere alle “virtù” della banca.

 

VINCENZO CONSOLI VINCENZO CONSOLI

Biasia ha tuttora azioni per 220mila titoli: valevano 8,7 milioni ora sono carta straccia, per Zoppas la perdita sfiora i 10 milioni. Uniche eccezioni a un plotone di amministratori che a giudicare dai minuscoli investimenti pare non si fidassero granchè. Vincenzo Chirò ha solo 337 titoli. Luigi Terzoli scende a 300. Alessandro Gallina appena 100 pezzi. I grandi soci, quelli che hanno investito molto e a cui non sono state evidentemente ricomprate le azioni, come accaduto a molti Vip, sono una piccola pattuglia.

 

C’è Renè Caovilla, il re delle scarpe con 184mila pezzi; Enrico Marchi (Save e Finint) con 186mila titoli; Giuseppe Stefanel con 132mila azioni. La Folco Finanziaria gestita dall’erede della famiglia vicentina, Gaia Francesca, ha bruciato quasi 16 milioni con le 400mila azioni che tuttora possiede. E dulcis in fondo ecco spuntare pezzi da Novanta della finanza: la Argo della famiglia Gavio ha immolato 23,7 milioni sull’altare bruciato di Veneto Banca e Jp Morgan da Londra un gruzzoletto da 35 milioni. Poca cosa per il colosso ma molto più dei 39mila euro persi da Consoli.

beniamino gaviobeniamino gaviovenetobancavenetobanca

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