FRANCO FORTE, E L’ITALIANO HA UN DEBOLE PER LO SHOPPING - NEGOZIANTI IN FESTA: GLI SVIZZERI VENGONO A FARE ACQUISTI DA NOI, E CHI ANDAVA IN SVIZZERA PER RISPARMIARE, ORA RESTA IN ITALIA

Dino Bondavalli per “Libero Quotidiano

 

FRANCO SVIZZERO FRANCO SVIZZERO

Come assaggio del nuovo regime con il super-franco, era difficile immaginare qualcosa di meglio. Per i commercianti milanesi il primo weekend dopo l’eliminazione da parte della Banca centrale svizzera del cambio fisso tra franco ed euro, che la scorsa settimana ha fatto guadagnare alla valuta elvetica oltre il 20% nell’arco di poche ore, si è infatti chiuso con affari a gonfie vele. Molti gli svizzeri che hanno colto al volo la concomitanza con i saldi invernali per spingersi fino a Milano per una battuta di shopping.

 

FRANCHI SVIZZERIFRANCHI SVIZZERI

E tanti anche gli italiani che, per il cambio sfavorevole, hanno rinunciato alla «gita» oltre confine all’outlet di Mendrisio, fino alla scorsa settimana una delle mete preferite per i lombardi a caccia di affari, per dedicarsi allo shopping nella capitale della moda. I numeri parlano chiaro. In un periodo di saldi già di per sé positivi, con le vendite di fine stagione che secondo i dati di FedermodaMilano (Confcommercio Milano) stanno registrando una crescita media del 2% rispetto allo scorso anno, e che nelle strade commerciali più importanti hanno raggiunto punte del 10% in più, nello scorso fine settimana si è registrato un ulteriore incremento delle vendite.

 

Brera MilanoBrera Milano

«Se finora avevamo registrato un incremento medio del 10% sul 2014, nel weekend siamo arrivati a un +15%», conferma Gabriel Meghnagi, presidente di AscoBaires, associazione dei negozianti della strada commerciale più lunga d’Italia. «Abbiamo avuto parecchi clienti svizzeri, la cui reazione è stata immediata, forse perché qualcuno teme che il cambio non resti a lungo così favorevole, e abbiamo ritrovato anche qualche cliente italiano». Un segnale positivo frutto dell’emotività del momento, che i commercianti si augurano possa consolidarsi nel tempo.

 

«Negli ultimi giorni ho visto molte auto targate Svizzera», conferma Eleonora Scaramucci, presidente dell’Associazione imprenditori commerciali del quartiere Brera, una delle mete preferite da chi cerca non solo i brand più importanti, ma anche le piccole boutique esclusive e i laboratori artigianali. «Tra l’altro, non ci sono solo gli svizzeri, ma anche gli italiani che in Svizzera lavorano e d’ora in avanti guadagnano molto di più», prosegue Scaramucci.

l svizzera big l svizzera big

 

«Adesso l’importante è che tutto questo valore aggiunto continui a essere rimesso in circolo, cosa fondamentale non solo per noi commercianti, ma per l’economia del Paese». I timori sono infatti quelli che, dopo l’euforia iniziale, si possa scatenare una dinamica negativa. Quantomeno per gli oltre 60 mila frontalieri che risiedono in Italia ma lavorano in Svizzera, percependo il loro stipendio in franchi. Se per il momento questi possono sorridere per l’inaspettato incremento del reddito, nei prossimi mesi potrebbero anche perdere il buonumore.

 

Colpa dell’accordo italo-svizzero per cancellare il segreto bancario in tutti i 26 cantoni, che dopo essere stato siglato a livello tecnico nei giorni scorsi sarà presto firmato dai due ministri delle Finanze. L’accordo prevede l’adozione di un nuovo meccanismo di tassazione per i lavoratori transfrontalieri che risiedono in comuni entro 20 chilometri dal confine, i quali subiranno il prelievo fiscale sul proprio reddito non più interamente dalla Confederazione elvetica, che attualmente trasferisce circa il 40% delle imposte al nostro Paese, ma per circa il 60% in Svizzera e per la parte rimanente direttamente dal fisco italiano.

SvizzeraSvizzera

 

Un cambiamento tecnico le cui conseguenze sono tutte da verificare, soprattutto in virtù della ben nota fantasia in termini di nuove imposte che caratterizza la politica del governo Renzi. A Milano, invece, il timore riguarda le politiche dell’amministrazione Pisapia. «Purtroppo i segnali positivi che arrivano dalle vie principali non valgono per le periferie e le vie più piccole, abbandonate al loro destino da una giunta che tiene spente le luci anche sotto Natale e non garantisce la sicurezza in città», protesta Meghnagi.

 

«Se andiamo avanti così rischiamo che anche corso Buenos Aires diventi periferia, soprattutto se il progetto di pedonalizzazione domenicale durante il semestre di Expo verrà approvato». Sia come sia, per il momento ciò che è certo è che se i commercianti milanesi festeggiano, anche quelli comaschi si preparano a fare grandi affari.

 

pisapia e cinzia sasso foto riccardo schitopisapia e cinzia sasso foto riccardo schito

«Ho visto che nel weekend i clienti svizzeri compravano con il sorriso, perché avevano questo vantaggio», commenta Giansilvio Primavesi, presidente di Confcommercio Como. «Per ora non abbiamo notato una grande differenza, perché fortunatamente siamo abituati a vedere tanti svizzeri, ma è chiaro che con la super convenienza che hanno adesso saranno ancora più invogliati a venire». 

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...