IERI, OGGI, E ARMANI - L’AZIENDA DI RE GIORGIO (QUELLO VERO) COMPIE 40 ANNI E NON CONOSCE CRISI: INVESTE SU MILANO E SUL LUSSO - IN AMERICA PUNTA AL RILANCIO DI ARMANI EXCHANGE, LINEA PIÙ ECONOMICA CHE IN EUROPA NON È MAI ARRIVATA

Giorgio Armani investirà decine di milioni negli immobili milanesi, tra centri del lusso, museo e teatro - Questi anni di riassetto hanno riportato in crescita utili e ricavi, nonostante l’uscita di molti manager, tra tutti il nipote Andrea Camerana. Proli (dg): “Con Andrea un ottimo rapporto, ora abbiamo un assetto stabile”...

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Maria Silvia Sacchi per “CorrierEconomia - Il Corriere della Sera

 

Giorgio Armani ha sempre avuto la passione delle case, per gli immobili in generale. Ne ha molti, e costantemente ha voluto che fossero mantenuti nel modo giusto. Decorosi, ordinati, valorizzati.

giorgio armani foto mezzelani gmt giorgio armani foto mezzelani gmt

 

Ora che quest’anno si appresta a celebrare i 40 anni di età della casa di moda che porta il suo nome, la passione del mattone ha finito per intrecciarsi con quella per Milano, la città che gli ha permesso di diventare «Re Giorgio», come viene soprannominato.

 

Ma c’è un altro filone con cui questo amore si incrocia ed è la conclusione della prima parte della riorganizzazione del gruppo partita esattamente il primo gennaio di cinque anni fa. I risultati stanno andando nella direzione auspicata, come dimostrano i primi numeri dell’esercizio 2014 che vedono ricavi in crescita del 4-5% sui 2,18 miliardi del 2013, un risultato operativo (Ebit) salito al 19% del fatturato rispetto al precedente 18,4% (pari a 401 milioni nel 2013) e una cassa che resta notevole, 600 milioni di euro di liquidità con cui affrontare questo 2015 — che si preannuncia difficile per tutti — «con molta serenità».

 

RICONOSCENZA

 

roberta e giorgio armani con chris pine roberta e giorgio armani con chris pine

«Ho da sempre un debito di riconoscenza verso questa città, che mi ha accolto e capito, e che con i suoi contrasti e i suoi silenzi discreti mi ha lungamento ispirato — dice a Corriere Economia lo stilista —. I quarant’anni della Giorgio Armani, che peraltro coincidono con l’Expo, mi sono sembrati l’occasione giusta per fare qualcosa di importante, non solo di celebrativo. L’idea è di lasciare alla città la testimonianza di un lavoro che non sia solo da contemplare ma funga da stimolo per dare vita a nuove idee».

 

Armani ha messo, dunque, in conto un investimento di 50 milioni di euro per ampliare e riqualificare l’ex stabilimento Nestlé di via Bergognone a Milano, adiacente al suo teatro. Allo stesso tempo sta ristrutturando i palazzi di via Borgonuovo 11 e 18. Ed è proprio in queste ultime due centralissime sedi che resteranno i marchi Giorgio Armani, con il suo ufficio stilistico, e Armani Privè, con la sua sartoria, oltre alla comunicazione. Tutto il resto si sposterà definitivamente nel quartier generale di via Bergognone, accanto al nuovo museo che avrà sede nell’ex spazio Nestlé.

 

giorgio armani, franca sozzani e livia firth giorgio armani, franca sozzani e livia firth

«Vogliamo dare ancora maggior luce propria al lusso, segmentando meglio le arti e i mestieri — spiega il direttore generale e consigliere delegato Livio Proli —. È il lusso che deve poi contaminare l’area diffusione e, domani, quando il progetto di riqualificazione del marchio Ax sarà completato, anche ciò che oggi è definito con il nome improprio fast fashion». Con le linee lusso e fashion Armani realizza più del 68% del suo giro d’affari.

 

MANAGER

 

LIVIO PROLI E GIORGIO ARMANI LIVIO PROLI E GIORGIO ARMANI

Proli è il manager che, sotto la direzione di Armani, sta guidando il nuovo assetto. Un manager «ingombrante», s’è detto, tanto da aver provocato l’uscita di diversi dirigenti del gruppo fino a quella dello stesso nipote dello stilista, Andrea Camerana.

 

«Assurdo, ho sempre avuto ottimi rapporti con Andrea e tutt’ora usciamo a pranzo insieme... È stata una sua scelta, come già ha spiegato il signor Armani, e infatti Andrea Camerana siede ancora in consiglio di amministrazione. Quanto al ricambio manageriale credo che sia fisiologico e si tratta di meno di una trentina di persone sugli 11.500 dipendenti che ha il gruppo. Peraltro, sono già più di due anni e mezzo che abbiamo un assetto stabile e — questo ci tengo a sottolinearlo - praticamente tutte le persone uscite sono state sostituite dall’interno».

ANDREA CAMERANA ANDREA CAMERANA

 

Dall’interno arriva anche il nuovo capo della filiale Usa, Giuseppe Marsocci, che prende il posto di Graziano De Boni. Per Marsocci si tratta di un ritorno, essendo già stato il numero due americano. Avrà un compito rilevante visto che il gruppo Armani dovrà inglobare Ax (Armani Exchange) che proprio negli Usa ha il suo asse principale. Da fuori arriverà, invece, presto il capo della comunicazione.

 

Ax è la linea fast fashion del gruppo milanese. Fino allo scorso maggio era in comproprietà al 50% ciascuno con il magnate di Singapore Ong Beng Seng proprietario di Como Holdings. Da tempo Armani premeva per riavere l’intero capitale e la possibilità di determinare le scelte strategiche che erano invece in capo al partner. Dopo due anni di negoziazioni Ax è tornata interamente sotto la Giorgio Armani, anche se Como Holdings resta un partner del gruppo per la distribuzione di altre linee in Asia.

 

I primi sei mesi sono serviti ad analizzare l’azienda, visitando anche uno per uno tutti i 110 negozi degli Usa e che, uniti a quelli posseduti in Sud America, Middle East, Giappone e Greater China raggiungono un totale di 277 punti vendita nel mondo. «È un marchio che vogliamo riqualificare e che richiede grossi investimenti nel prodotto, nell’immagine, nella distribuzione».

LIVIO PROLI LIVIO PROLI

 

Per ricomprare il 50% e iniziarne il rilancio Armani ha già investito nel 2014 180 milioni di euro. Oggi Ax non è presente in Europa, se non qualcosa nel Regno Unito, ma non è previsto un ingresso in tempi brevi, al gruppo calcolano in tre anni il tempo necessario per il rilancio. E tre anni sono anche l’orizzonte temporale per arrivare a superare i 3 miliardi di fatturato consolidato.

 

Sullo sfondo, però, resta sempre lo stesso interrogativo: quale sarà il futuro del gruppo? In questi anni lo stilista ha studiato varie opzioni, ha ragionato sulla fondazione, sulla quotazione, sul trust. Una scelta non c’è ancora, ma Armani ha già prefigurato come il gruppo dovrà muoversi e dove dovrà andare.

 

 

 

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