SBANKITALIA - LA POP DI SPOLETO AVEVA PROBLEMI FIN DAL 2002, MA VIA NAZIONALE L’HA COMMISSARIATA SOLO NEL 2013 – BEN TRE ISPEZIONI NON SONO BASTATE A VIA NAZIONALE PER EVITARE LA DISTRUZIONE DELL’ISTITUTO – VISCO POTREBBE FARSI QUALCHE DOMANDA GUARDANDO A CASA SUA

Notevole anche la prudenza della locale Procura, che riceve le prime relazioni di Via Nazionale nel 2004 e si muove solo nel 2011. Due anni di indagini, andando a ricuperare tutte le vecchie ispezioni di Bankitalia, e chiusura dell’inchiesta nel 2013. La Procura sta ancora meditando se chiedere dei rinvii a giudizio…

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Giorgio Meletti per il “Fatto Quotidiano

POPOLARE DI SPOLETO POPOLARE DI SPOLETO

 

La mala gestio della Banca Popolare di Spoleto - che ha portato nel 2013 al commissaria mento e nel 2014 all' acquisizione da parte del Banco Desio - era nota alla Banca d' Italia dal 2002. Dieci anni di infinita, pigra e burocratica corrispondenza triangolare tra Vigilanza, Procura di Spoleto e istituto vigilato hanno consentito - come unico risultato di una commedia degna di Gogol - la prosecuzione indisturbata dello spolpamento.


Ancora nel 2010 la Vigilanza giudicava sana la banca: "Adeguata la dotazione patrimoniale, irrobustita da un recente aumento di capitale".

ignazio visco ignazio visco


Nel 2014 invece Banco Desio ha concordato con i commissari scelti da Bankitalia un aumento di capitale da 139 milioni per "riportare gli indici di patrimonio sopra i livelli regolamentari". Ne sono risultati azzerati i soci della Coop Spoleto Crediti e Servizi, che fino a quel momento controllava il 51 per cento della Popolare.


Dunque il governatore Ignazio Visco, anziché fare l' offeso per trovarsi indagato dopo l' esposto di alcuni soci della Scs, dovrebbe dare conto dell' inefficacia della vigilanza.

fabrizio saccomanni con la moglie fabrizio saccomanni con la moglie


Il 13 gennaio 2011, l' allora direttore generale di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni, scrive alla Bps: "Gli accertamenti ispettivi del 2002 e del 2006 avevano rilevato manchevolezze nel governo e nell' organizzazione aziendale. In particolare, era stata contestata la pervasività dell' azione del presidente sig. Giovannino Antonini, tale da accentrare su di sé proposte, decisioni, scelte strategiche".

 

La lunga lettera si chiude così: "In caso di mancata attivazione da parte della Spoleto nei termini richiesti dalla Vigilanza, sia nella governance aziendale sia nella ristrutturazione dell' impresa bancaria, si riserva di adottare ogni provvedimento previsto dall' ordinamento".


Minaccia di commissariamento, dunque. Antonini, benché Saccomanni chieda perentoriamente la sua rimozione, reagisce cacciando il direttore generale Alfredo Pallini, ex funzionario Bankitalia.

annamaria tarantola annamaria tarantola


Poi si dimette, ma si fa eleggere nel giro di pochi giorni presidente della Scs, e continua a spadroneggiare da azionista dominante, come documentato dagli inquirenti.


Bankitalia ha però impiegato altri due anni per decidere il commissariamento. Il fatto è che la vigilanza contrasta gli attentati alla solidità delle banche, che vaporizzano milioni di euro alla velocità della luce, con i riflessi del bradipo.


I magistrati stabiliranno se è lentezza studiata o se è la legge, come si difende Bankitalia, a impedirle di fare di più. Certamente nel caso Bps una flotta di piccioni viaggiatori avrebbe reso tutto più spedito. I risultati dell' ispezione del 2002 sono stati trasmessi alla procura di Spoleto nel 2004. I risultati dell' ispezione del 2006 solo nel 2007 sono stati consegnati ai magistrati, che hanno aperto un fascicolo. Con calma.

GIOVANNINO ANTONINI GIOVANNINO ANTONINI


NEL 2009 PERÒ arriva lo stimolo esterno. Il 1 aprile Fabrizio Cardarelli, ex presidente della Scs (e oggi sindaco di Spoleto) manda a Bankitalia una lettera di accuse dettagliate contro la gestione Antonini.


Bankitalia il 22 aprile chiede spiegazioni alla banca, che risponde il 3 luglio. Il 13 gennaio 2010, dopo soli sei mesi, la procura chiede alla Banca d' Italia che cosa di bello sia sortito dalla serrata corrispondenza. E in soli 42 giorni la Vigilanza è in grado di rassicurare la procura che gli organi della banca hanno "ritenuto adeguato l' assetto organizzativo e dei controlli in essere ed escluso ogni anomalo comportamento nella gestione del credito".

 

Eppure, nota la stessa lettera, nell' ispezione si erano rilevati "episodi d' infedeltà" che la Bps non reprime: "Emblematico il caso del preposto alla filiale di Norcia che utilizzava fidi intestati fittiziamente a clienti inconsapevoli". La Vigilanza reagisce, pur con la consueta calma.

giovanni antonini jpeg giovanni antonini jpeg


Nel 2006 ha notato irregolarità, nel 2009 la Banca assicura che è tutto a posto, allora nel 2010 parte una nuova ispezione, dal 1 febbraio al 1 giugno.


Gli ispettori riscoprono, e lo notificano alla Bps il 5 agosto, che Giovannini "ha posto in essere comportamenti connotati da profili di scarsa trasparenza(...) Già oggetto di rilievo in occasione dei precedenti accertamenti di Vigilanza per l' utilizzo di conti della Banca per la gestione di proprie relazioni finanziarie con soggetti in stato di difficoltà, risulta aver perseverato in condotte improprie". Il 1 ottobre 2010 la Bps risponde a Bankitalia con generiche buone intenzioni.


Tre mesi dopo, a inizio 2011, a un anno dalla decisione dell' ulteriore ispezione, Bankitalia replica con la lettera ultimativa di Saccomanni. Antonini, con elegante piroetta, si sposta alla presidenza della controllante Scs.


In quel momento la banca ha una struttura patrimoniale "adeguata e irrobustita" e può ancora essere sottratta agli effetti nefasti della mala gestio.

IGNAZIO VISCO IGNAZIO VISCO


Ma Bankitalia dice di non essere mica la polizia. Quindi, anziché commissariare di corsa la banca descritta dai suoi ispettori come una fogna, si mette in attesa dell' azione dei magistrati, e si lava la coscienza comminando ad Antonini ben 16 mila euro di multa.


La procura di Spoleto - come se dovesse indagare su Ustica e non su una distruzione di banca in corso - manda la polizia giudiziaria a prelevare in via Nazionale copia dell' ispezione di sei mesi prima. A fine anno (novembre 2011) ottiene l' autorizzazione a intercettare Antonini grazie a un forte indizio di colpevolezza: l' ispezione della Banca d' Italia di 18 mesi prima. A luglio 2012 gli inquirenti portano i primi risultati alla pm Federica Albano.

 

Hanno scoperto che Antonini, non più presidente, esercita ancora la "forte influenza" già accertata da Bankitalia dieci anni prima. Le indagini si chiudono a maggio 2013, da due anni e mezzo la procura medita se chiedere i rinvii a giudizio.

Ignazio Visco saluta Annamaria Tarantola Ignazio Visco saluta Annamaria Tarantola


A febbraio 2013 arriverà il commissariamento, infine la constatazione di un buco patrimoniale di 139 milioni che nel 2010 non c' era. Nel 2006, ai tempi della seconda ispezione, la azioni della Bps valevano 12 euro. Nel 2010, terza ispezione Bankitalia, valevano 4 euro. Nel 2013, quando arriva il commissariamento, erano già scese a due euro. Nel 2014, a fine commissariamento, non valevano più niente. Complimenti per la vigilanza.

 

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