TUTTI VOGLIONO LA FCA! DA VOLKSWAGEN A PEUGEOT VALZER DI CORTEGGIATORI PER FIAT - MA SONO PISTE COMPLICATE - E SE IL FIDANZAMENTO VOLUTO DA MARPIONNE FOSSE QUELLO (FINORA FALLITO) CON OPEL?

Paolo Griseri per "la Repubblica"

 

marchionne impiccatomarchionne impiccato

Più delle star sotto l’ombrellone è la Fiat, anzi la nuova Fiat Chrysler, ad alimentare il gossip estivo. A leggere la stampa internazionale l’interesse per la Fca è spasmodico. Tutti la vogliono, come Figaro nel “Barbiere” rossiniano.

 

A dispetto delle smentite, e in qualche caso della logica, i rumors si susseguono come se il nuovo gruppo globale da 4 milioni di auto che nascerà il 1 agosto dovesse immediatamente trovare un altro alleato con cui fondersi: «La terza gamba? Non ne abbiamo bisogno. Credo che Fca abbia le potenzialità per espandersi fino ad arrivare a 6-7 milioni di auto vendute. Certo, se arriveranno delle opportunità le prenderemo in considerazione ».

maserati grugliasco elkann e marchionnemaserati grugliasco elkann e marchionne

 

Così ha parlato Sergio Marchionne mercoledì, giornata a cavallo tra il penultimo gossip, una pretesa fusione con Volkswagen ipotizzata dai media tedeschi, e l’ultimo grido, una fusione con Peugeot lanciata dal Financial Time e smentita in poche ore sia da Torino che da Parigi.

 

Tutti i rumors ruotano intorno a un’idea di fondo: chiusa l’alleanza con Detroit, gli Agnelli sarebbero intenzionati a uscire più o meno gradualmente dalla plancia di comando per lasciare ad altri il ruolo di azionista di riferimento, intascando la plusvalenza e dedicandosi ad altro. E per farlo starebbero cercando di vendere la loro quota di Fca a un nuovo socio forte o, in alternativa, di fondersi con un altro gruppo in modo da diluire ulteriormente la loro partecipazione. Ipotesi che vengono sorrette, in privato, dalle valutazioni di qualche transfuga dal gruppo di Torino.

ANGELA MERKEL CON OPERAI OPELANGELA MERKEL CON OPERAI OPELPSA PEUGEOT CITROEN jpegPSA PEUGEOT CITROEN jpeg

 

Uno scenario che, ancora nelle ultime ore, ai vertici di Exor si smentiva con questo ragionamento: «Abbiamo accettato di puntare sull’auto nei momenti difficili, quando Fiat rischiava il fallimento all’inizio degli anni Duemila e quando il mercato è stato travolto dalla crisi. Abbiamo scommesso su una fusione con Chrysler che veniva guardata con sospetto da gran parte gli analisti. Ora che il merger con Detroit ha avuto il via libera dalla Sec e il mercato americano ci garantisce utili, perché dovremmo lasciare il business?».

 

PEUGEOT PEUGEOT

«Diluire la quota azionaria di Exor? Se la torta è buona, perché ridurre la propria fetta?», aveva sintetizzato nei mesi scorsi John Elkann. A credere a queste affermazioni c’è da prevedere che «a meno di offerte oggi non immaginabili», come si ripete a Torino, gli Agnelli rimarranno saldamente al comando di Fca fino al 2018 quando il piano presentato da Marchionne e John Elkann due mesi fa prevede il rilancio dell’Alfa e 6-7 milioni di vendite annue, quasi un raddoppio rispetto ai 4 milioni di oggi.

 

marchi tedeschi di automobili volkswagen audi bmw porsche mercedesmarchi tedeschi di automobili volkswagen audi bmw porsche mercedes

Ma ci sono anche segnali che vanno in direzione contraria. La scelta di portare la sede legale di Fca in Olanda è stata spiegata con il fatto che la legge olandese consente di assegnare un peso doppio alle azioni dei soci stabili. Questo significa che la soglia di controllo di Fca scenderà al 25 per cento mentre quella di Fiat oggi è al 30, la soglia al di sopra della quale la legge italiana prevede l’obbligo di Opa. Così, con il semplice trasloco legale, sempreché rimangano immutati i rapporti di forza tra gli attuali soci, Exor potrebbe ridurre dal 30 al 25 per cento la sua partecipazione senza perdere il ruolo di azionista di controllo.

 

PIECH, RESIDENTE VOLKSWAGENPIECH, RESIDENTE VOLKSWAGEN

Nessuno sa oggi se davvero gli Agnelli vorranno sfruttare questa opportunità e, nel caso, a chi decideranno di vendere il pacchetto del 5 per cento che si libererebbe. Oltre alle tesi sulla progressiva uscita di scena degli Agnelli, ad alimentare i gossip c’è un dato di fatto: dopo la fusione con Chrysler Fca non è ancora abbastanza grande da potersi ritenere al sicuro. E, soprattutto, manca di una forte presenza in Asia.

PEUGEOT PEUGEOT

 

Finora le partenrship con i gruppi asiatici non sono andate oltre la collaborazione industriale su specifici modelli. E’ accaduto con Suzuky per il Sedici, il piccolo fuoristrada che sopperiva a un evidentemente buco nella gamma della vecchia Fiat. Accade oggi con la Mazda per un coupé che originariamente avrebbe dovuto essere l’erede del Duetto prima che il piano di rilancio dell’Alfa escludesse questa ipotesi.

 

OPERAI TEDESCHI VOLKSWAGENOPERAI TEDESCHI VOLKSWAGEN

Il piano di Marchionne prevede di aggredire l’Asia con le Jeep prodotte in Cina e punta sul tradizionale marchio americano per recuperare il tempo perduto. Ma certo un’alleanza con Peugeot, che in Cina vende circa 700 mila auto all’anno, consentirebbe di allargare di colpo la base operativa nell’area.

 

A suggerire, nel corso dei decenni, il matrimonio tra gli Agnelli e la casa francese c’è il fatto che fino a poco tempo fa Peugeot era guidata da una dinastia familiare, esattamente come il gruppo torinese. Ma le sovrapposizioni tra le gamme di prodotto e il protezionismo del governo di Parigi rischierebbero di rendere molto complicata l’operazione.

thierry peugeot thierry peugeot

 

Assai più complessa l’ipotesi che sia Volkswagen ad assorbire Fca. Il nuovo gruppo nato dall’alleanza tra Torino e Detroit sarebbe troppo grande da assorbire anche per il gruppo tedesco. L’ipotesi, suggerita dalla stampa di Berlino, di uno scorporo di Chrysler per cederla a Wolksburg andrebbe contro tutto il lavoro di integrazione fatto negli ultimi cinque anni dal Lingotto. Rimane l’ultima suggestione, quella che forse Marchionne continua a sognare in segreto perché capita che i fidanzamenti mancati siano quelli più appetiti.

 

E’ ancora possibile la riapertura del dossier Opel, quello finito in nulla nel 2009 per l’opposizione dei politici e dei sindacati tedeschi? Periodicamente Gm mette la sua costola europea sul mercato e poi ci ripensa. La questione potrebbe essere comodamente discussa in un ristorante di Detroit tra i vertici di Chrysler e Gm. Poi però sarebbe inevitabile alzare il telefono e avvertire Angela Merkel.

Ultimi Dagoreport

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….

mario draghi ursula von der leyen giorgia meloni

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI: IL DISCORSO DI MARIO DRAGHI A HONG KONG ERA UNA TIRATA D’ORECCHIE A BRUXELLES E ALLA DUCETTA DELLE "DUE STAFFE" - PER "MARIOPIO", SE TRUMP COSTRUISCE UN MURO TARIFFARIO INVALICABILE, È PREFERIBILE PER L'EUROPA TROVARE ALTRI SBOCCHI COMMERCIALI (CINA E INDIA), ANZICHE' TIRAR SU UN ALTRO MURO – SUL RIARMO TEDESCO, ANCHE GLI ALTRI PAESI DELL'UNIONE FAREBBERE BENE A SEGUIRE LA POLITICA DI AUMENTO DELLE SPESE DELLA DIFESA - IL CONSIGLIO A MELONI: SERVE MENO IDEOLOGIA E PIÙ REAL POLITIK  (CON INVITO A FAR DI NUOVO PARTE DELL'ASSE FRANCO-TEDESCO), ALTRIMENTI L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE ISOLATA E GABBATA DA TRUMP CHE SE NE FOTTE DEI "PARASSITI" DEL VECCHIO CONTINENTE...